Una “cialtronata” il premier Giuseppe Conte “è stato coinvolto”. E un Governo che “non ha più senso” se non si procede con l’Autonomia alle regioni del Nord. Attilio Fontana e Luca Zaia, rispettivamente presidenti di Lombardia e Veneto in quota leghista, ci vanno giù pesante, in un’escalation di attacchi al M5S che li avevano già visti protagonisti nella giornata di venerdì. La proposta delle due regioni, infatti, sarebbe stata depotenziata proprio dall’alleato al Governo della Lega, che nella nuova bozza – benedetta dal presidente del Consiglio – ha preteso di eliminare il capitolo legato alla scuola. Da capire, quanto la rabbia dei governatori in quota Carroccio peseranno sulle scelte di Matteo Salvini nella trattativa con il M5S e il premier Conte sulla riforma, in un sabato che ha visto il vicepremier piuttosto silenzio.

In attesa di capire le mosse del leader, i due “colonnelli” ci vanno giù duro. “Sono profondamente offeso che questi cialtroni ci facciano passare per truffatori del Paese e del Sud”, ha detto Fontana all’Ansa. “Mi stupiscono i 5stelle, e mi stupisce che Conte, che ancora stimo, sia stato coinvolto in questa cialtronata” che se resterà così “non firmerò mai”. Parole molto simili, nei toni, a quelle del governatore veneto, l’altro grande sponsor della proposta autonomista. “E’ impensabile – ha spiegato Zaia – che un progetto di autonomia, che è uno dei pilastri fondanti del contratto di Governo ed è la dote che la Lega porta al Governo, venga trattato come un ‘progettino’ di decima fila, senza nessuna importanza”. All’AdnKronos, il presidente veneto ha aggiunto: “Conte ora ha davanti a sé a due alternative: o ci presenta il testo” sull’autonomia differenziata “o getta la spugna, ma se getta la spugna manda all’aria tutto. Io tifo perché ci sia un testo” ma che “si tratti di autonomia vera e non di una presa in giro“.

Rispetto alla proposta portata avanti dalle regioni “autonomiste”, determinante è stata la soppressione dell’articolo 12, che prevedeva l’assunzione diretta dei docenti su base regionale. In questo modo, non ci sarà alcun trasferimento di risorse dallo Stato alle regioni su questo fronte e l’istruzione non sarà assimilata al funzionamento della sanità. “Noi stiamo solo chiedendo l’applicazione della Costituzione: chi dice il contrario, dice che la Costituzione è incostituzionale”, ha detto Zaia. “Sicuramente – ha aggiunto Fontana – non abbiamo bisogno di truffare nessuno per continuare ad essere grandi. Che persone che disistimo mi facciano passare per ladro è una cosa che mi ha fatto incazzare“.

Non solo i governatori leghisti. Scontento lo mostra anche Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna in quota Pd. “Aspettiamo parole di chiarezza dal governo sull’autonomia – ha scritto su Facebook – la nostra Regione non ha chiesto 1 euro in più ed è sacrosanto aiutare i territori più svantaggiati. Ma se qui, attraverso una gestione più efficiente delle risorse, riusciamo a risparmiare, allora è giusto che questi soldi siano reinvesti sul nostro territorio e usati per dare migliori servizi ai cittadini“. E ancora: “Come spendere i soldi risparmiati dall’Emilia Romagna lo decidiamo noi qui, non il governo a Roma“.

In serata, alcune “fonti governative M5S” alle agenzie di stampa hanno fatto sapere che le accuse di Zaia e Fontana sarebbero “inqualificabili, sia nei toni che nei contenuti“, alla luce “del grande lavoro portato avanti  nelle ultime settimane sull’autonomia”. E ancora: “L’autonomia si farà perché è giusto venire incontro alle richieste di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, nel rispetto dell’unità nazionale e di tutte le altre regioni“.

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