Roma, 11 gen. (Adnkronos) - Ricucire lo strappo con Vincenzo De Luca. La mission è quasi "impossible" ma un pezzo di Pd ci sta provando. L'area riformista dem, per intendersi. La posta in gioco, si spiega, è la vittoria alla prossime regionali. Perché la Campania resti a guida centrosinistra, è la tesi dei pontieri, è necessario evitare il rischio di smottamenti a destra della galassia centrista che fin qui ha sostenuto De Luca. Liste civiche che potrebbero lasciare il campo, specie in presenza di un candidato presidente da cui non si sentano pienamente rappresentate. Di qui il tentativo, definito all'Adnkronos dagli stessi che ci stanno provando, "molto complicato".
Intanto perché dovrebbe passare dalla rinuncia a ricandidarsi da parte del governatore. A stare alla conferenza stampa di ieri, De Luca sarebbe ben lontano dall'accettare di farsi da parte. C'è chi ha letto nelle sue parole l'allusione a dar vita a una sua lista. Insomma un rilancio, altro che passo indietro. "Non sono cose che si fanno in due giorni, è molto complicato ma bisogna provarci", è la determinazione di chi sta tentando una ricomposizione, consapevole che il Pd nella regione è in salute - primo partito alle europee di giugno con il 22,2%, seguito a stretto giro con il 20,7% da M5S - ma anche che per vincere serve una coalizione ampia e perdere pezzi a favore del centrodestra complicherebbe non poco le cose.
Le leve per ricucire lo strappo ci sarebbero. Un pezzo delle trattativa potrebbe anche riguardare il figlio del governatore, il deputato Piero De Luca, si osserva. C'è anche la questione del commissariamento del Pd campano che dura da tre anni e che si inserisce nella battaglia per rinnovamento - o nella lotta contro i 'cacicchi', come dicono alcuni - che Elly Schlein sta portando avanti. De Luca da tempo chiede lo stop del commissariamento e quindi la convocazione di un congresso regionale. Secondo i pontieri, passaggi per smorzare le tensioni potrebbero ancora essere consumati. Tutto però dipende dalle intenzioni del governatore.
Qualcosa in più potrebbe sapersi a giorni quando De Luca incontrerà la coalizione, l'appuntamento sarebbe per giovedì. L'incontro sarebbe anche una risposta all'attivismo di chi nel Pd sta già lavorando alle prossime regionali. Le cronache locali riportano che il commissario dei dem campani, il senatore Antonio Misiani (voluto da Schlein in quel ruolo) avrebbe incontrato insieme a Mario Casillo, capogruppo dem in regione e 'mister preferenze', i partiti della maggioranza deluchiana che comprende Azione, Italia Viva e Avs per sondare la prospettiva di una coalizione allargata ai 5 Stelle. Sullo sfondo ci sarebbe la candidatura di Roberto Fico.
Ieri i 5 Stelle campani si sono fatti avanti con una nota del coordinatore regionale, Salvatore Micillo, dicendosi pronti a lavorare con "tutte le forze politiche" del campo progressista aggiungendo che la "creazione di un tavolo regionale di confronto è il primo passo" e citando il "modello Napoli" del sindaco Gaetano Manfredi, già nel toto nomi per il post De Luca.
La risposta del governatore sarebbe quindi la convocazione della sua maggioranza. Potrebbe essere l'occasione di un redde rationem e quindi chiedere chi sta con lui e chi no. Oppure potrebbe aprirsi la strada per l'invito fatto proprio da Casillo, come si legge sulle cronache locali, parlando nei giorni sotto Natale al circolo Pd del Vomero: "Mettere insieme il lavoro fatto anche da De Luca con la voglia del partito di dare un po’ di novità, come ha fatto Bonaccini candidando un 39enne...". Comunque, un passaggio per verificare se le strade del Pd e di De Luca siano ormai destinate a separarsi o meno.
