Andare in vacanza dovrebbe essere una possibilità per tutti ma purtroppo non è sempre così: per le persone con disabilità diventa più complicato. Prenotare strutture inclusive senza barriere architettoniche a prezzi non eccessivi, organizzare trasporti con mezzi appropriati e trovare centri balneari o di montagna idonei risulta, molto spesso, qualcosa di particolarmente difficile in Italia. I problemi che sono costretti ad affrontare sono diversi, come la ricerca di siti accessibili per le carrozzine, le difficoltà di affrontare viaggi in aereo, gli ostacoli per un turismo inclusivo oltre che la ricerca di volontari che possano aiutare a vivere meglio un periodo di svago, dando così un po’ di sollievo anche alle famiglie dei disabili. In più per molti di loro viaggiare non significa solo prendere un pullman, un treno o un aereo per spostarsi dall’altra parte del mondo, ma vuol dire soprattutto uscire di casa, relazionarsi, stringere amicizie e scoprire realtà nuove.

Secondo l’European Network for Accessible Tourism (Enat) si stima che in Europa siano circa 50 milioni i viaggiatori con disabilità che ogni anno si spostano da un posto all’altro. Se consideriamo anche gli anziani non autosufficienti, le persone con difficoltà motorie temporanee e le famiglie con bambini piccoli che usano i passeggini, i numeri aumentano fino a 150 milioni. Se poi si considerano anche accompagnatori, amici e familiari si arriva a circa 400 milioni di viaggiatori ogni anno. Quali sono i principali ostacoli da affrontare? Perché risulta ancora molto complesso organizzare un viaggio accessibile per un disabile in Italia? Per denunciare quali sono i problemi più rilevanti e offrire anche suggerimenti, Ilfattoquotidiano.it ha contattato Giulia Lamarca, attivista per i diritti dei disabili che ha creato, tra le varie cose, anche un blog, un profilo Instagram e un canale YouTube rivolti a tutti per raccontare i molti viaggi accessibili fatti personalmente, e Marco Rasconi, presidente dell’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare (UILDM), che da oltre 10 anni organizza vacanze inclusive al mare in Toscana che hanno visto protagoniste in totale decine di persone con disabilità gravi.

IL PRIMO PASSO (DIFFICILE) E’ TROVARE STRUTTURE ACCESSIBILI IN ITALIA – Durante la programmazione di un soggiorno la prenotazione è sempre il punto cruciale e più complesso. Prenotare una struttura che sia agibile è il primo aspetto per iniziare ad organizzare una vacanza insieme a persone con disabilità motorie, sensoriali e intellettive. “Spesso sui vari siti di prenotazione online, come ad esempio booking.com, si possono selezionare i filtri con le strutture accessibili in carrozzina, ma molto spesso, dato che le strutture sono autocertificate, non sono davvero accessibili. Molte volte con mio marito Andrea abbiamo incontrato dei gradini o il ristorante era all’ultimo piano non raggiunto con l’ascensore o il bagno non era accessibile e così via”, denuncia al Fatto.it Lamarca. Infatti, manca un piano nazionale omogeneo di mappatura di tutte le strutture alberghiere accessibili, che riguarda soprattutto gli stabilimenti balneari e di montagna, oltre al fatto che bisognerebbe aumentare gli investimenti pubblici e migliorare la progettualità per abbattere le tante barriere architettoniche ancora assai diffuse a 30 anni dalla promulgazione di una legge ad hoc.

NORME INTERNAZIONALI SUI VOLI NON ADOTTATE DA TUTTI GLI STATI – Non tutti conoscono bene la legislazione dell’Ue sui voli aerei, specialmente per quanto riguarda il diritto alla mobilità, all’accessibilità e all’assistenza personale durante le operazioni di imbarco e il trasporto della carrozzina. “Esistono dei regolamenti internazionali ma non sono adottati da tutti gli Stati e in ogni caso le varie compagnie aeree possono avere regole interne differenti, che però creano non poca confusione e spesso anche gravi problemi per noi turisti disabili. Spesso c’è uno scarico di responsabilità tra le compagnie aeree e gli aeroporti legato ai disservizi”, dice Giulia. Lamarca racconta che “una volta a me e mio marito è successo che ci fosse negato l’imbarco perché non potevano garantire l’assistenza, mentre durante un altro scalo mi hanno quasi perso la carrozzina e ci hanno risposto di non preoccuparci perché si trattava ‘soltanto’ di un bagaglio. Ad oggi – aggiunge con amarezza l’attivista – non si comprende ancora che la carrozzina e gli ausili non sono un bagaglio ma sono le nostre gambe. Durante i check-in sembra di fare sempre delle contrattazioni per i posti a sedere con l’accompagnatore vicino”.

