“Sconsigliai a Salvini di partecipare” all’incontro del Metropol: “Sapevo che aveva un appuntamento importante, doveva chiudere la campagna elettorale a Trento“. Al Corriere della Sera parla Fabrizio Candoni, manager e fondatore di Confindustria Russia insieme all’attuale Ernesto Ferlenghi, quest’ultimo tutt’ora vicepresidente esecutivo di Eni per Russia&Central Asia Market Development e fra i nomi che sono emersi nell’intrigata vicenda dei rapporti fra la Lega e gli emissari di Mosca.
Al quotidiano di via Solferino, Candoni racconta: “Ero stato invitato anch’io all’hotel Metropol. Ma la prima regola che impari a Mosca è che non si partecipa alle cene con persone che non si conoscono e che non si mescolano mai business e politica“. Secondo Candoni, sia Gianluca Savoini sia Claudio D’Amico “non hanno capito in cosa sono finiti. A Mosca tutti conoscono tutti, ma Savoini non l’ha capito. Lo sanno tutti che il petrolio è in mano a cinque-sei persone. E non si discute di affari al Metropol, che a Mosca è come l’Ikea“.
E ancora: “I russi non si siedono a negoziare di petrolio, viene discusso a livello di governi che chiamano in campo i loro champion. Si figuri se l’Eni si fa rappresentare da persone di quel livello“. Secondo Candoni, “quella sera sembrava il Grande Fratello. Penso che non siano finiti gli audio, ci sono quelli che escono e quelli che non escono. In queste cose è così. Ci possono essere anche tantissimi mandanti”. Il manager svela anche che “sono io che quattro-cinque anni fa l’ho portato da Putin per riconoscere la Crimea. Gli ho portato fortuna: stava al 2 per cento e ora sta al 40 per cento”.
Su Repubblica, invece, appare una intervista all’avvocato e manager Andrea Mascetti, il cui nome è apparso negli audio pubblicati da BuzzFeed. “Il mio ruolo di consigliere indipendente nel board di Intesa Russia è pubblico e qualcuno avrà speso il mio nome senza cognizione di causa”, dice, affermando di non sapere nulla dell’incontro all’hotel Metropol di Mosca su presunti finanziamenti russi alla Lega, e di non avere “la minima idea” del perché il suo nome sia stato speso a quel tavolo. Mascetti spiega di conoscere Gianluca Savoini, il presidente dell’associazione Lombardia-Russia finito al centro dell’inchiesta della procura di Milano, “da molti anni. È un militante storico della Lega come il sottoscritto. Io mi sono ritirato da tempo dalla politica attiva ma, essendo iscritto dal 1996, della Lega ‘storica’ conosco un po’ tutti”.
Mascetti aggiunge di non conoscere l’avvocato Gianluca Meranda e riguardo a Claudio D’Amico, consigliere nello staff di Salvini, sottolinea: “So che è stato deputato della Lega“. Mascetti precisa di non avere “assolutamente” nessun rapporto con i protagonisti della vicenda. “È una storia surreale che dimostra che questo Paese rimane in una eterna fase adolescenziale. Una eterna guerra civile. Che fa male a tutti”, commenta.