L'app che consente di invecchiarsi online nasce da una startup russa. Tante le preoccupazioni circa l'uso dei propri dati biometrici ceduti ad altre aziende. Ziccardi, esperto di privacy: "Non permettetele di 'entrare' nel telefono, ossia di avere accesso alla galleria fotografica, al microfono e alla geolocalizzazione"
Dai vip al vicino di casa, tutti negli ultimi giorni hanno provato a invecchiarsi digitalmente con FaceApp: ma dopo l’euforia collettiva, sul web sono cominciate a girare alcune preoccupazioni: stiamo veramente ‘regalando’ le nostre foto a una società russa? Servono per il riconoscimento facciale? Le altre applicazioni fanno lo stesso? “Ormai il telefono è un’appendice della nostra vita quotidiana, anche dal punto di vista dei contenuti più personali: per questo è importante proteggere i dati, inclusa l’immagine del nostro volto”, spiega Giovanni Ziccardi, docente di Informatica giuridica presso l’Università di Milano ed esperto di privacy e sicurezza digitale. Ecco cinque cose da sapere sull’app del momento.