Il rogo è scoppiato a Cea ed è stato originato da un focolaio ancora attivo da domenica. La zona stata già compita da un maxi rogo lo scorso sabato. L'assessore regionale all'ambiente Lapis: "Il danno è anche ambientale e culturale"
Un nuovo incendio a Cea, nella provincia sarda dell’Ogliastra, dopo il disastro nella vicina Tortolì dello scorso sabato. Le fiamme, alte fino a 10 metri, sono divampate vicino alla spiaggia del paese e si sono poi estese fino ad alcune strutture turistiche della zona, due campeggi e un albergo, oltre che a una colonia di salesiani. Tutte le strutture sono state fatte evacuare, così come la spiaggia, mentre per tentare di spegnere gli incendi sono stati impiegati i canadair. La Protezione civile ha riferito che sono stati registrati circa 50 incendi dal 1 giugno solo nella zona di Nuoro e dell’Ogliastra e che, oltre a mettere in pericolo turisti e abitanti, stanno distruggendo sterminate aree di macchia mediterranea.
Questa volta, è toccato alla località di Cea, a metà tra Bari Sardo e Tortolì. Ad alimentare le fiamme, che sembrano essere generate da un focolaio ancora attivo da domenica, è stato il forte Maestrale che ha fatto sì che raggiungessero anche i due campeggi per camper e la colonia di salesiani della zona. L’Hotel colpito dalle fiamme è invece il Baia di Cea. Gli ospiti della struttura sono stati immediatamente allontanati, facendoli passare per la spiaggia perché sarebbe stato impossibile farli transitare tra le strette vie nelle vicinanze del resort. Ad allarmare la proprietaria del Baia di Cea è stata la presenza nella struttura di una bombola di gas che la protezione civile si è subito mobilitata per mettere in sicurezza. “Qui perdo il lavoro di una vita. Ma quando arriva il canadair?”, sono state le parole della donna nei momenti di panico che hanno seguito lo scoppio del rogo.
Il sindaco di Bari Sardo, Ivan Mameli, che sta coordinando le operazioni di soccorso per l’incendio, ha fatto sapere che anche la spiaggia è stata evacuata e che le strade sono tenute libere per agevolare il transito dei mezzi di soccorso, nella speranza che l’area venga messa in sicurezza a breve.
L’incendio che sabato 13 luglio aveva colpito la vicina Tortolì e per il quale è stata aperta un’indagine al fine di accertarne l’origine, aveva già causato gravi danni alla zona: centinaia di ettari di macchia mediterranea sono stati bruciati e un sito archeologico è stato danneggiato. A farlo presente è l’assessore dell’Ambiente della regione Sardegna, Gianni Lampis, che ha commentato così i danni causati dai continui incendi: “Usciamo da due giorni molto pesanti, i più difficili finora dalla campagna antincendio. Il rogo di Tortolì ha interessato un sito di interesse comunitario all’interno del quale è presente anche un’area archeologica. Quindi c’è un danno ambientale e culturale“.