Il braccio destro di Jean-Claude Juncker ed eminenza grigia di palazzo Berlaymont non sarà riconfermato. Una regola non scritta prevede infatti che segretario generale e presidente della Commissione non siano della stessa nazionalità. La sua nomina era stata aspramente criticata dal Parlamento per mancanza di trasparenza
Il suo nome è legato a doppio filo a quello di Ursula von der Leyen. E quando lei otterrà i voti dell’Eurocamera, visto che a quanto risulta otterrà la maggioranza, il segretario generale della Commissione europea e braccio destro di Jean-Claude Juncker, il tedesco Martin Selmayr, non sarà riconfermato nella sua carica attuale. Selmayr e Ursula von der Leyen sono entrambi tedeschi ma in base ad una regola non scritta il segretario generale, massimo ruolo amministrativo nell’esecutivo Ue, non può essere della stessa nazionalità del presidente della Commissione europea. A febbraio del 2018 la nomina di Selmayr, considerato il braccio destro di Jean-Claude Juncker, era stata oggetto di una forte contestazione da parte del Parlamento europeo per la modalità poco trasparente in cui era avvenuta e a dicembre il Parlamento europeo aveva chiesto la testa del segretario generale della Commissione europea ed ex potentissimo capo di Gabinetto, eminenza grigia del governo della Commissione. A scrivere la mozione era stata Eleonora Evi (M5s) che attaccava la procedura utilizzata per la nomina, lontana da “principi di trasparenza, etica e stato di diritto”. Guy Verhofstadt, ex capogruppo dell’Alde (i liberali oggi diventati Renew Europe) aveva parlato di “colpo di stato politico-amministrativo” in occasione della sua nomina.
“L’addio di Martin Selmayr a capo del Segretariato Generale della Commissione Europea è un segno importante di cambiamento che non deve essere ignorato – ha detto oggi Evi -. Ursula Von der Leyen sembra iniziare con il piede giusto. Lo scandalo della nomina di Selmayr al di fuori delle regole – ha aggiunto – ha danneggiato la debole reputazione dell’Unione dove finora sono prevalse mancanza di trasparenza e accordi a porte chiuse. Non c’è altro futuro possibile per l’Unione Europea che diventare un palazzo di vetro fondato sui più alti principi di integrità, etica e trasparenza. Con Selmayr fuori dai giochi questa svolta, attesa dai cittadini, è a portata di mano e come M5S al Parlamento Europeo opereremo e vigileremo costantemente affinché ciò accada”, ha concluso la parlamentare, membro della Commissione Ambiente e di quella delle Petizioni al Parlamento europeo.