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Wimbledon, prima di Djokovic-Federer: le altre quattro partite entrate nella storia
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Wimbledon, prima di Djokovic-Federer: le altre quattro partite entrate nella storia
Il match vinto dal serbo domenica 14 luglio 2019 è già considerato da molti il più bello mai disputato sull'erba di Londra. Ecco le altre quattro gare simbolo che hanno contribuito a rendere leggendari i campi di Church Road: la doppia sfida Federer-Nadal, la battaglia tra Borg e McEnroe, ma anche una gara del 1937 con i nazisti in tribuna
La finale del 14 luglio 2019 tra Novak Djokovic e Roger Federer, terminata con la vittoria del numero uno serbo per 7-6 1-6 7-6 4-6 13-12, è già entrata negli annali della storia di Wimbledon e del tennis in generale. Una partita resa epica dalla classe del 37enne svizzero e dalla forza di Djokovic, che ha fatto segnare il record di durata per una finale ai Championship (4 ore e 57 minuti) e ha fatto esordire la nuova formula del tie-break sul 12-12 nel set decisivo. In molti l’hanno già definita la partita più bella tra quelle disputate sull’erba di Londra a partire dal 1877, anno del primo torneo ufficiale, vinto da tale Spencer Gore.
In 142 anni di storia – e 133 edizioni giocate – siamo andati alla ricerca delle quattro partite simbolo che hanno contribuito a rendere leggendari i campi di Church Road. Un gruppo ristretto di cui la finale tra Djokovic e Federer è già entrata a far parte.
Wimbledon, prima di Djokovic-Federer: le altre quattro partite entrate nella storia
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Mihajlovic, la lettera: “Ricevuto un mare di affetto, grazie. Pronto a combattere”
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Tel Aviv, 11 gen. (Adnkronos) - Secondo quanto appreso da Haaretz, l'esercito israeliano ha autorizzato un piano per ritirare rapidamente le truppe da vaste aree della Striscia di Gaza, mentre sono in corso colloqui per la liberazione degli ostaggi. Secondo il giornale israeliano, l'esercito ha studiato diversi modi per ritirare le truppe da Gaza, anche attraverso il corridoio di Netzarim.
Roma, 11 gen. (Adnkronos) - “In termini politici la vera notizia è solo una: da oggi Vincenzo De Luca non è più un dirigente del Pd”. Lo ha detto Pino Bicchielli, vicepresidente del gruppo Noi Moderati alla Camera, nel corso della trasmissione “Agenda” di SkyTg24, commentando la conferenza stampa del presidente della Regione Campania.
“Vedere per l’ennesima volta De Luca usare il simbolo della Regione Campania, un ente che appartiene a tutti i cittadini, con sotto slogan politici contro il governo, dimostra che 10 anni sono anche troppi per una personalità come De Luca. Ad un certo punto - ha concluso il parlamentare salernitano - qualcuno pensa di essere proprietario di quell’istituzione”.
Roma, 11 gen. (Adnkronos) - "Da persona pragmatica, io mi occupo degli interessi dei cittadini. Quando parliamo di difesa nazionale dobbiamo entrare nel merito: senza pregiudizi, il nostro Paese deve interrogarsi se quella tecnologia ci serve, se è l'unica possibilità e se ci sono tutte le necessarie tutele. Qui il problema è duplice: l'ingerenza di un miliardario potentissimo che ovviamente fa i propri interessi e avrà anche un ruolo politico e una premier che non sa dirgli di no". Lo ha detto la vicepresidente M5S, Chiara Appendino, a Accordi e disaccordi sul Nove.
"Ci ricordiamo quando già in passato è stata zitta a fronte delle ingerenze di Musk sui giudici italiani lasciando a Mattarella il compito di difendere le nostre istituzioni. Siamo davanti a un paradosso: Meloni si definiva del popolo e sovranista mentre ora prende un miliardo e mezzo degli italiani per svendere la nostra sicurezza nazionale a uno degli uomini più potenti e ricchi del mondo.”
Roma, 11 gen. (Adnkronos) - "Non credo che Trump farà davvero le annessioni di cui parla, sono dichiarazioni folli. Ciò che mi preoccupa di più è che ha dichiarato che vuole aumentare al 5% del PIL la spesa dei Paesi Nato per le armi: triplicare la spesa attuale vuol dire abbracciare definitivamente un’economia di guerra. Sarebbe un’ulteriore accelerata nella corsa al riarmo di cui già stiamo vedendo gli effetti: morti, distruzione, guerra che dilaga, economia in sofferenza e bollette che schizzano". Lo ha detto la vicepresidente M5S, Chiara Appendino, a Accordi e disaccordi sul Nove.
