Un’Italia che deve rimanere legata ben stretta all’Unione europea, senza la quale “non c’è futuro”, contro ogni ipotesi di isolazionismo. E anche un consiglio alla maggioranza di governo: “Serve un clima di fattiva collaborazione“. Sono questi i principali messaggi che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto lanciare nel suo discorso durante la cerimonia del ventaglio, al Quirinale.
Il Capo dello Stato ha esordito parlando proprio di Unione europea, ad appena due mesi dal voto che ha portato al cambio di legislatura a Bruxelles. “È di importanza capitale non essere isolati“, ha detto ricordando che “in occasione delle elezioni per il Parlamento europeo, si è registrata una grande partecipazione. Si apre con quel voto una fase nuova per l’Ue, con una diffusa richiesta di cambiamento, con una visione e un atteggiamento di maggiore solidarietà, specie nei confronti delle giovani generazioni”. Ha poi aggiunto: “Davanti alla sfide numerose e di carattere globale i singoli paesi si dividono tra quelli piccoli e quelli che non hanno compreso di essere piccoli anch’essi”.
A questo proposito, il Presidente ha detto di reputare positivo il confronto avuto con le istituzioni europee anche sui dossier più caldi, come i conti pubblici: “È stata una scelta saggia – ha spiegato -quella di mantenere con le istituzioni di Bruxelles un rapporto costruttivo, di confronto dialogante. La solidità dell’economia italiana, i provvedimenti assunti dal governo e gli intendimenti manifestati a seguito dell’intesa con la Commissione europea, con l’impegno a tenere i conti in ordine, hanno incontrato la fiducia dei mercati finanziari, con lo spread sceso notevolmente e la borsa in buona salute. Condizione, questa, che riduce per l’Italia il costo degli interessi sui nostri titoli pubblici e incoraggia gli investitori italiani e d’oltre confine. Si è così evitato uno scenario che avrebbe pesantemente ipotecato il futuro del nostro Paese”. Per il futuro, quindi, “occorre mantenersi dentro questo processo e percorso virtuoso e rassicurante per i risparmiatori, gli imprenditori, gli investitori. In questo modo si possono, con efficacia, perseguire crescita e sviluppo dell’occupazione in un’economia che è in buona salute ma che chiede di essere sorretta, per una crescita più consistente, da una gestione attenta dei conti pubblici”.
Ricordando che “il Quirinale non compie scelte politiche” e che, quindi, non può intervenire sull’operato dei governi in carica, se non come “arbitro garante della rete istituzionale” che può “richiamare al senso delle istituzioni”, Mattarella ha però voluto ribadire che sia in campo europeo che interno, è sempre importante, per il bene delle istituzioni, mantenere equilibrio e un clima di collaborazione: “Si è conclusa una lunghissima campagna elettorale e ha prodotto divergenze, contrapposizioni e forti tensioni fra le forze politiche e dentro la maggioranza – ha continuato – Altri appuntamenti elettorali si prospettano. Va costantemente tenuto presente che le istituzioni della nostra Repubblica hanno bisogno di un clima di fattiva collaborazione, per decisioni sollecite e tempestive, per un buon andamento della vita nazionale”.
Nel corso del suo discorso, il Capo dello Stato ha anche ricordato e sottolineato l’importanza dell’indipendenza della magistratura: “Il prestigio e l’autorevolezza della magistratura sono essenziali per la Repubblica, un elemento basilare della Costituzione. La magistratura, nella sua storia e nel suo impegno, manifesta di essere pienamente in grado di assicurare rigore e piena imparzialità nelle decisioni. Anche su questa base va riaffermato con decisione che l’indipendenza della magistratura è un elemento basilare della Costituzione e comporta il rispetto delle sue decisioni”.
Prima di ricevere il ventaglio da parte del presidente dell’Associazione stampa parlamentare, Marco Di Fonzo, Mattarella ha voluto dare il suo messaggio proprio a giornalisti e operatori dei media: “Sono innanzitutto i cittadini a dover essere protagonisti. È grazie a essa che possono formarsi un’opinione consapevole e liberamente critica. I giornalisti, per la professionalità e deontologia che caratterizza la loro funzione, devono agire con indipendenza e rigore nell’alimentare credibilità e fiducia nell’assolvimento del loro ruolo di servire i governati, e non i governanti”. Il capo dello Stato ha aggiunto: “Gli editori che hanno l’impegnativo compito di far quadrare i conti e sanno di scommettere su un settore vitale della democrazia, hanno titolo a ricevere concreta attenzione da parte delle istituzioni”.