Daniele Ughetto Piampaschet è latitante dal 3 luglio: è fuggito dopo che la Corte di Cassazione lo ha condannato per l'omicidio di Anthonia Egbuna, prostituta di origine nigeriana con cui aveva avuto una breve relazione. L'omicida aveva raccontato il delitto in un romanzo
La Cassazione, dopo diversi rinvii, lo ha condannato in via definitiva a 25 anni di carcere per omicidio e occultamento di cadavere. Daniele Ughetto Piampaschet, però, è fuggito: dal 3 luglio ha fatto perdere le sue tracce e le ricerche sono state, finora, senza esito. L’uomo è conosciuto come lo “scrittore assassino“: aveva anticipato i contorni del delitto per il quale è stato condannato in un libro, scritto e mai pubblicato.
La vittima dell’omicidio è Anthonia Egbuna, prostituta di origine nigeriana con cui aveva avuto una breve relazione. Il corpo della donna era stato trovato, con segni di numerose coltellate, il 26 febbraio 2012 sul greto del Po, all’altezza di San Mauro Torinese, proprio come nel romanzo di Piampaschet “La rosa e il leone“: il libro racconta la storia d’amore tra un uomo e una donna nigeriana che non vuole lasciare la strada, ragione per cui lui la uccide e poi ne getta il corpo in un fiume. Dal testo, trovato in casa della donna, è iniziata l’odissea giudiziaria dello scrittore, accusato del delitto subito dopo il ritrovamento del romanzo: assolto in primo grado, era stato condannato in appello a 25 anni e 6 mesi di carcere per omicidio volontario nel 2015. La Cassazione, nel 2016, aveva poi annullato la sentenza e rinviato il caso alla Corte d’assise d’Appello. La condanna definitiva è arrivata lo scorso 2 giugno. E poco dopo l’uomo è scomparso.
Quando i carabinieri si sono recati a Giaveno, in provincia di Torino, per arrestarlo, in casa hanno trovato solo il padre che si è scagliato contro un militare ed è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale. Processato per direttissima, è stato scarcerato. Del figlio, invece, non si sa ancora nulla e il telefono è spento da giorni. Chi lo conosce ipotizza che, non avendo né soldi né documenti, si sia nascosto in qualche cascinale nei boschi della zona. Gli investigatori e il suo avvocato difensore, Stefano Tizzani, speravano che si costituisse in breve tempo, ma così non è stato.