Pubblicata l'email del capo cerimoniale del ministero dell'Interno in cui si informava che "agli incontri del signor Ministro con le autorità russe saranno presenti anche l' onorevole Claudio D' Amico e il dottor Gianluca Savoini"
La procura di Milano che indaga sui presunti fondi russi alla Lega si concentra nello studio del materiale sequestrato ai tre indagati per corruzione internazionale – Gianluca Savoini ex portavoce di Matteo Salvini, l’avvocato Gianluca Meranda e Francesco Vannucci – i quali avrebbero partecipato all’incontro all’hotel Metropol di Mosca, incontro del 18 ottobre scorso fondamentale per ricostruire l’operazione sospetta legata alla compravendita di petrolio al centro dell’indagine che avrebbe dovuto far arrivare un finanziamento di 65 milioni di dollari alla Lega. Incontro per il quale l’ex portavoce è indagato per corruzione internazionale dalla procura di Milano. Savoini – parlava con tre russi alla presenza dei due italiani – è l’uomo che da sempre cura i rapporti tra via Bellerio e la Russia. In particolare è sullo studio di chat, tabulati telefonici e mail che converge il lavoro del procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e dei pm Sergio Spataro e Gaetano Ruta.
La procura non esclude di acquisire, in un secondo tempo, i documenti allegati alla relazione consegnata dal premier Giuseppe Conte al Parlamento in cui viene ricostruita, tra le altre cose, la lista dei partecipanti a dibattiti o missioni inerenti alla Russia che si sono svolti dall’insediamento del governo gialloverde, in particolare sui nomi chiesti dal Viminale da accreditare per incontri ufficiali in programma a Mosca.
Come è noto Savonini era presente anche all’ambasciata italiana a Mosca l’11 luglio del 2018 e oggi il Corriere pubblica l’email del capo cerimoniale del ministero dell’Interno in cui si informava che “agli incontri del signor Ministro con le autorità russe saranno presenti anche l’ onorevole Claudio D’ Amico e il dottor Gianluca Savoini”. Matteo Salvini però, che conosce Savoini da 25 anni, su questo particolare appuntamento aveva detto che l’ex portavoce non era stato invitato da lui.
La mail è tra i documenti allegati alla relazione consegnata dal premier e confermare il ruolo su richiesta del Viminale. Il 10 luglio scorso, quando il sito Buzzfeed ha reso pubblico audio della riunione al Metropol, Salvini aveva negato di sapere. Dichiarazione che il presidente del Consiglio ha smentito nel corso dell’ audizione in Senato. Ora rimane da stabilire su chi abbia finanziato i viaggi di Savoini e quelli di Claudio D’Amico, il consigliere strategico di Salvini a palazzo Chigi, che almeno una volta al mese viaggiano tra Roma e Mosca. Come ricostruito dal Fattoquotidiano.it il leader leghista è stato nove volte in Russia in quattro anni e Savoini era sempre presente. Inoltre era stato lo stesso segretario federale ad assegnare un ruolo all’ex portavoce: “My official representatives Gianluca Savoini and Claudio D’Amico”. Parole riportate in una intervista dal sito International Affairs il 17 novembre 2014. Sputnik News, braccio mediatico di Vladmir Putin in Occidente, lo definisce “responsabile dei rapporti con la Russia per la Lega Nord”.
“Ho massima fiducia sia in Gianluca sia nella magistratura” dice Salvini a Milano, spiegando di non essere “minimamente” preoccupato dall’inchiesta sui fondi russi alla Lega. “Non sono esperto in pranzi e cene, la procura ritiene inutile ascoltarmi, le mie giornate le occupo su problemi reali, non su chi c’è a pranzo e cena”. E a proposito della mail dove viene annunciata la presenza di Savoini, a chi gli ha chiesto se sapeva della sua presenza Salvini ha risposto “certo. Savoini lo conosco dal 1992 è una persona corretta, c’è un’inchiesta della magistratura e non disturbo le inchieste, mi auguro che si chiuda il prima possibile e mi spiace per quelli che si aspettano che da questa roba esca chissà cosa perché non uscirà niente. Leggevo anche le vicende di Siri – ha aggiunto – e mi sembra che anche su quello i malpensanti rimarranno male, ma il ministro dell’Interno si occupa della sicurezza di 60 milioni persone, il controspionaggio lo lascio ad altri”.
Intanto dopo Savoini anche l’avvocato Gianluca Meranda e l’ex bancario Francesco Vannucci, indagati per corruzione internazionale, hanno depositato ricorso al Tribunale del Riesame contro i sequestri avvenuti durante le perquisizioni effettuate dalla Guardia di finanza. Ora la Procura sta vagliando gli atti che riterrà opportuno depositare alle difese in vista dell’udienza in cui si discuterà l’istanza.