I ministri delle Finanze del G7 sono preoccupati dal progetto Libra, la criptomoneta annunciata da Facebook. Dopo gli allarmi lanciati nei giorni scorsi dall’amministrazione Usa, che teme possa essere usata per scopi illeciti e la ritiene “tema di sicurezza nazionale”, mercoledì il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire, padrone di casa del summit in corso a Chantilly, ha detto che gli omologhi di Italia, Germania, Giappone, Regno Unito, Usa e Canada concordano sulla “necessità di agire rapidamente“. “Su Libra abbiamo avuto una discussione molto costruttiva e dettagliata con un ampio consenso sul bisogno di agire rapidamente”, ha spiegato una fonte francese, precisando che tutti i partecipanti hanno espresso “preoccupazione sulla situazione attuale”.
“I membri del G7 hanno espresso preoccupazioni sia tecniche che politiche, pur riconoscendo’ che l’emergere di queste valute digitali “solleva il nodo dell’efficienza del sistema dei pagamenti che va affrontato”. Tuttavia, conclude Le Maire, “la sovranità delle nazioni non può essere messa a rischio”. “Nessuno può accettare che delle multinazionali con oltre un miliardo di utenti si trasformino in Stati privati. E si dotino di un moneta capace di competere con valute sovrane, se non destabilizzare le riserve delle banche centrali, senza obblighi di controllo sui rischi di riciclaggio o di lotta al finanziamento del terrorismo“.
A chi gli chiedeva se sia immaginabile un divieto, Le Maire ha risposto: “Aspettiamo di vedere le valutazioni e le raccomandazioni fatte dai banchieri centrali, sono temi molto sensibili, che riguardano la sovranità degli Stati e la protezione delle persone. Non si può dare luce verde ad un progetto che non fosse inquadrato da una stretta regolamentazione ed efficace”.
Il titolare del Tesoro italiano Giovanni Tria dal canto suo ha detto che la “preoccupazione generale ‘ che è emersa nella prima giornata del G7 ”si tradurrà in una azione di controllo e in un intervento”.