Era il 27 maggio e a Livorno era in corso lo scrutinio del voto per il primo turno delle elezioni comunali. Nelle stesse ore, con la giunta del Movimento Cinque Stelle ormai uscente, si sono tenuti i colloqui per l’assunzione di tre dirigenti comunali. Tra questi il comandante della polizia municipale. Primo in graduatoria risulta Stefano Donati, livornese di nascita, per dieci anni comandante dei vigili a Bari e poi direttore dell’ufficio Sviluppo economico dello stesso Comune guidato da Antonio Decaro. Ma il possibile nuovo capo della municipale di Livorno è un imputato: deve rispondere di abuso d’ufficio e falso in un processo in corso al tribunale di Bari (sezione distaccata di Bitonto): a giugno è iniziata la fase dell’udienza preliminare (rinviata alle prossime settimane) al termine della quale il giudice dovrà decidere se mandarlo a processo oppure no. Donati è finito in un’inchiesta su una concessione di un tratto di spiaggia a Torre Quetta a una cooperativa del posto, la Splendor Arl.

Il sindaco: “Regalino”. M5s: “Quella nomina era urgente”
Una situazione di imbarazzo per la nuova giunta sostenuta dal centrosinistra e guidata dal sindaco Luca Salvetti, ma anche della classe dirigente uscente che, per ragione sociale, fa dell’assenza di questioni giudiziarie un requisito di qualità: “C’era urgenza nel sostituire il comandante” spiega l’ex vicesindaca Stella Sorgente, oggi capogruppo M5s in consiglio comunale. “Era urgente a prescindere dal cambio di amministrazione perché l’attuale comandante, Riccardo Pucciarelli, sta facendo le ferie prima del pensionamento. E’ un ruolo un po’ delicato, ci sembrava la scelta opportuna anche su sollecitazione della macchina amministrativa, del sindaco stesso. Ed è stato valutato dal sindaco di fare così”. Così la decisione è arrivata proprio agli ultimi giorni prima del cambio di governo: “La tempistica aveva colpito anche me – commenta il sindaco Salvetti – Ma ne hanno fatte anche altre di scelte di questo genere, quasi a voler mettere dei tasselli o lasciare dei ‘regalini’ alla nuova amministrazione che secondo me nel concetto nobile della politica non sono cose da fare”. “Per il sindaco Salvetti tutto è politica e la politica può tutto. Persino intervenire nelle nomine dei dirigenti di un Comune – replica l’ex sindaco Filippo Nogarin – Voglio rassicurare sia lui che i cittadini: non è così. Esistono procedure che bypassano sindaci e assessori.
Tra queste ci sono i concorsi pubblici e, aggiungo, per fortuna. Lanciando queste accuse infamanti Salvetti dimostra solo di essere molto confuso su quali siano i poteri di un sindaco. E questo dovrebbe preoccupare molto ogni cittadino di Livorno”.

Donati, il “vincitore” della selezione
Come si è arrivati all’indicazione di Donati? Per individuare il miglior candidato, da prassi, è stata creata una commissione di cui hanno fatto parte il segretario generale del Comune, una dirigente nazionale della Protezione Civile e l’ex comandante della polizia urbana di Civitavecchia, perché il profilo richiesto deve riguardare sia l’esperienza come capo dei vigili, ma anche nella gestione delle emergenze. In questo caso all’avviso pubblico del Comune hanno risposto in 5 e il primo della graduatoria è risultato Donati, 62 anni. In quel momento la Procura di Bari aveva già da settimane fatto richiesta per il suo rinvio a giudizio: “Oggettivamente aveva un’ottima esperienza nella gestione della polizia municipale – spiegano fonti del Comune – Bari è una città molto complessa. Il giudizio positivo è stato soprattutto della commissaria della Protezione Civile nazionale, ha valutato che Donati possiede un’ottima conoscenza della disciplina generale, delle misure da attuare“. Ma il paradosso sta nel fatto che se dovesse essere mandato a processo – come sottolineano le stesse fonti autorevoli – “e se questo fosse rilevante sotto il profilo disciplinare, si potrebbe arrivare anche ad un licenziamento”.

