La 59enne era sull’isola per partecipare ad una conferenza presso l’Accademia Ortodossa. La famiglia ha raccolto 37mila euro online per aiutare nelle ricerche e ne ha offerti 50mila per chiunque darà altre informazioni
Il corpo della 59enne Suzanne Eaton è stato trovato senza vita in un bunker della Seconda guerra mondiale nell’isola di Creta, a distanza di dieci giorni dalla sua scomparsa. Stando a quanto riportato dalla polizia, a seguito dell’autopsia, la donna, biologa molecolare americana, è morta per soffocamento e non ci sono lesioni significative sul corpo. “E’ in corso un’indagine per omicidio condotta dalla polizia”, spiega l’Istituto Max Planck di biologia cellulare molecolare e genetica per cui lavorava Eaton.
Sono numerosi i sospetti che fanno pensare che Eaton sia stata uccisa: il suo corpo è infatti stato ritrovato avvolto con tela da imballaggio. Inoltre alcuni testimoni sul luogo, come riferito dai quotidiani americani, hanno dichiarato che è difficile acceder al bunker: si tratta di un sistema di cunicoli fatto costruire dai nazisti durante l’occupazione di Creta. L’ingresso è totalmente coperto da alberi e solo un locale potrebbe sapere come accedervi. La polizia sta indagando se la Eaton sia stata uccisa all’interno del bunker o portata lì a seguito dell’omicidio. Il cadavere si trovava a 60 metri dall’ingresso quando due cretesi che stavano visitando il bunker hanno lanciato l’allarme e sono iniziate fin da subito le operazioni di ricerca nella speranza di ritrovarla.
La donna era sull’isola per partecipare ad una conferenza presso l’Accademia Ortodossa, della quale era un volto conosciuto. I colleghi, descrivendola come una grande amante del jogging, sostengono che fosse uscita per andare a correre, come era sua abitudine fare ogni mattina, dal momento che le scarpe da corsa erano l’unico oggetto mancante dalla sua stanza. Eaton lascia un marito e due figli, Max e Luke. La famiglia ha creato una pagina Facebook per richiedere aiuto e donazioni per la missione di ricerca visto che sono stati richiesti costi aggiuntivi per sostenere le squadre di ricerca e soccorso sia per mare che per terra. Grazie a questa iniziativa sono riusciti a raccogliere circa 37000 euro. Inoltre la famiglia e l’istituto per cui lavorava Suzanne hanno offerto una ricompensa di 50000 euro a chi comunichi informazioni sulla drammatica vicenda. “Ricorderemo per sempre la straordinaria scienziata cosi devota alla propria famiglia e ai propri amici e cosi amata da tutti noi” scrive l’Istituto “ Restiamo increduli di questa tragedia sconvolgente e terribile”.