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Giustizia & Impunità - 13 Luglio 2019
Riforma Giustizia, Gratteri: “Dev’essere una rivoluzione. C’è tanta ipocrisia, chi ha potere non vuole essere controllato”
“La riforma della giustizia dev’essere una rivoluzione che, tenendo al centro la Costituzione, debba rendere ‘non conveniente’ delinquere”. Il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, davanti al pubblico di ‘Liguria D’Autore’ a Montemarcello (Ameglia, La Spezia), in dialogo con Peter Gomez e Gianluigi Nuzzi, ha illustrato alcune delle modifiche che farebbe al sistema della giustizia. Tra gli altri aspetti quello di ‘digitalizzare’ i procedimenti, e rivedere i criteri con cui si riconoscono i benefici ai detenuti perché attualmente uno dei punti più critici è proprio l’esecuzione della pena: “Spesso oggi in carcere sono i mafiosi le persone a ottenere benefici mentre i più poveri scontano la pena fino all’ultimo giorno”.
Mostrare i ‘muscoli’ con i pattuglioni di polizia per le strade a colpire gli ultimi anelli della catena delle mafie come possono essere i piccoli spacciatori “può aiutare a dare consenso, ma non serve a nulla, la presenza massiccia di polizia per le strade o per le scorte è uno strumento da anni ’50, oggi servirebbe più investigazione informatica, persone capaci di effettuare intercettazioni e interpretarle, per risalire la catena di comando e colpire alla radice le organizzazioni criminali”.