Abolizione del canone Rai ed eliminazione del tetto pubblicitario. La proposta riforma della Rai presentata dai parlamentari del M5S, Gianluigi Paragone e Maria Laura Paxia, non piace alla Lega. Lo spirito “privatistico” della proposta, a detta degli stessi relatori, lancerebbe definitivamente l’azienda di Stato sul mercato, “dando il via a una vera e propria concorrenza, che oggi non c’è, tra il servizio pubblico, Mediaset, La7 e tutti gli attori privati del mercato radiotelevisivo”. Per Paxia, in particolare, “la Rai dovrà puntare sulla qualità del servizio e non potrà finanziare i maxi stipendi con i soldi pubblici”.
Scettica, come detto, la Lega. Secondo Massimo Capitanio, segretario della commissione di Vigilanza Rai, la proposta si scontra “con il piano industriale dell’ad Rai indicato dal M5S, Fabrizio Salini, che immaginiamo sia stato coinvolto nel cantiere di questo progetto di legge”. Poi chiarisce: “E’ naturale che la riduzione o l’abolizione del canone ci troverà sempre a favore. Siamo disponibili sin da subito a lavorare per raggiungere l’obiettivo. È altrettanto evidente, però che non asseconderemo mai nessuna operazione mirata a smantellare il servizio pubblico né asseconderemo altre logiche di informazione che non siano mirate all’interesse del cittadino e del Paese”.
Allora che si fa? Il canone si toglie o no? “Non dimentichiamo – frena Capitanio – che parte del canone è utilizzato per sostenere il fondo per il pluralismo dell’informazione“. Riflessione che trova d’accordo anche Fratelli d’Italia. “Troviamo la proposta di Paragone sull’abolizione del canone completamente surreale – ha spiegato il deputato Federico Mollicone – Siamo sempre stati favorevoli ad un piano industriale che rendesse più efficaci ed efficienti gli investimenti e stabilizzasse il precariato, ma l’abolizione del canone rappresenta una proposta fuori dalla realtà”.