Si chiude con undici patteggiamenti il procedimento sull’ipotizzato inquinamento provocato dalla Fluorsid – l’azienda che fa capo al presidente del Cagliari Tommaso Giulini (non indagato) – nei terreni della zona industriale di Macchiareddu (Cagliari). Davanti al gup Giampaolo Casula è stato ratificato l’accordo tra le parti, predisposto nel giugno scorso, che prevede il ripristino dei luoghi. Gli imputati hanno patteggiato 23 mesi e settemila euro di multa, con la pena sospesa. Nel maggio del 2017 erano stati eseguiti diversi arresti.
Sono Pasquale Lavanga, ex presidente Cda della Fluorsid, il figlio Michele Lavanga, ex direttore dello stabilimento, il responsabile commerciale dei sottoprodotti aziendali Loukas Plakopitis, Giuseppe Steriti (funzionario), Mario Deiana (responsabile logistica), Armando Bollani (proprietario della società Ineco), Sandro Cossu (responsabile sicurezza e ambiente), Alessio Farci (responsabile del cantiere a Terrasili), Marcello Pitzalis (operaio della Ineco), Giancarlo Lecis (funzionario Fluorsid) e Simone Nonnis, dipendente di Bollani. Per tutti gli imputati, accusati a vario titolo di inquinamento, disastro ambientale e smaltimento illecito di rifiuti, è caduta l’accusa di associazione per delinquere. Altri quattro indagati, invece, erano già stati stralciati per essere destinati probabilmente all’archiviazione.
La Fluorsid, rimasta comunque estranea alle imputazioni, si è presa in carico la gran parte delle bonifiche, con una spesa di circa 22 milioni di euro. Un piano di investimenti che era già stato varato dalla società di Tommaso Giulini per risanare l’area attorno allo stabilimento di Macchiareddu e migliorare ulteriormente il rispetto della sicurezza ambientale, come ha chiarito l’avvocato Guido Manca Bitti, che assiste l’azienda.