Quarant’anni dopo finalmente è una donna ad essere candidata alla Presidenza della Commissione europea“. Ha esordito così, strappando il primo applauso in Aula, Ursula von der Leyen, la ministra tedesca della Difesa designata dai Ventotto per guidare l’esecutivo europeo, al momento di aprire il dibattito a Strasburgo nel giorno del voto che dovrebbe sancirne l’elezione: ha ricordato Simone Veil, diventata nel 1979 la prima presidente donna del Parlamento europeo. E ha promesso che nel collegio dei commissari assicurerà “una piena parità di genere“: “Se gli Stati membri non proporranno abbastanza candidati donne come commissari non esiterò a chiedere nuovi nomi”. Poi ha delineato il suo programma: flessibilità sui conti pubblici perché “non è il popolo che serve l’economia, ma è l’economia che è al servizio del nostro popolo”, salario minimo europeo, nuovo patto per l’immigrazione e l’asilo che comprenda una riforma per il regolamento di Dublino e il rafforzamento di Frontex, tassa sul carbonio per fare dell’Europa “il primo continente neutrale climaticamente entro il 2050″ (un’apertura alle istanze dei Verdi che voteranno contro la sua nomina), tre volte più fondi per il programma Erasmus.

 “Ho apprezzato il discorso della candidata Presidente”, ha commentato il premier Giuseppe Conte. “I temi economici, sociali, ambientali evocati così come la lotta ai traffici illeciti lasciano sperare in una Europa finalmente più capace di avere cura del suo futuro e dei bisogni dei cittadini”.

Per quanto riguarda il patto di stabilità, secondo la politica tedesca “servono riforme e investimenti“. E “dobbiamo far sì che possa essere utilizzata” a questo fine “tutta la flessibilità prevista dalle regole. Non è il popolo che serve l’economia, ma è l’economia che è al servizio del nostro popolo“, ha detto von der Leyen, ribadendo quanto assicurato ieri ai Socialisti in una lettera. Poi è tornata sulla necessità di un salario minimo europeo: “Voglio garantire che in una economia sociale di mercato ogni persona che lavora a tempo pieno possa avere un salario minimo che garantisca una vita dignitosa“.”Perciò svilupperemo un quadro nel rispetto dei quadri di lavoro – ha continuato -, l’opzione ottimale è avere contrattazioni collettive con i sindacati perché loro possono adeguare il salario minimo al settore e al comparto. So che ci sono modelli diversi ma dobbiamo creare un quadro generale”.

Nel suo discorso la candidata designata alla presidenza della Commissione ha anche proposto di triplicare il budget dedicato al programma per gli scambi universitari Erasmus nel prossimo bilancio pluriennale europeo. Spazio anche a un’apertura ai temi cari ai Verdi, che non intendono votarla. “Voglio che l’Europa diventi il primo continente neutrale climaticamente entro il 2050″ ha detto, promuovendo un nuovo “green deal” entro i suoi primi 100 giorni e proponendo una tassa frontaliera sul carbonio. Apertura che non ha convinto: Philippe Lamberts, capogruppo dei Verdi, ha confermato il voto contrario perché “è necessario cambiare rotta, lei propone piccoli cambiamenti e vaghi“. E “sembra pronta ad accettare voti da chiunque, anche dai sovranisti”.

Un altro applauso è scattato quando ha ricordato che “nel mare c’è l’obbligo di salvare le vite” promettendo che proporrà un “nuovo patto per l’immigrazione e l’asilo che comprenda una riforma per il regolamento di Dublino“, che pone in capo ai Paesi di primo arrivo gli oneri legati agli arrivi dei migranti. La tedesca ha aggiunto che si batterà per un rafforzamento di Frontex con “10.000 guardie di frontiera non entro il 2027, ma molto prima”, come minimo entro il “2024”. Per tutelare il diritto di asilo e migliorare la condizione dei profughi servono anche “corridoi umanitari in stretta cooperazione con l’Onu”. “Possiamo avere confini esterni solo se diamo abbastanza aiuto agli Stati membri che affrontano le maggiori pressioni, solo a causa di dove sono posizionati sulla carta geografica. Serve solidarietà: dobbiamo aiutarci gli uni con gli altri e serve un nuovo modo di condividere gli oneri” legati all’immigrazione.

