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Olimpiadi, ma non solo: dal golf al tennis, l’Italia diventa patria dei grandi eventi sportivi. Il costo: oltre un miliardo di euro

Nel prossimo decennio il nostro Paese ospiterà almeno dieci tornei internazionali: dietro questo attivismo c'è la politica, in primis il Pd che spinse per la Ryder Cup e la Lega che ha voluto i Giochi al Nord, ma anche il M5s con le Atp Finals a Torino. Il Paese ha deciso di puntare tutto su queste manifestazioni per rilanciare lo sport, rinunciando però a investimenti e risorse per la base del nostro movimento

Le Olimpiadi e gli Europei, la Ryder Cup e le Atp finals, grandi e piccini, professionisti e dilettanti, discipline popolari o incredibilmente di nicchia: ce n’è per tutti i gusti. E per tutte le tasche. Benvenuti in Italia, patria dei grandi eventi sportivi: nel prossimo decennio il nostro Paese ospiterà almeno dieci manifestazioni internazionali. Per la gioia degli sportivi ma soprattutto di chi le ha promosse, le gestirà e ne incasserà i benefici: non solo i grandi capi dello sport, dal n.1 del Coni Giovanni Malagò ai presidenti federali, anche la politica. Dietro l’attivismo italiano ci sono i partiti, che appoggiano a turno questo o quell’evento, convinti di poterne gestire le risorse e incassare il consenso che porterà in dote. In prima fila ovviamente il Pd che ai tempi del ministero di Luca Lotti aveva creato un impero, ora la Lega che finalmente è riuscita a portare i Giochi al Nord. Ma dalla spartizione non è escluso nessuno. Nemmeno il Movimento 5 stelle che ha fatto la guerra a golf e Giochi, ma ha preteso e ottenuto per la sua sindaca Appendino il tennis a Torino. A ciascuno il suo torneo e i suoi interessi. Il conto finale, però, è piuttosto salato: oltre un miliardo di euro.

DALLE OLIMPIADI AGLI EUROPEI DI CALCIO – Ogni volta che si tratta di candidarsi, si aprono i dibattiti e si moltiplicano le polemiche su opere e sprechi, possibili benefici e sicuri costi. Ci si interroga se lo sport sia una priorità, se le risorse non potrebbero essere impiegate meglio per lo stesso movimento sportivo, magari con investimenti sulla base invece che sul vertice della piramide. L’Italia però sembra avere scelto la sua via, almeno a guardare il calendario dei prossimi anni. A partire dai Cinque cerchi: Malagò ci aveva provato con Roma 2024, ci è riuscito con Milano-Cortina 2026, con l’appoggio di Pd (nella figura del sindaco Beppe Sala) e Lega. Resta da capire il costo per lo Stato: nel dossier ci sono 230 milioni di euro di investimenti pubblici, più gli oneri per la sicurezza (quantificati in 400 milioni). Regioni o amministrazione centrale, sempre di soldi pubblici si tratta: almeno 600 milioni, ammesso che il budget non aumenti (come è sempre successo in passato). Poi c’è il pallone, che in Italia vuole sempre la sua parte. Fra un anno a Roma calcio d’inizio di Euro 2020, edizione itinerante che vedrà 4 partite (fra cui quella inaugurale) nella Capitale, seconda solo a Londra che avrà la finale. Il precedente esecutivo aveva stanziato circa 10 milioni, altrettanti (per lo più dal Coni) servono per ristrutturare lo stadio Olimpico. Intanto nelle ultime due settimane è andato in scena l’antipasto, ovvero l’Europeo Under 21: anche qui il governo ci ha messo circa 5 milioni (più un contributo Figc).

GOLF, TENNIS, SCI: QUANTI SOLDI PER GLI SPORT “MINORI” – Dietro il calcio, si muovono gli altri sport. L’evento che più ha suscitato clamore è senza dubbio la Ryder Cup 2022: per sostenere il faraonico progetto italiano, a fine 2016 il governo Pd aveva letteralmente “nascosto” 60 milioni di contributi pubblici nella finanziaria (più altri 97 di garanzia). Nelle stesse leggi finanziarie, però, c’erano pure altri due contributi di cui si è parlato meno: 100 e 40 milioni (rispettivamente per i lavori sulle strade di Anas e le opere sugli impianti) per i Mondiali di sci 2021 a Cortina, che ora tornano utili anche per le Olimpiadi. I ritardi sono già conclamati. Simile il finanziamento di 78 milioni di euro, approvato dal governo gialloverde, che ha permesso a Torino di aggiudicarsi le Atp Finals di tennis: di fatto un risarcimento per l’esclusione dalla candidatura olimpica, non proprio a buon mercato (infatti qualcuno si è chiesto come mai i Cinquestelle, tanto contrari alla Ryder, avessero cambiato idea). Nel 2018 ci sono stati i Mondiali di Volley (4 milioni dal governo). Ora sono in corso a Napoli le Universiadi: altra tipologia, organizzazione e risorse (il Coni non ci ha messo mano, è iniziativa degli enti locali), ma costo esorbitante da 270 milioni (tutti regionali, sbloccati da vari fondi per investimenti) e gestione discutibile. Alla lista potremmo aggiungere anche Mondiali ed Europei di tiro a volo (quest’anno a Lonato sul Garda), o il Grand Prix di Taekwondo 2018 e 2019 a Roma (costa circa 700mila euro, li mette il Coni).

CONTO DA OLTRE UN MILIARDO. E NON È ANCORA FINITA – Il conto che viene fuori è abbastanza salato: circa 1,2 miliardi di euro. Ma la cifra potrebbe anche lievitare: in ballo ci sono altri tre progetti, in stadio più o meno avanzato. I Giochi del Mediterraneo 2025 a Taranto, candidatura sponsorizzata anche da Barbara Lezzi, ministra in quota M5s che in città deve recuperare tanto terreno dopo la gestione del caso Ilva: il dossier ancora non c’è, si parla di circa 65 milioni. Gli europei multidisciplinari 2022 a Roma, un nuovo torneo che riunisce le competizioni continentali di vari sport (a partire dall’atletica che guida il progetto, insieme al nuoto) e piace all’amministrazione di Virginia Raggi (ma servirà l’appoggio del governo). Infine gli Europei di calcio 2028: l’Italia ci ha provato più volte in passato e potrebbe rifarlo, qui parliamo di un maxi-evento da centinaia di milioni (e tanti stadi da rifare: chi paga?).

SOLDI PER LO SPORT O SOLO PER I GRANDI EVENTI? – Non si può dire che l’Italia non investa sullo sport, anche se questi soldi più che allo sport sono destinati ai grandi eventi sportivi. Da sempre, infatti, il movimento lamenta carenze di fondi, promozione, impianti. Ogni anno ci sono 410 milioni di contributi pubblici (in passato versati al Coni, ora saranno gestiti soprattutto dalla nuova partecipata governativa Sport e salute), ma gran parte di questi se ne vanno in costi di funzionamento e nel mantenimento dei carrozzoni federali, pochi arrivano effettivamente sul territorio. Di recente il governo Renzi aveva lanciato un grande piano per l’impiantistica (Sport e periferie), l’unico grosso investimento per la base, ma anche questo ha dato risultati contrastanti. Così i soldi veri sono (quasi) tutti per i grandi eventi: del resto c’è una corrente di pensiero che sostiene sia l’investimento migliore, per trascinare verso l’alto tutto il movimento. Di sicuro ne è convinta l’Italia che ha deciso di puntare tutto su queste manifestazioni. Sperando che serva davvero allo sport italiano e non solo a chi le organizza.

Twitter: @lVendemiale