PROBLEMA BAGNO ACCESSIBILE PER I LUNGHI VIAGGI IN AEREO – Sempre in tema di viaggi aerei, uno dei problemi maggiori che si riscontrano sono i bagni accessibili per disabili durante il volo. “I bagni sono sempre troppo piccoli, non permettono ad una persona che non sia in grado di alzarsi di avvicinarsi con la carrozzina per entrare” evidenzia Giulia che collabora anche con enti del turismo e aziende private nell’ambito del turismo accessibile, organizzando e progettando itinerari inclusivi, promozione e divulgazione di strutture e attività accessibili. “Spesso la carrozzina che tutti gli aerei dovrebbero avere a bordo non è presente o gli assistenti di volo non sanno dove trovarla o in ogni caso è troppo lungo il tempo impiegato per richiedere l’assistenza, aspettare che recuperino e preparino la carrozzina e raggiungere i servizi. Tante persone con cui parlo evitano i viaggi aerei esclusivamente per il problema legato ai bagni che – aggiunge Giulia – su un volo di diverse ore diventa un problema insormontabile”.

MANCA UN DATABASE COMUNE IN TUTTA ITALIA DELLE TARGHE CON TAGLIANDO PER INVALIDI PER I PASSAGGI LIBERI IN ZTL – La carenza dei servizi offerti e soprattutto la possibilità di scelta per le attività legate al turismo per tutti sono due grandi lacune che i disabili riscontrano in Italia. Esiste ancora un gap molto marcato tra le possibilità e le attività fornite ad un viaggiatore “normodotato” rispetto ad uno con disabilità. “Mi piacerebbe trovare più attività accessibili, che tra l’altro risultano anche più fruibili dalle persone normodotate, così da ampliare automaticamente la scelta per persone con disabilità e di conseguenza anche il target di mercato al quale ci si riferisce”, dice al Fatto.it Lamarca. Inoltre non esiste un database comune in tutta Italia delle targhe delle macchine che utilizzano il tagliando per invalidi che permette di fare passaggi liberi in ZTL, quindi ogni volta che si entra in una diversa città bisogna fare sempre le segnalazioni per non pagare multe. “Non c’è una documentazione comune neanche nei Paesi europei che possa essere accettata da tutti come certificato di invalidità. Per ogni città si scoprono dei documenti o delle richieste di certificazioni nuove, questo rende tutto molto difficile e non permette alle volte di accedere alle scontistiche che ogni Paese prevede per le persone con disabilità”, sottolinea Giulia.

“DA 16 ANNI ORGANIZZIAMO VACANZE ACCESSIBILI PER DECINE DI PERSONE CON DIVERSE DISABILITA’” – Il primo grande problema che deve affrontare una persona con disabilità è quello di trovare un luogo di vacanza accessibile e spazi idonei per la sua mobilità. Questo è moltiplicato quando a spostarsi tutti insieme sono decine di persone in carrozzina, con amici, assistenti e volontari al seguito. Marco Rasconi, con Atrofia muscolare spinale, è il presidente nazionale della UILDM ed è stato per quasi 10 anni anche il numero uno della sezione dell’associazione a Milano. Per offrire l’opportunità di andare al mare ai propri associati, Rasconi si impegna attivamente per organizzare due settimane inclusive ad agosto in Toscana. “Da 16 anni organizziamo vacanze estive fruibili al 100% anche per disabili gravi che, ad esempio, vivono con il respiratore e si muovono utilizzando una carrozzina elettronica”. Diversi sono gli aspetti di complessità che l’associazione deve garantire ai partecipanti, tra questi il trasporto con furgoni accessibili e il costo non troppo elevato del soggiorno, per poter venire incontro alle esigenze di tutti. “Il nostro obiettivo – spiega Rasconi al Fatto.it – è permettere a persone con disabilità grave di fare una vacanza in autonomia senza per forza essere accompagnati dai genitori, ma vengono comunque seguite da personale formato direttamente dall’associazione, garantendo un’assistenza personale di qualità e in sicurezza”.

