Confermare la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano che il 23 gennaio scorso ha disposto il non luogo a procedere nei confronti di Umberto Bossi e il figlio Renzo, imputati per appropriazione indebita con l’ex tesoriere Francesco Belsito, quest’ultimo condannato invece a un anno e 8 mesi e 750 euro di multa, con pena sospesa. Lo ha chiesto il procuratore generale della Cassazione, Assunta Cocomello, nell’udienza davanti alla II sezione penale della Cassazione, chiamata a decidere su ricorso della procura generale di Milano, che chiede di estendere anche ai due Bossi la querela presenta dal leader delle Lega Salvini nei confronti del solo Belsito. Non ci sarà sentenza, poiché Belsito ha ricusato il collegio.
La presidente del collegio, Mirella Cervadoro, ha dato appuntamento ai legali degli imputati – oltre a Belsito, Umberto e Renzo Bossi per i quali la Corte d’appello di Milano ha pronunciato sentenza di non luogo a procedere – per l’11 settembre. In quella data sarà comunicato come procedere: se la richiesta venisse accolta si dovrebbe costituire un nuovo collegio, se al contrario fosse respinta, inizierebbe la camera di consiglio per la sentenza.
L’istanza di ricusazione nasce dal rifiuto della richiesta dell’avvocato Angelo Sammarco, di rinviare l’udienza, con sospensione dei termini di prescrizione fino alla fissazione di una eventuale altra udienza. Il legale, subentrato nella difesa dell’ex tesoriere della Lega, ha spiegato che il fascicolo con gli atti è arrivato da Milano solo il 10 luglio, oltre i termini minimi per permettere alla difesa la consultazione dei documenti. Ma l’istanza è stata comunque respinta. Quindi, a nome di Belsito, presente in aula, l’avvocato Sammarco ha annunciato la richiesta di ricusazione dell’intero collegio. L’istanza andrà formalizzata entro tre giorni e sarà esaminata da un’altra sezione della corte.