"Non mi aspetto una risposta europea forte: Von Der Leyen, avallata da Meloni e Schlein, invece di investire su scuola e sanità ha puntato sulla corsa al riarmo. In Italia, Meloni non trova i soldi per nulla ma per le armi li trova sempre. Noi non ci arrendiamo e lottiamo per un Paese che non compri carri armati ma posti letto, non spenda per proiettili ma per libri e scuole, non investa nell’industria bellica ma nel patrimonio di imprese che compie la transizione ecologica e tecnologia. Meloni si sta dimostrando una marionetta con i fili tirati dai potenti di turno: sulla politica economica dai falchi di Bruxelles, sulla politica estera da Washington.
Roma, 11 gen. (Adnkronos) - "La rivolta contro le forze dell’ordine, da parte di un gruppo di giovanissimi, quasi tutti ragazzi nordafricani, ieri sera in piazza a Busto Arsizio, dopo l’intervento di una pattuglia per fermare due giovani che stavano lanciando bottiglie contro le auto in transito, e’ l’ennesimo segnale inquietante che arriva dopo le recenti guerriglie del Corvetto, i problemi a San Siro e i disordini della notte di capodanno in piazza Duomo". Lo dichiara il segretario regionale della Lega Lombarda Salvini Premier e presidente dei senatori della Lega Salvini Premier, Massimiliano Romeo.
"Con un copione sempre uguale: insulti e offese all’Italia e alle forze dell’ordine. Non si può non evidenziare che quanto sta accadendo, ormai con troppa frequenza, e’ anche conseguenza di un atteggiamento irresponsabile e ideologico da parte della sinistra, soprattutto in Lombardia. Quest i messaggi sbagliati, questa continua delegittimazione dei nostri agenti alimenta un clima di odio nei confronti delle forze dell’ordine e di conseguente mancanza di rispetto delle regole, delle nostre regole".
Roma, 11 gen. (Adnkronos) - Ricucire lo strappo con Vincenzo De Luca. La mission è quasi "impossible" ma un pezzo di Pd ci sta provando. L'area riformista dem, per intendersi. La posta in gioco, si spiega, è la vittoria alla prossime regionali. Perché la Campania resti a guida centrosinistra, è la tesi dei pontieri, è necessario evitare il rischio di smottamenti a destra della galassia centrista che fin qui ha sostenuto De Luca. Liste civiche che potrebbero lasciare il campo, specie in presenza di un candidato presidente da cui non si sentano pienamente rappresentate. Di qui il tentativo, definito all'Adnkronos dagli stessi che ci stanno provando, "molto complicato".
Intanto perché dovrebbe passare dalla rinuncia a ricandidarsi da parte del governatore. A stare alla conferenza stampa di ieri, De Luca sarebbe ben lontano dall'accettare di farsi da parte. C'è chi ha letto nelle sue parole l'allusione a dar vita a una sua lista. Insomma un rilancio, altro che passo indietro. "Non sono cose che si fanno in due giorni, è molto complicato ma bisogna provarci", è la determinazione di chi sta tentando una ricomposizione, consapevole che il Pd nella regione è in salute - primo partito alle europee di giugno con il 22,2%, seguito a stretto giro con il 20,7% da M5S - ma anche che per vincere serve una coalizione ampia e perdere pezzi a favore del centrodestra complicherebbe non poco le cose.
Le leve per ricucire lo strappo ci sarebbero. Un pezzo delle trattativa potrebbe anche riguardare il figlio del governatore, il deputato Piero De Luca, si osserva. C'è anche la questione del commissariamento del Pd campano che dura da tre anni e che si inserisce nella battaglia per rinnovamento - o nella lotta contro i 'cacicchi', come dicono alcuni - che Elly Schlein sta portando avanti. De Luca da tempo chiede lo stop del commissariamento e quindi la convocazione di un congresso regionale. Secondo i pontieri, passaggi per smorzare le tensioni potrebbero ancora essere consumati. Tutto però dipende dalle intenzioni del governatore.
