Immaginate un telegiornale che si occupa solo di notizie leggere, leggerissime, “impalpabili”. Fatto? Ora, prendete un po’ di colla vinilica e usatela per appiccicarci degli scoop che non hanno come obiettivo quello di salvare il mondo ma che, a loro modo, sono capaci di far vacillare le nostre certezze. Perché, se c’è una cosa della quale 9 italiani su 10 erano certi secondo un sondaggio condotto non si sa bene da chi, è che Lorenzo Jovanotti Cherubini non si sarebbe mai, mai, ma proprio mai, incazzato. E nemmeno alterato. Niente, manco un fremito di stizza. L’immagine della calma, dell’amore romantico e universale, della pacatezza e della vita vissuta a contatto con la natura più bella, Jova non destava alcun sospetto quanto a scatti di rabbia, o momenti di palpabile nervosismo.
E invece, tornando al telegiornale immaginario di cui sopra, quel momento è arrivato: “E ora passiamo a Jovanotti a un grande inedito per questo Paese: Jovanotti si è incazzato“. Sì, perché dopo alcune date del suo chiacchierato Jova Beach Party (del quale abbiamo scritto qui), e le numerose polemiche che questo mega show si è portato dietro, stavolta Lorenzo da Cortona ha lasciato trapelare una leggera stizza.
Ha risposto con educazione e pacatezza quando si è trattato della (giusta, secondo noi) disputa sulla data di Plan de Corones, ha fatto marcia indietro quando si è trattato di proteggere una specie di uccelli a rischio estinzione, ha cercato di spiegare le ragioni organizzative che hanno portato ad alcune beghe per gli spettatori (leggi alla voce “birra finita”) ma stavolta, sulla data di Viareggio, non ha retto. E ha scritto un lungo post su Facebook: “Sono appena uscito da una riunione con la squadra di Jova Beach dove mi hanno detto che a Viareggio ci hanno imposto delle modifiche al progetto che in pratica ci obbligano a dividere la spiaggia in settori transennati come in un allevamento di pecore mannare“. Nel lungo post, Lorenzo spiega come mai quello che andrà in scena nella cittadina toscana non sarà un live come gli altri: “La sicurezza è al primissimo posto nel progetto JBP e la collaborazione con le autorità è imprescindibile e noi ci adegueremo ad ogni direttiva che ci verrà imposta ma se davvero è questa la loro ultima parola mi dispiace tantissimo e sono perplesso, non ha senso penalizzare un pubblico, soprattutto questo pubblico, e impoverire lo spirito di un evento bello che porta in scena un’idea di mondo non diviso in recinti come quelli di un allevamento intensivo o dell’ora d’aria di Alcatraz“, si legge ancora.
Se fosse un telegiornale di quelli che si occupano solo di notizie leggere, anzi leggerissime, a questo punto non ci sarebbe alcun commento e si passerebbe alla notizia successiva. Visto che non lo è, una cosa possiamo dirla: ci sono stati certamente alcuni limiti ed errori nell’organizzazione di questi live, vuoi per l’unicità di eventi di questo tipo nel nostro Paese, vuoi per la superficialità (o forse presunzione) con cui si sono scelti luoghi che avrebbero potuto essere lasciati in pace. Ma l’impressione è che, a fronte di uno show che possiamo definire bellissimo (si ami o no la musica del toscano) e del tentativo di portare in Italia una novità per quel che riguarda i concerti estivi nei grandi spazi, in tanti stiano cercando di rompere i cogli*** al “nostro”.
“Abbiamo già fatto 6 spiagge dove il pubblico è stato libero di muoversi a suo piacimento e quello che è evidente è che il Jova Beach Party non è un raduno di hooligans infoiati – scrive ancora Lorenzo – ma una festa di esseri umani evoluti pacifici e allegri in grado di badare a se stessi“. Tieni duro Jova, e vedi di non fare (altre) cazzate dal punto di vista organizzativo così quando farai il Jova Beach Party 2 avranno meno transenne da imporre.