L'ex lupo grigio, in una lettera inviata alla stampa internazionale, parla della 15enne scomparsa il 22 giugno 1983. "Fu vittima di un intrigo internazionale per motivi religiosi-politici collegati anche con il terzo segreto di Fatima. Il Vaticano non è responsabile"
“È viva e sta bene da 36 anni, non ha mai subito nessuna violenza. Anzi è stata trattata bene sempre”. In una lettera aperta alla stampa internazionale Ali Agca, l’attentatore di Papa Giovanni Paolo II, torna sul caso di Emanuela Orlandi, la 15enne sequestrata il 22 giugno 1983. Secondo l’ex lupo grigio, che ha fatto recapitare il suo messaggio dalla Turchia tramite il suo legale, la ragazza “non fu mai sequestrata nel senso classico del termine”, ma “fu vittima di un intrigo internazionale per motivi religiosi-politici collegati anche con il terzo segreto di Fatima“. Le parole dell’ex terrorista turco arrivano a due giorni dalla ripresa in Vaticano delle perizie sulle centinaia di frammenti ossei repertati in due ossari nel Campo Santo Teutonico, dove sono state aperte le tombe delle principesse Sophie von Hohenlohe e Carlotta Federica di Mecklenburgo. Nei due loculi, infatti, una segnalazione inviata alla famiglia Orlandi indicava che lì potessero trovarsi i resti della ragazza. Di loro però, non è stata rilevata alcuna traccia, ma nell’area attigua ai due sepolcri sono state trovate migliaia di ossa riconducibili a più persone.
“Tutti invitano il Vaticano a rivelare qualche documento in suo possesso sull’intrigo internazionale Emanuela Orlandi – scrive Agca -. Invece io invito la Cia a rivelare i suoi documenti segreti sull’intrigo Emanuela Orlandi, confessando anche la responsabilità diretta della Cia su quel complesso di intrighi internazionali degli anni 1980″. E chiude: “Ci sono molte cose da dire ma per adesso devo limitare il discorso”. Agca, ricordando il breve incontro tra Bergoglio e il fratello della ragazza, poi aggiunge: “Il papa Francesco ha detto a Pietro Orlandi: ‘Se Emanuela si trova in cielo dobbiamo pregare per Lei’. Questa dichiarazione normalissima del Papa – precisa l’ex terrorista – fu manipolata e fatto un film di menzogna intitolato ‘La verità sta in cielo’ (di Roberto Faenza, ndr)“. “Basta con menzogne e calunnie contro i morti come il prelato Marcinkus e Enrico de Pedis e altre persone innocenti – dice ancora -. Nessuna criminalità e nessuna sessualità c’entrano con il caso Emanuela Orlandi“.