Sony potrebbe essere interessata a produrre uno smartphone con schermo pieghevole. Ha depositato un brevetto con i sensori predisposti per rilevare la modalità d'uso, ma non vuole dire che i prossimi Xperia in arrivo saranno concorrenti del pieghevole Samsung.
Gli smartphone con schermo pieghevole sono il futuro del settore, anche se il Samsung Galaxy Fold ha avuto qualche intoppo all’esordio e Huawei ha fatto slittare l’esordio del Mate X per migliorarne la tecnologia. A quanto pare anche Sony sarà coinvolta nella sfida, dato che ha depositato un brevetto per la costruzione, appunto, di un display flessibile.
Una mossa coraggiosa quella di investire su dispositivi che, almeno per il momento, stando dando più grattacapi che soddisfazioni. Essere fra i primi a promuovere una tecnologia però comporta questo rischio, ed è innegabile che l’interesse del pubblico verso soluzioni flessibili è altissimo.
A spifferare quello che bolle in pentola è il sito LetsGoDigital, che mostra alcune immagini contenute nella richiesta di brevetto. Come sempre in questi casi, si tratta di schizzi che danno un’idea di massima di come sarebbe il prodotto finito, lasciando però molto spazio all’immaginazione per materiali e dettagli.
Quello che si deduce però è la presenza di almeno tre diversi sensori tra cui un accelerometro, uno di pressione e uno per la temperatura. L’accelerometro è onnipresente in qualsiasi smartphone da lungo tempo ormai, e serve per calcolare l’inclinazione del prodotto sui tre assi X, Y e Z. Il sensore di pressione, nel caso del brevetto Sony, non avrà a che fare con la sensibilità dello schermo touch: la sua presenza servirà per “capire” in che modo si sta usando il dispositivo, rilevando quando viene piegato.
Lo scopo dei sensori è quindi quello di ottimizzare automaticamente la visualizzazione dei software sullo schermo, in funzione dell’utilizzo o del posizionamento del prodotto. Al momento non ci sono ulteriori dettagli su quella che potrebbe essere una futura generazione di smartphone Sony. È bene ricordare che alla presentazione di un brevetto non corrisponde necessariamente la realizzazione del prodotto in oggetto.