Qualcosa in più potrebbe sapersi a giorni quando De Luca incontrerà la coalizione, l'appuntamento sarebbe per giovedì. L'incontro sarebbe anche una risposta all'attivismo di chi nel Pd sta già lavorando alle prossime regionali. Le cronache locali riportano che il commissario dei dem campani, il senatore Antonio Misiani (voluto da Schlein in quel ruolo) avrebbe incontrato insieme a Mario Casillo, capogruppo dem in regione e 'mister preferenze', i partiti della maggioranza deluchiana che comprende Azione, Italia Viva e Avs per sondare la prospettiva di una coalizione allargata ai 5 Stelle. Sullo sfondo ci sarebbe la candidatura di Roberto Fico.
Ieri i 5 Stelle campani si sono fatti avanti con una nota del coordinatore regionale, Salvatore Micillo, dicendosi pronti a lavorare con "tutte le forze politiche" del campo progressista aggiungendo che la "creazione di un tavolo regionale di confronto è il primo passo" e citando il "modello Napoli" del sindaco Gaetano Manfredi, già nel toto nomi per il post De Luca.
La risposta del governatore sarebbe quindi la convocazione della sua maggioranza. Potrebbe essere l'occasione di un redde rationem e quindi chiedere chi sta con lui e chi no. Oppure potrebbe aprirsi la strada per l'invito fatto proprio da Casillo, come si legge sulle cronache locali, parlando nei giorni sotto Natale al circolo Pd del Vomero: "Mettere insieme il lavoro fatto anche da De Luca con la voglia del partito di dare un po’ di novità, come ha fatto Bonaccini candidando un 39enne...". Comunque, un passaggio per verificare se le strade del Pd e di De Luca siano ormai destinate a separarsi o meno.
Tel Aviv, 11 gen. (Adnkronos) - Proteste antigovernative e per il rilascio degli ostaggi si terranno stasera in tutto Israele. La manifestazione principale avrà luogo di fronte al quartier generale dell'Idf a Tel Aviv alle 20, insieme a un raduno a Hostage Square, sempre a Tel Aviv, organizzato dall'Hostages and Missing Families Forum. Le manifestazioni sono state indette dopo il recupero e la restituzione dei corpi degli ostaggi Youssef e Hamza Alziadana da Gaza. I due sono stati fatti prigionieri il 7 ottobre 2023, mentre lavoravano in una fattoria di latticini nel Kibbutz Holit, vicino al confine con Gaza e in seguito uccisi in prigionia.
Stamattina Itzik Horn, il padre degli ostaggi Yair ed Eitan Horn, ha detto al raduno Hostages and Missing Families presso il quartier generale dell'Idf a Tel Aviv che "ci stanno vendendo storie e racconti secondo cui la pressione militare porterà a un accordo: non c'è mai stata una bugia più grande". Ha aggiunto che "gli ostaggi rapiti vivi sono stati uccisi dalle bombe dell'Idf o assassinati per mano di terroristi perché l'Idf ha colpito nelle vicinanze. La pressione militare non porterà a un accordo, sta uccidendo ostaggi e ostacolando un accordo". Ha invitato i decisori a "porre fine alla guerra con un accordo completo, restituire i miei figli Yair ed Eitan Horn e tutti gli altri ora".
Shira Elbag, madre dell'ostaggio Liri Elbag, dovrebbe intervenire al raduno del Forum degli ostaggi e delle famiglie scomparse; parlerà pubblicamente per la prima volta da quando Hamas ha diffuso un video della prigionia di Liri, confermando che è viva. Si prevede che interverranno anche Nira Sarusi, la madre dell'ostaggio Almog Sarusi; Yael Adar, il cui corpo del figlio Tamir è trattenuto a Gaza, Nissan Kalderon, fratello dell'ostaggio Ofer Kalderon, nonché l'ambasciatore uscente degli Stati Uniti in Israele Jack Lew e gli ambasciatori di Germania e Regno Unito.