Il sistema operativo proprietario a cui sta lavorando Huawei ha un nome: in Europa si chiamerà Harmony OS. L’informazione deriva dalla richiesta ufficiale depositata il 12 luglio scorso dall’azienda cinese presso lo European Union Intellectual Property Office, l’ufficio dell’unione Europea per la proprietà intellettuale. Nel documento si evince che il sistema operativo sarà compatibile sia con gli smartphone che con i computer.
Harmony OS dovrebbe quindi essere la trasposizione occidentale di quello che finora era conosciuto con il nome di HongMeng, e che potrebbe essere ben di più di un piano B, com’era stato interpretato nelle settimane immediatamente successive all’inserimento di Huawei nella lista nera degli USA per motivi di sicurezza nazionale. I segnali di apertura degli Stati Uniti si stanno moltiplicando, ma è indubbio che il rapporto dell’azienda cinese con Google sia diventato meno solido. Anche per il futuro, disporre un un’alternativa “chiavi in mano” ad Android potrebbe fare la differenza. Secondo indiscrezioni ci sarebbe circa un milione di dispositivi su cui è attiva una versione di test del nuovo sistema, di cui non è stata ufficializzata una data di annuncio. Si vocifera che potrebbe arrivare già in autunno, ma l’informazione è da prendere con il beneficio d’inventario.
Intanto, secondo una fonte anonima riportata dall’agenzia di stampa Reuters, le aziende statunitensi che hanno chiesto di poter tornare a fare affari con Huawei potrebbero ottenere il nulla osta dal Dipartimento del Commercio in due o massimo 4 settimane. Lo avrebbe dichiarato un rappresentate del Dipartimento in oggetto nel corso di un incontro ufficiale con delle richiedenti. La tempistica indicata però non dev’essere data per scontata, perché è possibile che le richieste vengano valutate una per una, e non sono noti i criteri di approvazione.