Mancanza di equilibrio, pluralismo, completezza e obiettività. Soprattutto, “assenza di un contraddittorio adeguato“. L’Autorità Garante per le Comunicazione ha messo nel mirino alcuni programmi d’informazione Rai, che durante l’ultima campagna elettorale non avrebbero rispettato i principi cardine della comunicazione politica, secondo quanto indica la normativa, “al fine di soddisfare il diritto del cittadino a una corretta informazione e alla formazione di una propria opinione“.
Sotto la lente del Consiglio dell’Authority, con relatore Mario Morcellini, sono finite le posizioni del Tg2 diretto da Gennaro Sangiuliano e del Tg2 Post, condotto da Francesca Romana Elisei. Non solo. Oggetto dell’istruttoria aperta dall’Agcom anche Realiti, condotta sempre su Rai 2 da Enrico Lucci, e L’Approdo, trasmissione di approfondimento ideata da Gad Lerner.
L’Autorità, si legge in una nota, “ha innanzitutto avviato un procedimento nei confronti di Rai ai sensi dell’art. 48 comma 2 del Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici (Tusmar), ravvisando possibili violazioni in relazione ai ‘canoni di equilibrio, pluralismo, completezza, obiettività, imparzialità, indipendenza e apertura alle diverse formazioni politiche e sociali’ nonché alla necessità di ‘assicurare un contraddittorio adeguato, effettivo e leale'”. Laddove a seguito del procedimento venisse accertata la gravità delle condotte contestate, “l’Autorità potrebbe applicare una sanzione pecuniaria che può arrivare sino al 3% del fatturato realizzato nell’ultimo anno”.
Il Garante ha inoltre inviato una lettera di richiamo all’emittente Rete 4 in relazione alla trasmissione “Fuori dal coro”, segnalando la necessità di garantire “la presentazione veritiera dei fatti e degli avvenimenti, in modo da favorire la libera formazione delle opinioni”. L’emittente è stata richiamata alla necessità di “evitare che rappresentazioni stereotipate e generalizzazioni possano generare effetti discriminatori nei confronti di minoranze e gruppi di persone“.
La notizia mette in allarme il cda Rai e in particolare la consigliera Rita Borioni, secondo cui “la cosa è molto preoccupante, perché sembra riguardare l’intera programmazione e non colpisce un singolo segmento“. Secondo Borioni, “i precedenti richiami certo non facevano presupporre una conduzione equilibrata dell’informazione Rai e d’altro canto, ma è un parere assolutamente personale, basta guardare certe trasmissioni per comprendere che l’equidistanza non sembra essere il primo dei principi seguiti in Azienda”. Per la consigliera “il criterio di separare i fatti dalle opinioni dovrebbe invece guidare chi si occupa di informazione tanto più in un’Azienda di Servizio Pubblico“.