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Pd, Renzi: “Non starò mai in un partito che fa accordo con M5s. Conte? Il vice dei due vice”. E attacca Di Maio, Salvini, Fico

Pd e M5s hanno valori in comune? Io non li vedo. Non voglio litigare e non ci penso proprio a uscire da un partito che è il mio partito. Ma è chiaro che non starò mai in un partito che fa l’accordo col M5s. Lo faccia lei l’accordo coi 5 Stelle”. Risponde così, nel corso di Omnibus (La7), il senatore del Pd Matteo Renzi a una domanda della conduttrice Gaia Tortora, all’indomani delle dichiarazioni del collega dem Dario Franceschini (seguito oggi da Luigi Zanda) circa una intesa futura Pd-5 Stelle per scorporare il governo gialloverde.

Renzi ne ha per tutti, in primis per i due vicepresidenti del Consiglio, definiti “tardo adolescenti che fanno le bizze e fanno perdere tempo al Paese”: “Ma è solo un gioco delle parti perché non vogliono mollare le poltrone“.
Poi motiva la disfatta elettorale del Pd, attribuendola a una tendenza mondiale di diffusione del populismo, ma aggiunge con un riferimento al M5s: “Al Sud qualcuno ha promesso un salario senza lavorare. Si rende conto che oggi ci sono degli stabilimenti balneari che non trovano persone per lavorare perché la gente chiede il reddito di cittadinanza? Ma questa è una cosa allucinante, è una cosa assurda. Gli italiani che ci stanno guardando da casa, in particolare gli anziani, hanno fatto grande l’Italia spaccandosi la schiena, non chiedendo il sussidio o ricorrendo all’assistenzialismo. Lega e M5s sono la stessa cosa: sono contro il lavoro, l’una con quota 100, l’altro col reddito di cittadinanza, e sono contro le infrastrutture”.

Stoccata velata a Zingaretti: “Io non faccio nessun tipo di discussione interna nel Pd. C’è un nuovo segretario e lui decide. Io avevo proposto di fare una mozione di sfiducia a Salvini, il segretario ha detto di non farla. Nei gruppi parlamentari avremmo avuto i numeri per presentarla, ma, siccome Zingaretti ha detto che peferisce non fare la mozione di sfiducia, noi abbiamo rispettato questa decisione. Quindi, nessuna polemica interna nel Pd”.

Poi definisce il presidente del Consiglio Giuseppe Conte “il vice dei suoi vice” e sfodera una metafora, menzionando la soap opera “Beautiful” e identificando Salvini e Di Maio nella versione brutta di Ridge e Thorne.
E chiosa: “Domani alla Camera si vota il Decreto Sicurezza Bis. Che fanno quelli che hanno ‘i nostri valori’, cioè i 5 Stelle? Cosa fa il presidente Fico, questo grande eroe della sinistra internazionale tra la colf in nero e i provvedimenti su Salvini? E al Senato questi eroi della centralità dell’Italia votano contro Salvini che ha portato con sé uno che ha chiesto le tangenti ai russi? Perché, parliamoci chiaro, quella che è stata chiesta da Savoini ai russi è una tangente. Allora – conclude – “i 5 Stelle onestà onestà” votano con noi o con la Lega? Domani al Senato parlerò prima di Salvini e dopo Conte. Già il fatto che Conte abbia qualcosa da dire è abbastanza interessante, perché di solito è difficile che ciò accada. Vediamo se Casalino gli scrive un bel discorso”.