Mafie

Reggio Emilia, a Fabbrico il parco comunale è realizzato dai nipoti del boss di ‘ndrangheta Dragone

Nel comune del Reggiano la struttura pubblica realizzata da Immobiliare Raffaella S.a.s., architetto Giuseppe Todaro. La società appartiene alla sorella dell'architetto, Maria Teresa Todaro. Entrambi sono figli di Raffaele Todaro e Caterina Dragone, a sua volta figlia del boss confinato a Quattro Castella negli anni Ottanta, e poi ucciso dalla cosca Grande Aracri il 10 maggio 2004 in Calabria. I due Todaro sono soci in un'altra società, la GMC Immobiliare srl, alla quale nel 2015 il prefetto negò l’iscrizione alla White List

La notizia è di poche settimane fa ed è tutta contenuta in una locandina con il logo dell’Amministrazione Comunale di Fabbrico, provincia di Reggio Emilia, che annuncia l’inaugurazione di un nuovo parco pubblico. Ci sono gli elementi abituali di un avviso: la cittadinanza invitata alla inaugurazione, il programma con i saluti delle autorità e il taglio del nastro, il buffet e lo spettacolo. In fondo alla locandina c’è scritto anche chi ha realizzato l’intervento, e qui sta la notizia: Immobiliare Raffaella S.a.s., architetto Giuseppe Todaro.

L’Immobiliare Raffaella è una società che ha sede in via Amendola 88 a Reggiolo. La denominazione esatta è Immobiliare Raffaella di Todaro Maria Teresa & C. Maria Teresa è sorella di Giuseppe Todaro. Entrambi sono soci al 50% di un’altra società, la GMC Immobiliare srl, che ha sede sempre a Reggiolo nella stessa via Amendola 88. Alla GMC il 26 gennaio 2015 il Prefetto di Reggio Emilia Raffaele Ruberto negò l’iscrizione alla White List. Due anni dopo, il 5 gennaio 2017, il Tar dell’Emilia Romagna respinse il ricorso presentato dai fratelli Todaro, ritenendo legittimo il provvedimento di esclusione sulla base dei “legami familiari tra i due soci della GMC e gli amministratori di altre società operanti nello stesso settore, già raggiunte da interdittive antimafia, per rischio di infiltrazioni mafiose”.

Le altre società sono il Consorzio Primavera e la Giada srl, entrambe con sede nello stesso stabile della Immobiliare Raffaella in via Amendola 88. Il Consorzio Primavera è amministrato da Raffaele Todaro, padre di Giuseppe e Maria Teresa, marito di Caterina Dragone, figlia del boss Antonio Dragone detto Totò, confinato a Quattro Castella negli anni Ottanta e ucciso dalla cosca Grande Aracri il 10 maggio 2004 tra Cutro e Steccato in Calabria. Soci della Giada srl sono ancora Raffaele Todaro, con il 95% delle quote, e il fratello Francesco con il restante 5%. Nella prima comunicazione di interdittiva antimafia inviata dall’allora prefetto Antonella De Miro a Iren, che aveva richiesto informazioni sul Consorzio Primavera, si legge (5 luglio 2010) che Francesco Todaro è anche “socio accomandante della Immobiliare Raffaella sas”.

Nella seconda lettera che confermava l’interdittiva (28 ottobre 2010) il prefetto aggiungeva nuovi nomi di società e di personaggi coinvolti nel Consorzio Primavera. Tra gli altri la Edilsesso di Floro Vito Selvino, imputato al processo Aemilia assolto nel rito abbreviato, fratello di Giuliano, uomo considerato dalle carte del processo “legatissimo” ai Dragone; Youssef El Alil, in rapporti commerciali con la ditta Sarcia di Giuseppina e Carmine Sarcone (arrestato a Cutro nel 2018 per associazione mafiosa); Vincenzo Marchio, Massimiliano Tirotta, Giovanni Ferrazzo, Salvatore Arabia, tutti segnalati dalla Polizia. Raffaele Todaro rispose alla De Miro con dichiarazioni ostili sulla stampa (“Sono mafioso per la Prefettura di Reggio Emilia, non per i Prefetti di Parma, Verona, Mantova, Piacenza”). I titolari della Immobiliare Raffaella sono anche cugini di Simone Todaro (figlio di Rosario, arrestato nel 1986 dalla Questura di Catanzaro per porto abusivo di munizioni), proprietario della impresa La Fenice, a sua volta esclusa dalla White List il 9 ottobre 2014 dal Viceprefetto di Reggio Emilia, per rischio di infiltrazione mafiosa, con decisione confermata dal Tar. E infine sono cugini di Alfonso Bonaccio, condannato in primo grado a 10 anni al processo Pesci sulla ‘ndrangheta mantovana e assolto recentemente dalla Corte d’Appello.

