Se si guardano la foto e il video di Alex, il giovane disabile trasportato da un specie di tappeto volante fatto da braccia e mani al concerto death metal in Galizia, la prima impressione è di paura.
Paura che Alex possa cadere, timore che qualcuno o qualcosa potesse rallentare la magia di attimi eccezionali.

Alex non riesce ad usare le mani per portare un cucchiaio di minestra alla bocca, ma è molto più forte e capace di me che lo faccio svogliatamente e senza rendermene conto milioni di volte.

Alex non voleva passare alla storia per l’immagine che milioni di persone hanno ormai visto. Aveva solo voglia di andare a un concerto e ballare come i suoi coetanei. Quello che abbiamo visto accadere è la dimostrazione, come egli stesso dichiara stupito dopo la improvvisa notorietà, che “volere è potere”.

Ad Alex non resta che dire grazie, un ringraziamento grande per la sua veemente e sfrontata richiesta di stare in alto, sempre più su. Alle braccia e alle mani che lo hanno sorretto un abbraccio immenso, come la gioia di Alex. E la paura in un attimo si dissolve.

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