Il legale romano è indagato nell’inchiesta della procura di Milano per corruzione internazionale: "Mi sono avvalso della facoltà di non rispondere"
Il giorno dopo il blitz della Guardia di Finanza Gianluca Meranda (nella foto), il legale romano indagato nell’inchiesta per corruzione internazionale sulla presunta trattativa avvenuta a Mosca relativa a una compravendita di petrolio per far arrivare fondi alla Lega, è stato convocato dai pm di Milano per essere interrogato. Ma ha scelto il silenzio: “Mi sono avvalso della facoltà di non rispondere” ha dichiarato il legale uscendo dal comando della Finanza di via Filzi. Meranda ha subito una perquisizione ieri da parte degli uomini delle Fiamme gialle che hanno notificato un’informazione di garanzia. “Vedremo cosa farà la magistratura. L’ho scritto e confermo” ha detto Meranda in merito alla lettera da lui inviata a Repubblica in cui rivendicava la legittimità della trattativa al Metropol. Alla domanda se durante l’interrogatorio i magistrati gli avessero chiesto dell’eventuale quarto uomo presente nell’hotel russo, l’avvocato spiega che “non c’è stato modo perché non ho collaborato in questo senso”. Per il resto “non ho nessun altro commento”.
Secondo quanto riporta l’Adnkronos durante le perquisizioni sarebbe stato trovato “materiale interessante“. “La magistratura, nella quale abbiamo fiducia, sta facendo delle indagini. Ci confronteremo con il materiale di indagine, se verrà prodotto” ha poi detto Ersi Bozheku, legale di Meranda. Alla domanda se ci sia intenzione di presentare una memoria difensiva che possa chiarire la trattativa Bozheku ha risposto: “È ancora presto, vedremo”. Sulle nuove rivelazioni dell’Espresso circa il prosieguo della trattativa fino ad alcuni mesi fa, il legale ha invece commentato: “Non ne so nulla, non leggo i giornali”.
Mentre l’altro uomo, Francesco Vannucci, perquisito ieri, è stato iscritto nel registro degli indagati per corruzione internazionale come del resto Gianluca Savoini, leghista e presidente dell’Associazione Lombardia-Russia, a lungo portavoce dell’attuale vicepremier Matteo Salvini.
Finora quindi sono tre gli italiani identificati e presenti (stando all’audio pubblicato da Buzzfeed) al tavolo dell’incontro all’hotel Metropol il 18 ottobre scorso. Ma potrebbe esserci anche un quarto uomo come ipotizza il quotidiano La Repubblica che ricostruisce la vicenda. In base a quanto riportato dalla testata statunitense nello storico albergo moscovita sarebbero stati presenti tre italiani e tre russi.
“Data per certa la presenza di Gianluca Savoini, presidente dell’Associazione Lombardia-Russia, a lungo portavoce dell’attuale vicepremier Matteo Salvini e da considerato suo “sherpa” nelle relazioni con la Federazione – restavano da identificare i due italiani nominati come Luca e Francesco. Con una email a Repubblica del 12 luglio – ricorda il quotidiano – Meranda si è fatto avanti sostenendo di essere l’uomo indicato come il banchiere Luca”, mentre “martedì scorso si è palesato Francesco Vannucci spiegando di aver partecipato all’incontro in qualità di consulente esperto bancario che da anni collabora con l’avvocato Gianluca Meranda”. In base alla ricostruzione del quotidiano “a un certo punto Savoini si rivolge a uno degli interlocutori moscoviti dicendo: ‘Talvolta è meglio che Luca possa tradurre per Francesco. Ora, è vero che l’avvocato Meranda sostiene di essere il ‘Luca’ nominato nella trascrizione, ma due diverse fonti sostengono che al tavolo del Metropol gli italiani fossero in quattro. Potrebbe trattarsi di un altro Luca“.