“Il procuratore di Locri in un’occasione pubblica ha detto che ho avuto privilegi dalla politica. Io sono entrato in un modo al Comune e sono uscito più povero. Per quella parola del procuratore, quando c’è stata l’occasione per il Parlamento europeo, io ho detto che non posso candidarmi”. In una conferenza stampa, tenuta a Caulonia, Mimmo Lucano risponde alle polemiche delle ultime settimane e in particolare agli articoli pubblicati da “Il Giornale” secondo cui l’ex sindaco di Riace, alle ultime politiche era “a caccia dell’immunità parlamentare”.
Ancora sottoposto al divieto di dimora, Lucano parla di “manipolazione”. Per capirlo serve ascoltare integralmente l’intercettazione finita nel fascicolo del processo “Xenia”. Una conversazione telefonica, intrattenuta con il fratello, nella quale Mimmo Lucano non ha mai pronunciato la parola immunità. “Non mi hanno fatto nessuna proposta di candidatura – era l’espressione dell’ex sindaco -. Se è una cosa fatta per tamponare, non piace a me”.
“Dentro di me – ha spiegato durante l’incontro organizzato dal comitato ’11 giugno’ – non volevo quella candidatura”. Così è stato anche per le elezioni europee: “Mi rendevo conto che potevo avere una grande indennità. Io sono una persona in grande difficoltà. Ho avuto l’orgoglio di dire no e a livello mediatico ribaltano completamente dicendo che io cercavo l’immunità. È completamente all’opposto”.
Imputato davanti al Tribunale di Locri per la gestione dei fondi dell’accoglienza e per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, l’ex sindaco di Riace non si sottrae alle accuse: “Sono contento che c’è il processo. Se ho sbagliato sono pronto a pagare. Non voglio immunità e non voglio nulla. Però voglio giustizia”. L’ultima stoccata è per chi, secondo Lucano, “ha costruito l’industria della paura”. “Anche il Partito democratico – dice – ha fatto questo errore. Durante i governi Gentiloni e Renzi, il ministro dell’interno (Minniti, ndr) non ha detto una parola quando cominciavano a non arrivare i fondi. A chi è stato utile questo? Per fare passare l’idea della criminalizzazione della solidarietà. Oggi abbiamo un governo e mi viene da dire che è come se l’odio diventa legalità. Ma legalità è stato anche il Terzo Reich e il fascismo di Benito Mussolini. Come è arrivato per i regimi dittatoriali, sicuramente arriverà il giorno in cui finirà questa storia”.