Sono stati rinviati a giudizio per falso in prospetto l’ex presidente di Banca Etruria Giuseppe Fornasari, l’ex direttore generale della banca aretina Luca Bronchi e il responsabile del risk management David Canestri. Lo ha deciso il gup del tribunale di Arezzo Ilaria Cornetti. Il processo sarà celebrato il 10 dicembre davanti al giudice Giovanni Fruganti. Quello sul falso in prospetto è uno dei filoni dell’inchiesta sul crac della banca aretina. Secondo l’accusa, la banca inviò a Consob una relazione non aderente alla realtà dei fatti, in una fase in cui l’istituto di credito era in difficoltà. La successiva collocazione delle obbligazioni subordinate avrebbe così messo a rischio i risparmiatori, come poi avvenuto. Per Pierluigi Boschi, ex vicepresidente dell’istituto e padre dell’ex ministro delle Riforme Maria Elena, l’accusa di falso in prospetto è stata archiviata a febbraio. Fuori dal tribunale di Arezzo un gruppo di “azzerati” dal decreto Salvabanche ha dimostrato chiedendo giustizia: “I tempi rischiano di fare andare in prescrizione alcuni filoni processuali”, ha detto il portavoce del Comitato Giuseppe Leandri.

I tre imputati sono accusati dalla Procura di Arezzo, diretta dal procuratore capo Roberto Rossi, di false comunicazioni al mercato perché avrebbero nascosto i dati sulla reale situazione patrimoniale della banca quando si trattò di emettere alla vigilia della primavera del 2013 due emissioni di obbligazioni subordinate che furono poi azzerate in seguito alla “risoluzione” della Bpel con il decreto Salvabanche. Secondo quanto è emerso dall’inchiesta della Procura, il 15 marzo 2013 il consiglio di amministrazione delegò la redazione del prospetto per le due emissioni di obbligazioni subordinate a Bronchi e al vertice esecutivo della banca composto da Fornasari e Canestri. In questo caso il pool dei pm ha ravvisato la violazione dell’articolo 176 bis del Tuf, che punisce il reato di falso in prospetto.

Nell’ambito del filone principale dell’inchiesta sul crac, Fornasari e Bronchi sono già stati giudicati con il rito abbreviato e condannati per bancarotta fraudolenta a cinque anni, mentre è stato condannato a due anni l’ex vice presidente Alfredo Berni e a un anno per bancarotta semplice l’ex membro del cda Rossano Soldini. Sempre nell’ambito del filone principale dell’inchiesta altre 25 persone (ex consiglieri di amministrazione, ex revisori ed ex dirigenti di Banca Etruria) sono a processo in rito ordinario.

Bronchi, insieme all’ex presidente di Banca Etruria Lorenzo Rosi e ai suoi vice Berni e Pierluigi Boschi figura tra i 17 indagati del filone d’inchiesta sulle consulenze, per alcune centinaia di migliaia di euro, che vennero decise tra giugno e ottobre del 2014 in vista di una possibile fusione di Banca Etruria con un altro istituto. Un altro filone d’inchiesta, per l’ipotesi di bancarotta, riguarda la liquidazione proprio dell’ex direttore generale Luca Bronchi: 1,2 milioni di euro lordi, 700mila euro netti.

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