“Non è la prima volta che Di Maio e i 5 Stelle usano l’appellativo “Radio Soros” per Radio Radicale. Le parole sono pietre. Le parole di Di Maio non sono solo un attacco a Radio Radicale e alla funzione fondamentale che svolge per garantire la trasparenza della politica, dei lavori parlamentari, di formazione sulla discussione in Italia, ma riprendono e rilanciano la bandiera dell’antisemitismo“. Sono le parole pronunciate ai microfoni di Radio Radicale dal deputato Pd, Andrea Romano, intervistato da Lanfranco Palazzolo.
Romano attacca duramente le dichiarazioni odierne del ministro M5s (“Chi sta al governo con Renzi sull’affossamento del salario minimo, sul Tav, su Radio Radicale, ovvero “Radio Soros”, è sempre la Lega”) e aggiunge: “Le parole di Di Maio sono da condannare molto duramente da parte di tutta la politica italiana, sia di destra, sia di sinistra. E dobbiamo ricordare che la campagna contro Soros è la nuova etichetta dell’antisemitismo contemporaneo. D’altra parte, è il modo in cui viene usata questa etichetta dalla destra radicale europea, che, non potendosi definire antisemita perché sarebbe eccessivo, prende di mira colui che è considerato del tutto inappropriatamente il nuovo emblema del complotto giudaico-massonico-finanziario. Cioè Soros – continua – Dobbiamo ancora una volta spiegare agli italiani che dietro l’antisorosismo c’è l’antisemitismo. E Di Maio e i 5 Stelle, a chiacchiere si definiscono di sinistra, ma nella pratica riprendono e rivendicano i peggiori epiteti dell’antisemitismo contemporaneo. Su questo c’è una gara tra M5s e Lega: una gara a chi è più di destra, più intollerante, più razzista e, in questo caso, più antisemita”.
Il parlamentare dem rincara: “Ricordo il vergognoso impegno di Crimi di far chiudere Radio Radicale ma non ci sono riusciti, perché, per fortuna, in Parlamento si è creata una maggioranza diversa. E i 5 Stelle continuano con questa campagna vergognosa, sia per le parole pronunciate da Di Maio, sia per il loro intento di chiudere uno strumento che garantisce trasparenza, alla faccia dello streaming. I 5 Stelle, appena arrivati in Parlamento, annunciarono trasparenza e streaming per tutti e sono diventati la forza politica che persegue con maggiore energia la censura sui mezzi di informazione”.
Poi si pronuncia sullo stato del governo gialloverde: “Conte mi imbarazza come presidente del Consiglio, perché non sta controllando veramente l’attività del suo governo. C’è un gioco delle parti tra Lega, M5s E Conte. Sui giornali sembrano bastonarsi come marionette, ma in realtà vanno d’amore e d’accordo. Basta guardare a cosa succede in Parlamento. In questi giorni il Pd ha chiesto ovunque insistentemente che Salvini riferisse in Parlamento sui fondi russi alla Lega per dire agli italiani come stanno le cose. Né Forza Italia, né la Meloni si sono associati alla nostra richiesta. I 5 Stelle a chiacchiere dicono sui giornali che sarebbe giusto che Salvini riferisse in Parlamento, ma in Aula non hanno detto una sola parola per sostenere la nostra richiesta”.
E chiosa: “Lega e M5s nelle commissioni vanno a braccetto come una falange armata, in senso metaforico, per garantire che il decreto sicurezza bis vada avanti. Salvini deve venire in Aula. Ha detto addirittura: ‘Me ne frego di quello che dice il presidente Fico’. Questo disprezzo nei confronti del presidente della Camera non si è mai visto. Salvini continua a bastonare le istituzioni democratiche e a comportarsi come un despota. E continua a non avere rispetto non nei confronti del Pd, ma degli italiani e del Parlamento”.