La Camera ha approvato il decreto Sicurezza bis con 322 voti favorevoli, 90 contrari e un’astensione, dopo che sul provvedimento il governo aveva messo la fiducia, confermata mercoledì con 325 sì e 248 no. Come nel precedente decreto, la maggioranza ha potuto contare sui voti di Forza Italia (nonostante il ‘record’ di assenze con 26 votanti sul totale di 104 forzisti) e Fratelli d’Italia. Ma al momento del voto non erano presenti in Aula anche 17 deputati del Movimento 5 stelle, come risulta dai tabulati della seduta. Anche il presidente della Camera, Roberto Fico, prima del voto si è allontanato dall’emiciclo. Un solo voto contrario tra i pentastellati, quello di Doriana Sarli che già aveva detto no al primo dl Sicurezza.
Adesso, il testo passerà al Senato per l’approvazione definitiva che la Lega spera di ottenere prima della pausa estiva: secondo il calendario di Palazzo Madama, l’esame dovrebbe cominciare entro il primo agosto. Matteo Salvini è il primo a manifestare soddisfazione per un provvedimento fortemente voluto: “La Camera approva il decreto Sicurezza bis – ha detto – Pene più dure contro gli scafisti e i trafficanti di esseri umani, centinaia di assunzioni per combattere mafia, camorra e ‘ndrangheta, tolleranza zero per chi aggredisce le Forze dell’Ordine. Ora entro i primi di agosto tocca al Senato. Dalle parole ai fatti”.
All’interno del M5s invece nessuno parla e sono segnalati 17 assenti: Vittoria Casa, Andrea Colletti, Jessica Costanzo, Giuseppe D’Ambrosio, Celeste D’Arrando, Federico D’Inca, Yana Chiara Ehm, Luigi Gallo, Michele Gubitosa, Giuseppe L’Abbate, Stefania Mammì, Maria Marzana, Carmelo Massimo Misiti, Anna Laura Orrico, Gilda Sportiello, Roberto Traversi, Giorgio Trizzino. Assente al momento del voto anche Roberto Fico che è uscito mezz’ora prima, lasciando il posto al vicepresidente Fabio Rampelli. A novembre disertò l’Aula spiegando, dopo, che fu una scelta per segnare la distanza dal provvedimento.
Le novità principali del ‘bis’ sono nei primi due articoli. In particolare, il ministro dell’Interno può limitare o vietare l’ingresso, il transito o la sosta di navi nelle acque territoriali per ragioni di ordine e sicurezza o in caso di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Introdotta anche la maxi multa da 150mila euro fino a un milione per il comandante della nave che violi quel divieto e, in aggiunta, c’è il sequestro dell’imbarcazione.