È stata lanciata la Soyuz MS-13 che in sei ore porterà l’astronauta Luca Parmitano sulla Stazione Spaziale Internazionale. Per l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), a bordo con l’americano Andrew Morgan e il russo Alexander Skvortsov, comincia così la missione Beyond, “Oltre”, nella seconda parte della quale sarà al comando, primo italiano e terzo europeo ad avere questo ruolo. AstroLuca dovrà inoltre affrontare delle passeggiate spaziali ed eseguire esperimenti volti a preparare l’uomo ai lunghi viaggi verso Luna e Marte (leggi l’intervista al Fattoquotidiano.it)
Un ultimo sguardo al mio pianeta… è arrivato il momento di salire a bordo del nostro vettore! Prossima fermata – Stazione Spaziale Internazionale @Space_Station. Ci impiegheremo circa 6 ore per raggiungerla e attraccare. Ci vediamo nello #spazio, amici! #MissionBeyond
— Luca Parmitano (@astro_luca) July 20, 2019
Parmitano si è preparato al lancio nella base di Baikonur (Kazakhstan). Il colonnello dell’Aeronautica e i suoi compagni di hanno rispettato la tradizione, basata sui gesti che Yuri Gagarin fece alla vigilia della missione che il 12 aprile 1961 fece di lui il primo uomo nello spazio. Un rituale che comincia in realtà qualche giorno prima della partenza, a Mosca, quando gli astronauti che si preparano al lancio depongono quattro garofani rossi sulla tomba di Gagarin. Poi c’è stato l’appuntamento è nel cosiddetto ‘giardino dei cosmonauti’, dove ogni albero è stato piantato in onore di una missione spaziale. La sera prima del lancio è d’obbligo guardare il film Il sole bianco del deserto’, girato a metà degli anni Sessanta da Anatoly Kuznestov. Al momento di lasciare l’hotel dei cosmonauti, poi, ogni membro dell’equipaggio lascia la firma sulla porta della stanza in cui ha dormito e, una volta scesi nella hall, c’è la benedizione del Pope. L’ultimo dei riti avviene senza testimoni, quando gli astronauti fanno una sosta lungo la strada verso la rampa di lancio per fare pipì contro la ruota del pullman, così come hanno fatto in passato tutti i loro predecessori.
Parlano di futuro tutti gli esperimenti che l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) dovrà condurre sulla Stazione Spaziale. Alcuni di questi sono stati preparati dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e tutti guardano nella stessa prospettiva: aprire una nuova strada nell’esplorazione spaziale, che permetta all’uomo di affrontare le future lunghe missioni verso la Luna e Marte riducendo al massimo i rischi, primi fra tutti quelli legati all’esposizione alle radiazioni, ma anche la riduzione della massa muscolare e l’impoverimento del tessuto osseo.
Gli esperimenti comprendono test di fisiologia umana, dimostratori tecnologici, attività educative e di osservazione della Terra. Appartengono a questo gruppo i test dell’Esa Life Support Rack per la produzione di ossigeno, Grasp che studia il comportamento degli organi sensoriali, Grip dedicato agli effetti della gravità sul sistema nervoso. Ci sono poi esperimenti di ricerca di base e quelli che hanno ricadute dirette, come Analog-1, nel quale AstroLuca controllerà il movimento di un piccolo rover sulla Terra, e BioRak, per studiare il comportamento dei microrganismi a contatto con la roccia, che potrebbe avere ricadute anche sull’industria.
Tra gli obiettivi degli esperimenti italiani, mantenere gli astronauti in forma in condizioni di microgravità (come Nutriss, dell’Università di Trieste), studiare l’udito (Acoustic Diagnostic, dell’Università di Roma Tor Vergata) e danni da radiazioni (Lidal, Universitò di Tor Vergata) e malattie neurodegenerative (Amyloid Aggregation, Istituto Zooprofilattico di Torino e Istituto Superiore di Sanità). AstroLuca, infine, converserà con Cimon, il robot basato sull’intelligenza artificiale che studierà le sue espressioni, nella speranza di non essere giudicato “cattivo”, come era accaduto al collega britannico Tim Peake.