Chi è alla ricerca di uno smartphone che offra autonomia soddisfacente, design piacevole, e comparto fotografico di buon livello può prendere in considerazione l’Honor 20 Pro. Costa 599 euro, e bisogna mettere in preventivo la mancanza della presa jack per le cuffie e di uno schermo OLED e l’impossibilità di espandere lo spazio di archiviazione interno. Su esperienza d’uso e qualità costruttiva non c’è nulla da obiettare e il costo è tutto sommato coerente con quanto offerto. Tuttavia, è da segnalare che allo stesso prezzo si possono acquistare prodotti come Mate 20 Pro o OnePlus 7 che pareggiano il conto sull’esperienza utente e in più dell’Honor 20 Pro offrono lo schermo OLED.
Dopo diverse settimane di test possiamo concludere che questo prodotto è una buona scelta per chi cerca affidabilità senza spendere cifre da capogiro. Il rivestimento esterno è totalmente in vetro, lo schermo IPS ha una diagonale da 6,26 pollici e il foro che nasconde la fotocamera frontale da 32 Megapixel. Il sensore biometrico è integrato nel pulsante laterale di accensione, mentre la fotocamera posteriore si compone di ben quattro sensori: principale da 48 Megapixel, teleobiettivo da 8 Megapixel con zoom ottico 3X, grandangolare da 16 Megapixel e l’ultimo da 2 Megapixel per le macro.
Prestazioni e autonomia
Prestazioni e autonomia sono il punto di forza di Honor 20 Pro. Il cuore pulsante è rappresentato dal processore a otto core Kirin 980 di Huawei, affiancato da 8 GB di memoria RAM e da uno spazio di archiviazione di 256 Gigabyte, non espandibile. Nei test lo smartphone è sempre reattivo e fluido e la navigazione scorre liscia. Abbiamo particolarmente apprezzato la dissipazione del calore: qualsiasi forma di surriscaldamento è impercettibile anche in condizioni di particolare stress.
Lo schermo è un modello da 6,26 pollici con risoluzione 1.080 x 2.340 pixel e rapporto di forma in 19,5:9, realizzato con tecnologia IPS. Si tratta di un display valido, con una buona resa e una visibilità convincente, ma concorrenti di fascia media integrano un pannello AMOLED. La tecnologia IPS non consente lo stesso risultato e gli stessi neri assoluti di un pannello OLED, come ad esempio quello dello Xiaomi Mi 9T.
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L’immersione è completa grazie all’assenza del notch (la fascia nera nella parte alta dello schermo), al posto del quale è stato scelto di optare per il foro sul display, nel punto in cui è alloggiata la fotocamera frontale.
L’autonomia consente di arrivare a sera e coprire anche il giorno successivo con un utilizzo moderato. Nel nostro caso, dopo 27 ore dall’ultima ricarica, avevamo ancora a disposizione il 33% di batteria residua. Un risultato da apprezzare, insieme al supporto alla ricarica rapida a 22,5 Watt, che permette di andare da 0 a 50% in soli 30 minuti.
Il comparto audio è nella media: c’è un solo altoparlante posizionato nella parte bassa del dispositivo, con una qualità e un volume che non fanno gridare al miracolo. A volume molto alto si avverte un po’ di distorsione del suono. La connettività sarebbe stata completa se ci fosse stata la presa jack per le cuffie. Presenti la porta USB Type-C e il supporto dual-SIM, mentre sono assenti le certificazioni di impermeabilità.
Design e comparto fotografico
Honor 20 Pro ha il rivestimento posteriore in vetro e i bordi un metallo. La colorazione in nostro possesso è quella Purple (viola), volendo si può optare per le varianti cromatiche nero e blu. Il pannello posteriore trattiene le ditate, in compenso non è particolarmente scivoloso da maneggiare, a meno che non lo si appoggi su una superficie liscia dove, complice la sporgenza della fotocamera, diventa instabile. Le dimensioni di 154,6 x 74 x 8,4 millimetri non sono molto contenute, ma sono accettabili insieme al peso di 182 grammi che è ben distribuito.
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Il sensore biometrico è rapido e preciso, in alternativa funziona bene anche il riconoscimento del volto, al netto del fatto che soffre un po’ in condizioni di scarsa illuminazione. Il comparto fotografico è composto da quattro sensori, ma sarebbero stati più che sufficienti anche solo tre, perché il sensore da 2 Megapixel dedicato alle macro ha un fuoco fisso di 4 cm e all’atto pratico è complicato trovare la giusta distanza di messa a fuoco.
Il sensore principale da 48 Megapixel è stabilizzato otticamente e realizza fotografie di alto livello di giorno, con colori vivi ma naturali. In notturna, invece, entra in gioco l’apposita modalità che riesce a migliorare di gran lunga il risultato finale aumentando il livello di dettaglio e saturando i colori. Fatica un po’ con il sensore grandangolare da 16 Megapixel, dove si registra una maggiore perdita di dettaglio e subentra del rumore digitale.
Il teleobiettivo da 8 Megapixel con zoom ottico fino a 3x si comporta molto bene mostrando abbastanza dettagli, anche se il risultato cala leggermente utilizzando lo zoom ibrido 5X, soprattutto in condizioni di illuminazione scarsa. In ogni caso, si tratta di una caratteristica non molto scontata in questa fascia di prezzo. I video possono essere registrati fino alla risoluzione 4K a 30 fotogrammi al secondo.
Per quanto riguarda la fotocamera frontale da 32 Megapixel, consente di ottenere selfie con colori naturali, soggetti ben esposti e buona dose di dettagli. Funziona bene anche la modalità ritratto, che perde un po’ di qualità in notturna, ma il risultato resta comunque ottimo.