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Crescita, Bankitalia taglia ancora le stime sul 2019: +0,1%. Visco: “Continuare con politica di bilancio prudente”

Il numero uno di via Nazionale ha detto che "le imprese si attendono un rallentamento della domanda e un’espansione molto modesta degli investimenti nel complesso dell’anno". Di qui la nuova sforbiciata: a inizio anno la previsione era di +0,6% e a giugno era stata portata a +0,3%. Tria ostenta ottimismo: "La nostra stima resta +0,2%. Sfumati i dubbi immotivati sulle coerenze politiche del nuovo governo con il quadro delle regole Ue"
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Nuovo taglio delle previsioni di crescita da parte di Bankitalia. Via Nazionale, nel nuovo Bollettino economico pubblicato venerdì, ha ridotto la stima di progresso del pil italiano nel 2019 a +0,1% rispetto al +0,3% di giugno e al +0,6% di gennaio. In compenso ha migliorato leggermente quelle per il prossimo anno, da +0,7 a +0,8%, e per il 2021, da +0,9 a +1 per cento. La nuova sforbiciata allinea il dato alle ultime previsioni della Commissione europea, mentre il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha detto che governo si attende un +0,2%. La proiezione era stata anticipata dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, durante il suo intervento all’assemblea dell’Abi. “Secondo le nostre indagini, le imprese si attendono un rallentamento della domanda e un’espansione molto modesta degli investimenti nel complesso dell’anno”, ha detto Visco. Peraltro “su queste stime pesano rischi connessi sia con gli sviluppi internazionali, sia con la domanda interna”. L’Italia secondo il governatore “ha pagato il prezzo del ritardo con cui ha reagito all’apertura dei mercati a livello globale e al cambiamento tecnologico“.

Le tensioni sullo spread, ha notato Visco, “si sono attenuate” con lo stop della Commissione Ue alla procedura d’infrazione sul debito italiano, grazie all’assestamento dei conti deciso dal governo. Ma “per consolidare questi risultati e ridurre ulteriormente il costo del debito pubblico l’orientamento prudente della politica di bilancio andrà confermato in un quadro di più lungo periodo”. Anche perché “se il calo dello spread continuasse e il costo del debito scendesse sotto il tasso di crescita nominale del Pil sarebbe più facile ridurre l’incidenza del debito sul prodotto”. Visto che “i mercati hanno risposto positivamente alle recenti decisioni del governo italiano e della Commissione europea”, “è possibile innescare il circolo virtuoso tra politiche di bilancio e condizioni finanziarie dal quale può derivare un impulso forte e duraturo all’attività economica”.

Il ministro dell’Economia Giovanni Tria intervenendo all’assemblea ha però ostentato ottimismo: “Un anno fa ero qui a descrivere uno scenario significativamente diverso dall’attuale, e sono sfumati, di fronte alla realtà dei fatti e delle azioni, i dubbi immotivatamente diffusi sulle coerenze politiche del nuovo governo con il quadro delle regole europee”. Secondo il titolare del Tesoro, in un “contesto internazionale difficile” l’andamento dell’economia italiana “da inizio anno è nel complesso soddisfacente” perché è diventato più stabile. Di conseguenza “riteniamo che la previsione della crescita del Pil per il 2019 allo 0,2% reale”, lo 0,1% in più rispetto alle stime di Ue e Bankitalia, “e all’1,2% nominale sia ancora valida seppure permangano rischi al ribasso”.

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