“CERCHIAMO NUOVI VOLONTARI PER ACCOMPAGNARCI IN VACANZA AL MARE” – Offrirsi volontari per accompagnare disabili in vacanza non è scontato, soprattutto quando si tratta di persone con gravi disabilità. “Per me è stata un’esperienza unica, a volte può cambiare la vita perché ti trasmette emozioni e sensazioni straordinarie” dice al Fatto.it Chiara, una volontaria dell’associazione. “Ero un po’ titubante all’inizio ma poi mi sono trovato benissimo, ci siamo divertiti parecchio in spiaggia, in discoteca, nei locali a fare il karaoke. Ho capito i veri valori della vita e suggerisco questo progetto ad altri giovani come me” aggiunge Luca, un altro volontario. “La fase del reclutamento dei nostri volontari – spiega il numero uno della UILDM – è fondamentale per la buona riuscita del soggiorno estivo. Anche il ruolo dei ragazzi e delle ragazze che svolgono il Servizio Civile con noi è doppiamente importante: con il loro contributo si permette ad una persona disabile di andare al mare e divertirsi come tutti e, allo stesso tempo, i giovani del Servizio Civile vengono formati come assistenti personali in vista di un eventuale inserimento lavorativo, si specializzano in una professione sicuramente complessa ma che regala anche molte soddisfazioni personali”. A questo soggiorno estivo realizzato grazie alla preziosa collaborazione del Comune di Campiglia Marittima, in provincia di Livorno, che mette a disposizione un edificio scolastico come struttura di accoglienza e i pasti della mensa della scuola, partecipano ogni estate in media 50 persone, di cui almeno 15 disabili con differenti patologie: vi aderiscono focomelici, distrofici, persone con tetraparesi spastica, oltre che con atrofia muscolare spinale e soggetti con disabilità intellettive e sensoriali.

”FACCIAMO CRESCERE IL TURISMO ACCESSIBILE PER TUTTI” – L’attivista Giulia Lamarca, attraverso i social, vuole far crescere le possibilità del turismo fruibile per tutti, facendolo migliorare anche come business dal carattere sociale e inclusivo. “E’ essenziale creare possibilità economiche legate al turismo accessibile. Bisogna cambiare l’approccio a questo settore, che possiede tutti i numeri per diventare molto competitivo e vantaggioso per diversi soggetti. Sono una paladina dei pari diritti e credo che quello che manchi oggi sia dare una possibilità a tutti” spiega Giulia. “Si pensa sempre alle persone e ai viaggiatori con disabilità come ad una piccola nicchia, poco influente sul mercato dei viaggi. Niente di più falso. Rispetto a 10 anni fa c’è stato un aumento del 6,8% in più dei disabili che viaggiano per fare una vacanza. Questi numeri – aggiunge Lamarca – sono destinati ad aumentare sempre di più nel prossimo futuro perché la tecnologia sta migliorando la qualità di vita delle persone, a beneficio anche della nostra mobilità”. Secondo Giulia questi dati si traducono in centinaia di milioni di euro di possibili ricavi per tutte le aziende del settore alberghiero, hospitality e ricreativo. “Se creassimo servizi più inclusivi già in partenza, non sarebbero necessari grandi investimenti, ma soltanto una progettazione più intelligente e una comunicazione più mirata, riferendosi al giusto target di persone, può rispettare le esigenze di tutti”.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Alessandria, sul referto il medico scrive: “Omosessuale”. L’Asl: “Dati concordati col paziente, comunque protetti”

next
Articolo Successivo

Nepal, la storia delle donne che si ribellano alla segregazione quando hanno le mestruazioni: “Ogni anno una di noi muore”

next