Luigi Di Maio difende a spada tratta Chiara Appendino contro le “minoranze rancorose“. Anche se dovesse dimettersi: “Sto con lei qualsiasi cosa decida di fare” Ma il trasloco del Salone dell’Auto da Torino a Milano diventa terreno per un nuovo, durissimo, scontro frontale fra la Lega e il Movimento 5 Stelle. Perché nella città già spaccata dal dibattito Tav Sì-Tav No, Matteo Salvini coglie la palla al balzo per attaccare senza mezzi termini l’alleato di governo. “Anche il Salone dell’Auto scappa da Torino: dopo le Olimpiadi e i ritardi sulla Tav altro danno dei 5Stelle alla città. Basta, non si governa solo con i no“, ha detto il numero uno del Carroccio. “Date una valeriana a Salvini”, la replica piccata dei pentastellati, attraverso le solite “fonti” di palazzo, nelle ore immediatamente precedenti alla resa dei conti, in serata, fra il capo politico e i consiglieri torinesi. Alcuni dei quali con mozioni e dichiarazioni più o meno ufficiali, hanno fornito l’assist decisivo agli organizzatori per annunciare il cambio di città, aprendo la crisi a Palazzo Civico.

DI MAIO: “CHIARA? IL FUTURO DEL MOVIMENTO” – Le indiscrezioni parlano di una Chiara Appendino sul punto di dimettersi. Proprio l’imminente arrivo di Di Maio sotto la Mole è pensato da una parte per provare a far desistere la sindaca, mostrandole vicinanza incondizionata, dall’altra a richiamare all’ordine la maggioranza, provando a capire se le condizioni per andare avanti effettivamente esistano. “Oggi Chiara è giustamente molto arrabbiata – ha scritto Di Maio sui social – per un’occasione di investimento che ha perso Torino, in cui ci sono anche responsabilità dei consiglieri M5S di maggioranza. Qualsiasi decisione prenderà io starò sempre dalla sua parte“. E ancora “Chiara è una delle donne più coraggiose che abbia mai conosciuto. Rappresenta il futuro del movimento”. E di chi la starebbe ostacolando: “Esiste sempre una piccola minoranza, che io definisco i nemici della contentezza“, quelli che si credono “portatori della conoscenza divina su cosa significhi essere del MoVimento”. Frasi non banali, perché non toccano solo il dibattito torinese.

GLI ATTACCHI DI SALVINI – La battaglia interna alla maggioranza torinese ha fatto sì che i pentastellati prestassero il fianco all’alleato-rivale leghista. E a Matteo Salvini, che in una giornata prodiga di dichiarazioni non si è lasciato sfuggire l’occasione per rinfacciare al M5S sia “i ritardi della Tav“, sia l’assegnazioni alla sua Milano delle Olimpiadi invernali 2026, cui inizialmente si era candidata proprio Torino. “Ogni giorno ce n’è una“, spiegano “fonti M5S” all’AdnKronos. “Da Roma alle falsità sugli emendamenti al decreto sicurezza bis, passando per il Salone dell’Auto, l’Autonomia, gli attacchi alla Difesa, a Conte. Ora basta, non se ne può più, dategli una valeriana“, il messaggio affidato all’agenzia di stampa che rischia di acuire oltremodo uno scontro mai così forte nell’ultimo mese fra i due alleati.

TREMA PALAZZO CIVICO – Spalleggiata da Di Maio, Appendino potrebbe anche decidere di andare avanti, magari attraverso un rimpasto di Giunta che preveda in primis l’uscita del vicesindaco Guido Montanari, accusato da più parti di essere fra coloro che ha “provocato” l’addio della manifestazione. A quel punto, sarebbe la maggioranza M5S in consiglio comunale a decretare se sostenere la prima cittadina. “Ha ereditato dal Pd un comune quasi in default, governato da colui che fu definito il sindaco più apprezzato d’Italia“, ha detto ancora della sua pupilla il capo politico, con attacco indiretto a Piero Fassino. Il quale poco prima aveva affermato che “Appendino sta demolendo una città”. “E’ il miglior sindaco che Milano abbia mai avuto”, ironizzano dal Pd, mentre proprio il primo cittadino meneghino, Giuseppe Sala, prende tempo: “Nessuna ostilità verso Torino ma ascolteremo ciò che avranno da dirci gli organizzatori“.

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