È stato rintracciato dai carabinieri in un appartamento di Giaveno (Torino), e arrestato, Daniele Ughetto Piampaschet, l’aspirante scrittore condannato in via definitiva a 25 anni per l’omicidio di Anthonia Egbuna. L’uomo, che aveva anticipato il delitto in un romanzo, era latitante. Lo scorso 13 luglio i carabinieri si erano presentati nella sua abitazione per portarlo in carcere, dopo che la Cassazione aveva confermato la condanna, ma non lo avevano trovato. Piampaschet si è sempre detto innocente. Da alcuni manoscritti recuperati dai carabinieri che oggi lo hanno arrestato in un appartamento di Giaveno (Torino), sembra che volesse raggiungere la casa di famiglia a Terrasini (Palermo) e da lì la Tunisia.
Il corpo della donna, una prostituta con cui aveva avuto una breve relazione, era stato trovato, con segni di numerose coltellate, il 26 febbraio 2012 sul greto del Po proprio come ne La rosa e il leone, romanzo che Piampaschet aveva scritto e mai pubblicato. “L’attesa giudiziaria mi ha cambiato la vita. Ora vivo in campagna con la mia famiglia. Conduco una vita raccolta, sto ristrutturando un casolare e continuo a scrivere”, aveva detto, in lacrime, dopo una delle tante sentenze nei suoi confronti. “Sino a che il processo non si concluderà definitivamente, però, non ho prospettive”, aveva aggiunto, ribadendo la sua “fiducia nella magistratura”. Assolto in primo grado, Piampaschet era stato condannato in appello a 25 anni e 6 mesi di carcere per omicidio volontario nel 2015. La Cassazione, nel 2016, aveva poi annullato la sentenza e rinviato il caso alla Corte d’assise d’Appello. E così via. Avanti e indietro sino allo scorso 2 giugno, quando è arrivata la condanna definitiva. E l’aspirante romanziere si era dato alla fuga. Quando i carabinieri erano arrivati a Giaveno (Torino) per arrestarlo, in casa avevano trovato solo il padre che, forse per proteggerlo, si era scagliato contro un militare ed era stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale. Processato per direttissima era stato scarcerato.