Il collaboratore leghista a Libero attacca la stampa americana: "Qualcuno ha piazzato dei microfoni, forse mandato attori". E parla di un piano ad hoc: "Io mi alzavo, andavo in giro, parlavo con tutti". Risposta indiretta anche alle richieste di chiarimento dell'alleato pentastellato: "Hanno rapporti con la Russia ma non c'è nulla di male"
“Si tratta di un tentativo di dare fastidio a Salvini. Il M5S invoca trasparenza? Anche loro hanno rapporti con la Russia“. Giancarlo Savoini difende se stesso, la Lega e Matteo Salvini dopo la registrazione pubblicata da BuzzFeed dove il presidente dell’associazione Lombardia-Russia sembra concordare con alcuni emissari di Mosca un accordo per finanziare il Carroccio. “Denuncio chiunque mi attribuisca azioni illegali”, ha detto il collaboratore di Salvini, intervistato dal quotidiano Libero. “Hanno piazzato microfoni, intercettato, magari hanno anche mandato qualcuno a recitare una parte – dice il leghista – Però guardi, chi di dovere riuscirà a capire chi ha registrato, visto che questi vogliono solo rompere i coglioni a un esponente di governo, e allora ci sarà da ridere, soprattutto se il mandante è qualcuno che ha voluto creare ad arte questo casino“.
Appena pubblicato lo scoop di BuzzFeed, Salvini ha commentato a caldo che “la Lega non ha preso un rublo“. Non solo, interpellato da alcuni cronisti, il leader del Carroccio aveva lasciato intendere di essere pronto a querelare anche lo stesso Savoini: “Farò ciò che devo“, ha risposto lapidario. E forse anche per questo motivo il diplomatico leghista oggi difende a spada tratta il suo leader e il partito. “E’ evidente che si tratta di un tentativo di dare fastidio a Salvini”, dice Savoini a Libero, per poi rivelare: “Non so cos’abbiano detto” dal M5S, “anche loro hanno rapporti con la Russia. Anni fa, ad esempio, a Mosca ho conosciuto il sottosegretario Di Stefano (Manlio, ndr). Ma è una corsa normale quando si vuole cooperare bene a livello internazionale”. E aggiunge: “Conosco Salvini da 25 anni e ogni tanto mi limito ad aiutarlo nei rapporti con Mosca“. Rapporti che durano dall’inizio dell’era post-sovietica: “Bossi voleva ampliare i rapporti internazionali a Est, e in Russia guardavano con interesse al suo progetto di creare la Padania“.
“Va chiarita una cosa – dice Savoini – Non era una riunione, io mi alzavo, andavo in giro, parlavo con tutti. Non ci siamo dati alcun appuntamento e non ho la minima idea di cosa dica la gente quando non ci sono. Chi lancia queste accuse ne dimostri la fondatezza, ma non ci riuscirà mai”. E poi: “Ma le pare poi che certi colossi mondiali abbiano bisogno di me per fare affari? Con tutti gli uffici che Eni ha nel mondo vuole che scelga la hall di un albergo in mezzo a decine di persone per trattare? Non scherziamo. Ho trovato alcune persone che avevo incontrato il giorno prima al convegno organizzato da Confindustria Russia e a cui aveva partecipato Salvini. Evidentemente anche loro avevano dormito lì”.
Sulla vicenda, è intervenuto anche Mario Borghezio, ex eurodeputato della Lega, che all’AdnKronos presenta un parallelo con un’altra recente spy-story: “La storia del Metropol è una vicenda simile a quella che ha portato alle dimissioni del sovranista austriaco Strache“. Per poi distinguere: “Lì c’era un video con il vicepremier di Vienna, qui non c’è Salvini, che infatti è stato netto, dicendo che lui non c’entra nulla e che querela tutti quelli che lo tirano in ballo“.