“Non ho mai pensato di ritirarmi e andare in pensione”. Provaci ancora Woody Allen. La presentazione a San Sebastian del nuovo film dell’autore di Manhattan, con lui e il cast immortalati in foto modello scalinata di Odessa nella Corazzata Potemkin, ha dato la possibilità alla stampa spagnola di tornare sulle polemiche di cui Allen è diventato oggetto durante il #MeToo. L’accusa di molestie della figlia adottiva Dylan, Amazon che blocca la distribuzione di Un giorno di pioggia a New York – che comunque vedremo nelle sale italiane grazie a LuckyRed ad ottobre 2019 -, gli editori in fuga di fronte alla pubblicazione della sua biografia avrebbero steso un leone. Invece Allen è ancora lì. Cappelluccio in testa, magro come un chiodo, il regista newyorchese sta iniziando le riprese di Rivkin’s Festival, titolo per ora provvisorio, film finanziato dal più grande produttore spagnolo dell’audiovisivo, Mediapro. Accanto a lui tre quarti del cast: Sergi Lopez, una matura e rediviva Gina Gershon (Showgirls, Bound – torbido inganno); il popolare attore spagnolo Jaume Roures, Elena Anaya (vista in diversi Almodovar e in Wonder woman) e Wallace Shawn (il Geremia di Manhattan!). “La mia filosofia, da quando ho iniziato molti anni fa nel mondo dello spettacolo, è che qualunque cosa accada è concentrarsi sul mio lavoro – ha spiegato Allen – Non importa cosa succede nella mia vita privata, con mia moglie, i bambini, gli eventi in corso, la politica, le malattie. Mi concentro su quello che faccio sette giorni su sette e questo è tutto”. La Gershon ha difeso Allen: “Vivere oggi negli Stati Uniti è pura follia. Bisogna valutare ogni singola situazione e decidere che posizione prendere. Io, onestamente, sono davvero felice di essere qui su questo set con Allen. È un sogno che si avvera”. La Gershon è una voce fuori dal coro dagli accusatori di Allen (Greta Gerwig, Timothée Chalamet, Colin Firth e Rebecca Hall, tra gli altri) e si aggiunge a quella di Javier Bardem. “Probabilmente morirò mentre sto girando un film”, ha poi concluso Allen con la consueta ironia, in attesa che sul set li raggiunga un altro pezzo da novanta hollywoodiano: Christoph Waltz.