Il parco urbano è situato in via Righetta a Fabbrico, dove il Psc (Piano Strutturale Comunale) del 2003 prevedeva un Piano Attuativo che interessa l’area in cui l’Immobiliare Raffaella ha in corso un intervento edilizio: sei villette a schiera già in parte ultimate. Secondo tale piano i proprietari dell’area debbono cedere al Comune un’area per “attrezzature e spazi collettivi”. Sindaco e assessore all’urbanistica era allora Roberto Ferrari, che il 26 maggio scorso è tornato a indossare la fascia tricolore dopo le parentesi dei sindaci Maurizio Terzi e Luca Parmiggiani. Il Piano Strutturale del 2003 prevede in questa zona il completamento del corridoio ecologico del cavo Naviglio. La superficie minima da destinare a verde è di circa il 50%. Sull’insediamento è nato un contenzioso tra l’Ente Locale e la Immobiliare Raffaella, proprietaria dell’area, sollecitata più volte tra il 2010 e il 2012 a sottoscrivere il Pua (Piano Urbanistico) e a pagare 14.300 euro a titolo di perequazione urbanistica. L’Immobiliare Raffaella ha deciso di fare ricorso contro queste richieste che la sentenza emessa dal Tar di Parma il 10 ottobre 2018 ha dichiarato inammissibile e improcedibile, obbligando la stessa società al pagamento anche delle spese processuali.

Non è finita, perché mentre era in corso questo contenzioso legale davanti al Tar, la Regione Emilia Romagna approvava un bando, con la delibera 515 del 16 aprile 2018, titolato: “Una casa alle giovani coppie e ad altri nuclei familiari”. L’obbiettivo, chiaramente, era favorire particolari categorie di cittadini nel’acquisto della prima casa a prezzi vantaggiose. Il contributo della Regione, a chi possedeva i requisiti, andava dai 20 ai 25mila euro a famiglia. Nell’elenco del centinaio di alloggi ammessi in provincia di Reggio Emilia (bando n.11, delibera GR 515/2018) figurano anche cinque appartamenti di nuova costruzione di proprietà della Immobiliare Raffaella sas in via Righetta a Fabbrico. È l’area di cui stiamo parlando. Nel bando non è specificato come le imprese immobiliari siano entrate nell’elenco degli operatori selezionati dalla Regione per la vendita agevolata alle giovani coppie. Ma anche in questo caso la Legge Regionale n.18 del 2016 (Testo unico per la promozione della legalità) e l’Intesa per la Legalità firmata tra Prefetture e Regione il 9 marzo 2018 (intesa volta a rafforzare le misure di prevenzione e contrasto ai tentativi di infiltrazione criminale e mafiosa…) avrebbero forse consigliato maggiore prudenza o approfondimenti.

L’annuncio della inaugurazione del parco urbano, prevista alla vigilia del secondo turno delle elezioni comunali di giugno, con brindisi, buffet, amministratori locali e titolari della Immobiliare Raffaella, ha destato scalpore in paese. Tanto che il 5 giugno sull’account facebook del Comune – appena conquistato dal neo sindaco Roberto Ferrari – è spuntato un post datato il 5 giugno: “L’amministrazione comunale informa i cittadini di avere annullato l’evento di sabato 8 giugno”. Dal canto suo l’architetto Giuseppe Todaro scrive: “Evento annullato e rinviato in data da definirsi per motivi tecnici”.