Il Luigi Barone che nei giorni scorsi ha annunciato festante l’inaugurazione dei primi cento circoli per le ‘Primarie del BuonGoverno – Mastella Presidente’, con l’intento di tirare la volata al buon Clemente Mastella in casa Forza Italia nella corsa a governatore della Campania, non è un omonimo del Luigi Barone che risulta, sul sito istituzionale della Regione Campania, come il nono tra i dieci consiglieri dell’attuale governatore Pd Vincenzo De Luca. È proprio lui. Ed è lo stesso Luigi Barone ex segretario dell’allora ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo, all’epoca in quota Ncd. Con la quale Barone nel gennaio 2014 ha diviso lo scandalo delle registrazioni clandestine delle pressioni sull’Asl di Benevento, le conseguenti dimissioni della parlamentare da ministro dell’agonizzante governo Letta, e un’imputazione di associazione a delinquere in un processo ancora in corso.
Una settimana fa abbiamo contattato lo staff di De Luca per chiedere lumi sull’incarico, gratuito, di Barone consigliere alle “problematiche relative alla sicurezza per l’organizzazione della Summer Universiade 2019” in corso proprio in questi giorni a Napoli. Sottolineando l’anomalia politica di un consigliere di un governatore Pd che si adopera alla campagna elettorale di un potenziale avversario di Forza Italia. Ci hanno informato che l’incarico gli sarebbe stato revocato da un pezzo, e che il suo nome sarebbe stato rimosso al più presto dal sito. Cosa che è avvenuta, ma solo dopo la pubblicazione di questo articolo. I tempi lenti dei web master della pubblica amministrazione. Invece Barone è stato rapido. A ricollocarsi da un partito all’altro, da un politico all’altro, in una carriera costellata di importanti nomine. L’ultima risale a fine dicembre. Mastella, in qualità di sindaco di Benevento, lo ha designato presidente dell’Azienda Sviluppo Industriale locale. Nel suo curriculum si rintraccia solo un incarico che spiegherebbe la promozione all’Asi: nel 2012 fu componente del comitato direttivo del consorzio Area Industriale. Prima aveva tentato la carriera di giornalista. Per il giornale Avvenire, e poi per il Sannio Quotidiano, il giornale di Luca Colasanto, lo stampatore ed ex consigliere regionale di Forza Italia che fece chiudere la Voce di Indro Montanelli.
Ma quando la concittadina beneventana De Girolamo spicca il salto nel governo, per Barone si aprono le porte dei palazzi. Direttore di Aiol, il quotidiano on line del ministero, e poi capo della segreteria del ministro fino alle dimissioni. Nel frattempo gli azzurri trasmigrati dall’esecutivo Letta a quello Renzi si sono riciclati in Ncd dietro Angelino Alfano. E Barone resta a Roma a lavorare alle Relazioni Istituzionali del sottosegretario alla Difesa Gioacchino Alfano. In quel periodo, con Angelino Alfano ministro dell’Interno, Barone viene intercettato al telefono con il beneventano ‘re dei migranti’ Paolo Di Donato, arrestato e rinviato a giudizio per aver lucrato sull’accoglienza dei profughi ospitati in baracche e nutriti con alimenti scaduti e latte annacquato. Nella conversazione, priva di rilevanza penale per Barone, Di Donato lo informa di aver saputo dei controlli dei carabinieri del Nas. Poi subito dopo Di Donato chiama un alto funzionario della Prefettura. Per eliminare ogni irregolarità nei centri prima dell’arrivo dei Nas. De Girolamo tornerà con Berlusconi, Barone invece resterà con gli alfaniani. Con la dissoluzione di Ncd, seguirà il campano Gioacchino Alfano nell’avventura di ‘Alternativa Popolare’, il partitino di Beatrice Lorenzin alleato col Pd alle ultime politiche. Gioacchino Alfano strappa così una (sfortunata) candidatura in un collegio napoletano, Barone un posticino nella squadra di Vincenzo De Luca. Ora rieccolo in Forza Italia con Mastella. Poi chissà.
aggiornato da Redazione Web alle 19.17 di sabato 13 luglio 2019