A due giorni dal vertice di governo sull’Autonomia regionale, che procede lungo un percorso accidentato verso la definizione di un testo da portare in Consiglio dei ministri, Lega e Cinque Stelle continuano la guerra di posizione sul provvedimento caro al Carroccio e atteso dai governatori di Lombardia e Veneto. Così anche un’interrogazione parlamentare sul tema diventa terreno di scontro, con tanto di aut-aut del capogruppo leghista alla Camera, Riccardo Molinari, alla ministra per il Mezzogiorno, Barbara Lezzi, già finita nel mirino di Attilio Fontana e Luca Zaia nelle scorse ore. 

Lezzi non ha fatto in tempo a ribadire che “la volontà del Governo è quella ferma di portare avanti la Riforma delle Autonomie, secondo il dettato Costituzionale e secondo gli accordi presi senza tornare indietro su questi”, che immediata è arrivata la risposta del numero uno dei deputati leghisti: “L’Autonomia è nel contratto e per la Lega senza l’Autonomia non c’è il governo”, è andato giù duro a Montecitorio specificando che “c’è non solo un tema di tenuta” dell’esecutivo. Perché, aggiunge, per il Carroccio c’è in ballo anche “il rispetto del voto dei cittadini lombardi e veneti: abbiamo il dovere di dare ai cittadini risposte a questa legittima istanza e di portare a casa questo risultato”.

In un percorso che appare accidentato, non solo sulle norme riguardanti la scuola e le gabbie salariali che più volte i Cinque Stelle hanno chiarito essere dirimenti sulla definizione di un testo finale. Martedì proprio Lezzi è stata la protagonista di un botta e risposta con Zaia e Fontana: “Secondo il dettato costituzionale le proposte di autonomia differenziata di Lombardia e Veneto sono impraticabili”, aveva accusato la ministra aggiungendo di non avere” pregiudizi nei confronti di chi ha richiesto l’autonomia ma mi interessa come si fa”.

Tanto è bastato a scatenare i governatori delle due Regioni del Nord interessate dal provvedimento. Se Fontana si è limitato a definirsi “indignato” e “stupito”, Zaia ha messo in dubbio la preparazione e l’autorevolezza della ministra a discutere sul tema: “Non so se un perito aziendale sappia più dei costituzionalisti che hanno scritto il mio provvedimento – ha detto durante il forum Ansa – Noi abbiamo un comitato scientifico, se Lezzi porta un sui comitato ci confronteremo”. La tematica è stata anche affrontata durante un incontro a Palazzo Madama fra i presidenti del Senato e della Camera, Elisabetta Casellati e Roberto Fico. Nel corso del pomeriggio, il M5S della Commissione Bicamerale sul Federalismo fiscale, ha diramato una nota, in cui si afferma che “dietro l’etichetta dell’autonomia non può nascondersi un tentativo mascherato di concentrare le risorse finanziarie nelle regioni più ricche, lasciando il resto del Paese al suo destino“.

Spettatori interessati al match sulle Autonomie non sono solo le regioni del Nord. C’è anche la Campania, che attraverso il governatore Vincenzo De Luca si sta facendo portavoce delle istanze del sud. “Nel dialogo con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dice l’esponente Dem, “ho riscontrato un clima di distensione ma anche di preoccupazione sul tema della solidarietà nazionale e l’equilibrio nazionale delle misure che si prendono”. “C’è grande consapevolezza – ha detto – ma dobbiamo vedere come si conclude il dibattito all’interno della maggioranza“. Poi De Luca svela: “Abbiamo proposto un documento di pre-intesa come la Lombardia e il Veneto al ministro delle Autonomie e cominceremo a sollecitarlo da domani per sapere perché non si firma questa pre-intesa”. Si tratta, per l’ex sindaco di Salerno, di “una pressione che esercitiamo anche per dare una mano anche a chi nella maggioranza di governo vuole collocarsi nella linea di difesa del Sud e dell’unità nazionale”.

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