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Neil Armstrong, accordo milionario per chiudere la disputa sulla morte “sospetta” dell’astronauta

Secondo il New York Times, il Mercy Health-Fairfile Hospital di Cincinnati, l'ospedale dove Armstrong era stato sottoposto a un bypass coronarico e dove era poi morto, avrebbe firmato con la stessa famiglia dell'astronauta un patto da sei milioni di dollari per evitare di finire in un vortice di cattiva pubblicità. Questo perché i figli  accusarono l'ospedale di cure incompetenti dopo la morte di Neil, avvenuta il 25 agosto del 2012

di Kevin Ben Alì Zinati

Niente Luna, oggi la stampa americana svela il lato oscuro di Neil Armstrong. Dopo le celebrazioni per il cinquantesimo anno dallo storico allunaggio dell’Apollo 11, il New York Times ha raccontato di un accordo milionario segreto per chiudere la controversia sulla morte “sospetta” dell’astronauta.

Il Mercy Health-Fairfile Hospital di Cincinnati, l’ospedale dove Armstrong era stato sottoposto a un bypass coronarico e dove era poi morto, avrebbe firmato con la stessa famiglia dell’astronauta un patto da sei milioni di dollari per evitare di finire in un vortice di cattiva pubblicità. Questo perché i figli  accusarono l’ospedale di cure incompetenti dopo la morte di Neil, avvenuta il 25 agosto del 2012. Mark e Rick Armstrong erano convinti che gli infermieri, nel rimuovere i fili di un peacemaker temporaneo, avessero causato un’emorragia della membrana che ricopre il cuore. La struttura si difese ma arrivò ad un accordo economico per risolvere privatamente la questione: passare per l’ospedale coinvolto nella morte del primo uomo sulla Luna – che all’epoca aveva 82 anni – sarebbe stata troppo devastante.

La richiesta iniziale della famiglia Armstrong fu di 7 milioni di dollari ma si scese fino a 6. La maggior parte della cifra fu spartita tra 10 parenti dell’eroe americano: 5,2 milioni divisi tra i due figli, 250mila dollari al fratello e alla sorella e 24mila dollari a ciascuno dei sei nipoti. L’unica a non prendere parte all’accordo fu Carol, la seconda moglie di Armstrong, che ebbe solo il ruolo di esecutore. Il New York Times ha ricevuto 93 pagine di documenti da una fonte anonima dai quali emerge un altro elemento controverso. Quando i fili del peacemaker temporaneo vennero tolti e la membrana cardiaca cominciò a sanguinare, infatti, Armstrong fu trasferito in un laboratorio di cateterizzazione e poi in una sala operatoria. Molti esperti hanno sostenuto però che il laboratorio di caterizzazione fu sicuramente una scelta molto rischiosa. Il Mercy Hospital per ora rifiuta di discutere il caso ma in una nota di martedì ha dichiarato di essere rimasto deluso che l’accordo fosse stato reso pubblico.

Accanto alle celebrazioni da parte di tutto il mondo, la storica impresa di Neil Armstrong ora si tinge anche di amarezza, scrive il Nyt: la controversa ma comunque diffusa pratica degli accordi confidenziali in negligenza medica infatti, continua a proteggere la reputazione, lasciando poco spazio alla responsabilità pubblica.

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