Da venditore di enciclopedie in tv a ministro per attrarre gli investimenti stranieri. La parabola di Adonis Georgiadis, atteso da un compito durissimo, è particolare: sin da ragazzino ha consumato le scarpe per sbarcare il lunario, lavorando nella libreria di suo padre. Poi si è fatto conoscere al grande pubblico vendendo enciclopedie su un canale locale, fino a diventare editore. Ha sempre lavorato, anche prima di prendere la laurea in Storia e Archeologia all’Università di Atene: cosa che rivendica con orgoglio e ne fa una mosca bianca nella politica greca fatta di dinastie e di rendite di posizione dopo la tragica notte del Politecnico.

Oggi gli è stato affidato un compito complicato: convincere gli investitori che la burocrazia non sarà più un problema in Grecia e che si potranno “aprire” licenze e professioni. Primo banco di prova sarà la privatizzazione dell’ex aeroporto di Atene Ellinikon, in attesa da dodici anni di una svolta: il governo punta a una riqualificazione da 8 miliardi di dollari per realizzare una nuova Dubai. Nelle vicinanze si trova la sede della prestigiosa Fondazione Stavros Niarchos e il sito dove i cinesi di Cosco immaginano il raddoppio dei servizi crociere al Pireo, investendo 580 milioni.

Georgiadis fa la sua prima apparizione pubblica nel 1992 come membro del gruppo “Iniziativa per la protezione della storia greca” poi dirige le riviste “Storia greca” e “Educazione greca”. Nel 1994 fonda il Centro di educazione ellenica per lo studio del greco antico e dirige la stazione radio “Herodotus 107.4”. Nel 2011 diventa vice ministro per lo sviluppo nel governo di unità nazionale guidato dal tecnocrate Lucas Papademos, premier già nel board della Banca di Grecia e bersaglio quattro anni dopo di un libro-bomba degli anarchici. Si dimette pochi mesi dopo. Abbandona il suo partito, il nazionalista Laos, per dissidi sul voto in favore del secondo memorandum economico per la Grecia.

Quindi passa con la formazione liberal-conservatrice di Nea Dimokratia, con cui diventa Ministro della Sanità nel biennio 2013-2014: da quella poltrona riesce ad assicurare la copertura farmaceutica gratuita a oltre due milioni di greci che non avevano l’assicurazione. Erano gli anni del primo sostanziale impatto dei sacrifici imposti dalla troika, con uno dei primissimi interventi drastici di austerità rivolti proprio nel comparto sanitario, con nosocomi chiusi o accorpati e sforbiciate ai costi.

Con Syriza è stato sempre in polemica, convinto che la distruzione dell’economia greca nasca nel 1981 con l’elezione alla premiership di Andreas Papandreou, che tra le altre cose avviò la concessione della pensione agli agricoltori 40enni. Un retaggio del passato assistenziale che proprio negli anni del memorandum ha portato a scoperchiare il vaso di Pandora dei conti pubblici ellenici, dove si è appreso che a quei dipendenti che come straordinario salivano due rampe di scale nello stesso ufficio, erano concessi benefit nello stipendio mensile.

Due i nei: da un lato è stato accusato di “osservazioni preoccupanti sugli ebrei e promozione pubblica di un libro antisemita” per alcuni libri presenti nella sua catena, dall’altro è stato tirato in ballo nello scandalo Novartis sui prezzi dei farmaci in Grecia assieme ad altri illustri colleghi di Nea Dimokratia e Pasok come gli ex premier Antonis Samaras e Panayiotis Pikrammenos, l’attuale commissario Ue all’immigrazione Dimitris Avramopulos, gli ex ministri Evangelos Venizelos, Giorgos Koutroumanis, Andreas Loverdos, Andreas Lykourentzos, Marios Salmas e Yannis Stournaras, attuale governatore della Banca centrale di Atene. Ma ad aprile scorso i pubblici ministeri hanno scagionato gli ex ministri Venizelos, Lykouretzos e Koutroumanis e l’ex premier Pikrammenos, attuale vicepremier.

twitter @FDepalo

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