L’inchiesta su Donati
Anche a Bari l’esperienza di Donati ha avuto momenti singolari. E’ iniziata per esempio con la condivisione della poltrona di comandante con un collega per una piccola querelle giudiziaria. Voluto dal sindaco Michele Emiliano, Donati è rimasto comandante per tutto il mandato dell’ex pm, fino al 2015. Antonio Decaro decide il trasferimento e nomina Donati direttore della ripartizione di sviluppo economico del Comune. Ed è in quegli uffici che cominciano i guai per l’ex comandante. È l’ottobre del 2018 quando Donati riceve un avviso di garanzia insieme a Isabella Loconte, istruttore amministrativo dello stesso ufficio e a Paolo Bellino, allora gestore di una spiaggia sul lungomare di Bari, Torre Quetta e rappresentante legale dalla Splendor. L’accusa è a vario titolo di abuso d’ufficio e falso. I fatti contestati risalgono al 2016: il 3 agosto, l’area adiacente a quella che Bellino aveva in concessione dal 2012 (poi prorogata nel 2016 per altre due stagioni) fu sottoposta a sequestro preventivo da parte della Capitaneria di Porto perché occupata abusivamente. Stando alle indagini, in quello stesso giorno l’imprenditore avrebbe depositato richiesta di estensione della concessione, relativa proprio a quell’area, chiedendo l’utilizzo di quella porzione di spiaggia.

Secondo l’ipotesi accusatoria, Donati e la funzionaria firmarono la concessione nel giro di poche ore, ad uffici comunali chiusi, in violazione della legge regionale che prevede che la concessione demaniale marittima a fini turistico-ricreativi sia rilasciata con una procedura di evidenza pubblica. Inoltre, sempre secondo la Procura, ignorarono il sequestro, procurando “un ingiusto vantaggio patrimoniale all’imprenditore”. I funzionari pubblici avrebbero – in sostanza – istruito la pratica nonostante gli uffici fossero chiusi e in poco più di ventiquattro ore avrebbero rilasciato l’ampliamento della concessione pur sapendo che la Capitaneria aveva riscontrato violazioni commesse proprio su quell’area. Nell’istanza, inoltre, Bellino avrebbe omesso di indicare che quei 365 metri quadrati erano stati posti sotto sequestro e lo stesso avrebbero fatto Donati e Loconte nella concessione firmata il 4 agosto 2016. L’ex comandante dei vigili, dopo aver ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, chiese di essere interrogato: spiegò che nell’orario in cui l’ufficio fu indicato come chiuso dai carabinieri, in realtà era aperto l’ufficio protocollo, al quale Bellino avrebbe presentato regolare domanda. Ribadì l’assoluta regolarità dell’ampliamento della concessione. Ma, ad aprile scorso, la Procura ha deciso per la richiesta di rinvio a giudizio.

Salvetti: “Con il comandante serve fiducia, tempo per valutare”
Ora, dunque, la palla passerà al nuovo sindaco di Livorno, Luca Salvetti: “Uno stretto rapporto di fiducia con il comandante della municipale è fondamentale ma la precedente amministrazione ha pensato bene di procedere con questa modalità – afferma – Oppure era talmente convinta di vincere da voler affrettare i tempi ma poi così non è stato e ci ha lasciato in una situazione non carina”. “La mobilità va fatta obbligatoriamente – risponde l’ex vicesindaca Sorgente – La valutazione sarà stata fatta con dei criteri. Io non posso giudicare questo perché non posso mettermi in mezzo al lavoro delle commissioni. La precedente giunta aveva avuto l’attenzione di mettere persone in commissione che provenissero dall’esterno e con particolari competenze proprio per avere una selezione. Io capisco che politicamente è abbastanza difficile da motivare: vedremo quali saranno le decisioni del nuovo sindaco”.

Donati ad oggi è dirigente amministrativo del Comune di Roma e le probabilità che entri effettivamente in servizio a Livorno appaiono piuttosto scarse. “Non vuole finire a fare il dirigente dei cimiteri a Livorno” affermano, con ironia, fonti del consiglio comunale livornese. Versione smentita dagli uffici del Comune di Livorno: “Donati probabilmente volendosi riavvicinare a Livorno, sua città d’origine, ha fatto domanda di mobilità in entrambi i Comuni, è stato assunto a Roma ed ora siamo noi a dover chiedere il nulla osta a quel Comune per farlo venire qui”. Ma la direzione scelta dal sindaco sembra un’altra: “Ci troviamo in una situazione ancora più contorta e non adatta a un’amministrazione che inizierebbe il suo percorso. Ci siamo presi un po’ di tempo per valutare con grande calma la strada migliore per procedere”. Forse, proprio quella di annullare la precedente selezione e fare tutto daccapo.

Articolo aggiornato dalla redazione web allee 15.24 del 22 luglio 2019

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