Tecnologia

Consegne di PC in crescita grazie a Windows 7 e alla paura dei dazi statunitensi

Il mercato PC vive un momentaneo momento di ripresa dovuto all'incremento delle consegne. Gli analisti sospettano che il merito vada alla fine del supporto di Windows 7 e alla paura che il governo statunitense aumenti i dazi per i prodotti di importazione cinese.

Contro ogni aspettativa, fra maggio e giugno 2019 il mercato dei PC ha ripreso a crescere, segnando una crescita su base annua del 4,7% secondo la società di ricerche di mercato IDC e dell’1,5% secondo i calcoli di Gartner. Differenze percentuali dovute a differenti metodi di rilevamento (Gartner non include i Chromebook nei conteggi), e che comunque sono stime preliminari sulle consegne, da consolidare in seguito con i dati definitivi.

Entrambe le società di ricerche imputano all’ampia disponibilità di processori Intel (che erano più difficile da trovare negli ultimi 18 mesi) e al passaggio forzato dei sistemi aziendali a Windows 10 dovuto all’abbandono di Microsoft del supporto per Windows 7.

Secondo i calcoli di IDC, nel periodo in esame sono stati consegnati a livello globale 64.858 milioni di PC. Gartner calcola invece consegne per 63 milioni di unità. L’altro dato importante riguarda la classifica dei primi cinque produttori a livello mondiale: Lenovo ha portato via la medaglia d’oro ad HP, che nel secondo trimetre 2018 era la capolista. Adesso l’azienda statunitense è in seconda posizione, davanti a Dell. Le classifiche divergono per la quarta posizione: IDC la assegna ad Acer lasciando Apple in quinta piazza, Gartner fa l’esatto contrario.

Quello che è da chiarire, visto che i dati sono preliminari, è se i venditori di PC abbiano saturato il canale di vendita approfittando della disponibilità di componenti e per la paura che precipitasse la situazione dei dazi imposti dagli USA sui prodotti di importazione cinese. Intel infatti è riuscita a consegnare grandi quantitativi di microprocessori senza vincoli di fornitura.

Che cosa accadrà ora? Difficile a dirsi, vista la difficile situazione politica fra USA e Cina. Mikako Kitagawa, analista senior di Gartner, sottolinea che “nel secondo trimetre 2019 la guerra commerciale USA-Cina non ha avuto un impatto sul mercato dei PC, ma la prossima fase della guerra dei dazi potrebbe avere un impatto significativo. La maggior parte dei notebook e tablet è attualmente prodotta in Cina, e le vendite di questi dispositivi negli Stati Uniti potrebbero essere penalizzate da aumenti di prezzo significativi […] a cui i venditori non potrebbero porre rimedio”. La situazione quindi è tutt’altro che definita. Per un certo periodo di tempo le scorte accumulate a magazzino con le importazioni sovrastimate potranno tamponare la situazione, poi sarà tutto da vedere.

Gartner e IDC forniscono anche uno spaccato della situazione in Europa, dove il mercato dei PC ha guadagnato l’1,7% rispetto allo stesso periodo del 2018 (Gartner). Tutto il merito va all’impennata della domanda aziendale dovuta al passaggio a Windows 10. Resta molto debole la domanda parte dei consumatori, che non trovano nei nuovi prodotti un salto innovativo tale da giustificare il pensionamento di sistemi datati, ma ancora funzionanti. Fanno eccezione solo i PC da gioco e i portatili di fascia alta.