Un colloquio di circa 20 minuti con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per tirarsi fuori dalla corsa alla poltrona di commissario europeo. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, si è recato al Quirinale nella serata di giovedì per una visita al Capo dello Stato che mette fine alle voci che lo volevano prossimo membro italiano della Commissione presieduta da Ursula von der Leyen. Un epilogo preannunciato dallo scontro interno al governo sul sostegno alla nuova squadra europea, con il Movimento 5 Stelle che in sede di Plenaria ha sostenuto la candidatura del ministro della Difesa tedesco uscente e la Lega che, invece, ha deciso di mettersi all’opposizione, così come tutto il gruppo di riferimento nel Parlamento Ue, Identità e Democrazia

Nelle ultime settimane, il braccio destro di Matteo Salvini era la persona più accreditata a occupare una poltrona di peso a Palazzo Berlaymont. Nelle contrattazioni in sede di Consiglio Ue, Roma ha chiesto fin dall’inizio un commissario di peso economico. Con l’opposizione di successo alla candidatura del socialista Frans Timmermans e il successivo ok per la von der Leyen, l’Italia sembrava aver messo le mani sul commissario alla concorrenza, ruolo ricoperto nell’ultima legislatura dalla danese Margrethe Vestager che sembrava avere proprio in Giorgetti il suo successore.

Ma la decisione del Carroccio di togliere l’appoggio alla politica tedesca ha però cambiato gli equilibri. Quelli interni, con reciproche accuse di tradimento da parte delle due forze di governo. Ma anche a livello europeo, con il lavoro diplomatico svolto da Giuseppe Conte con gli altri capi di Stato e di governo e le sue rassicurazioni sull’appoggio italiano che hanno perso valore. Così, la poltrona della Concorrenza sembra sempre più a rischio, come ha fatto intuire la stessa von der Leyen, specialmente se l’idea del governo giallo-verde è sempre quella di affidare l’incarico a un esponente del Carroccio: “Ogni Stato membro ha diritto di proporre i propri commissari, così come il presidente ha quello di chiedere altri nomi qualora se ne ravvisino buone ragioni”, ha dichiarato. 

E anche sui conti, nella prima intervista concessa ad alcuni quotidiani europei, la tedesca invia un chiaro segnale: “La Commissione che presiederò monitorerà da vicino la situazione in Italia“, con l’obiettivo di “riuscire a investire per stimolare la crescita, ma senza contravvenire alle regole”.

Con la rinuncia di Giorgetti, riparte quindi il totonomi per il candidato italiano. Torna in corsa quello del ministro per la Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno, favorita anche dalla volontà della nuova presidentessa di tenere in forte considerazione la presenza di donne all’interno della nuova Commissione, e quello del ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, conoscitore della macchina europea.

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