“Noi vogliamo il multilateralismo, il commercio equo e difendiamo un ordine basato sulla legge” ma anche “procedere sullo stile europeo”. “Ma dobbiamo riscoprire la nostra unità e se siamo uniti dall’interno nessuno ci potrà dividere dall’esterno e allora potremo trasformare le sfide di domani in opportunità”, ha aggiunto. “Chiunque desideri rafforzare ed aiutare questa nostra Europa a crescere e fiorire troverà in me un’appassionata combattente al suo fianco. Ma chiunque intenda indebolire, dividere o distruggere i suoi valori troverà in me una fiera avversaria”. Per quanto riguarda la Brexit si è detta “pronta” a concedere “un’ulteriore proroga” della data prevista per il ritiro del Regno Unito dall’Ue, il 31 ottobre prossimo, “se dovesse essere necessario più tempo per una buona ragione”.

Verso il voto. L’M5s ufficializza il sì, Lega non si pronuncia – Il voto si svolgerà dalle 18. Von der Leyen ha bisogno di almeno 374 voti su 747: in teoria per la maggioranza assoluta servirebbero 376 eurodeputati su 751, ma bisogna tener conto del fatto che ci sono i tre eurodeputati catalani esclusi dal Parlamento e il danese Jeppe Kofod è stato nominato ministro ed è in attesa di essere sostituito. Il Movimento 5 Stelle ha annunciato il proprio sì: “Lei ha fatto suoi i punti principali del nostro programma, per questo il M5S intende sostenere la sua candidatura ma ogni giorno dovrà dimostrarsi degna di questa fiducia, non ci faremo remore a contrastarla anche duramente se non rispetta gli impegni presi”, ha detto in Aula l’eurodeputata del M5S Tiziana Beghin. L’eurodeputato della Lega Marco Zanni invece non ha precisato come voterà il suo partito, ma ha fatto un intervento critico: “Non crediamo che lei possa rappresentare il cambiamento necessario e non crediamo che abbia vita facile a mantenere in piedi una maggioranza che che è un colabrodo. I voti di chi è da questa parte dell’Aula conteranno, nessuno qui ha offerto supporto” per la sua elezione “ma è stata una richiesta che è arrivata nella consapevolezza che questo Parlamento non si può spostare a sinistra e che chi siede qui potrà spostare gli equilibri”. E ancora: “Lei deve scegliere se cedere al ricatto della sinistra o avere un approccio pragmatico per permettere di uscire da questa crisi senza fine causata da politiche sbagliate. Lei ha parlato di accoglienza e della necessità di salvare di vite in mare ma non ho sentito la stessa enfasi sui milioni di europei che soffrono per le politiche economiche di questa maggioranza”, ha sottolineato.

“Sono sollevata che non avrò il suo sostegno, per me è veramente un premio per tutto quello che ho fatto”, ha risposto la candidata rivolgendosi all’eurodeputato di Alternative fur Deutschland Joerg Meuthen (“Identità e democrazia”) che aveva annunciato il voto contrario perché “riteniamo che lei non sia in grado di rispondere ai requisiti” per essere nominata presidente. “In Germania la abbiamo conosciuta come ministro della Famiglia, del Lavoro e Difesa: in nessuna di questo cariche ha servito in modo soddisfacente l’interesse dei cittadini tedeschi”. “Abbiamo bisogno della Gran Bretagna in Europa, ma di discorsi come il suo possiamo fare a meno”, ha detto invece in replica al discorso dell’eurodeputato Nigel Farage, leader del Brexit Party.

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