La nave “Gregoretti” della Guardia costiera italiana ha preso in carico 141 migranti ma non ha un porto dove farli sbarcare. Da ieri sera la nave, partita da Lampedusa, è in attesa di conoscere il luogo dove dirigersi, attesa che, però, potrebbe essere lunga. Matteo Salvini questa mattina ha infatti dichiarato: “Ho dato disposizione che non venga assegnato nessun porto prima che ci sia sulla carta una redistribuzione in tutta Europa di tutti i 140 migranti a bordo”. I migranti sono stati soccorsi in due diversi momenti: cinquanta persone sono state trasbordate da un peschereccio siciliano, “Accursio Giarratano”, mentre altre 91 erano su un gommone segnalato da un peschereccio tunisino.
L’imbarcazione siciliana era rimasta per quasi 24 ore in mare aperto in acque di competenza maltese, a fianco del natante in attesa di un aiuto dopo che le autorità di Malta aveva negato il porto sicuro. Il comandante del motopeschereccio ha riferito ieri che le persone a bordo del gommone hanno tentato di salire sul suo peschereccio: “Non conosciamo la loro nazionalità, non possiamo lasciarle alla deriva, vorremmo poterle consegnare ad una autorità marittima disponibile, sia italiana che maltese”, ha detto. Ieri sera, poi, il trasbordo sulla motovedetta della Guardia costiera, che però ancora è in navigazione. Solo cinque naufraghi sono stati fatti sbarcare questa mattina a Lampedusa, per motivi sanitari.
“L’Italia sta facendo la sua parte, una motovedetta ha raccolto due imbarcazioni in difficoltà”, ha dichiarato il ministro dell’Interno. “Nelle prossime ore – ha aggiunto – vedremo se alle parole dell’Europa seguiranno i fatti. Avremo modo di sperimentare la generosità di Francia, Germania, Spagna, Olanda e di tutti i Paesi che spesso e volentieri fanno la morale all’Italia. Se Macron pensa che tutti i barconi debbano arrivare in Italia ha sbagliato a capire”. Le dichiarazioni del ministro dell’Interno italiano si inseriscono all’interno delle tensioni con l’Unione europea, e in particolare con Francia e Germania, che nel vertice di Helsinki avevano chiesto di approvare un documento sugli sbarchi che vincoli i paesi che affacciano sul Mediterraneo a far approdare i migranti. Malta e Italia si erano schierate contro il testo, temendo di doversi sobbarcare tutto il peso degli arrivi. Tensioni che sono poi continuate nei giorni successivi e in particolare in occasione del nuovo incontro convocato dal premier francese Macron a Parigi per provare a sbloccare la situazione sui soccorsi in mare. Incontro a cui Salvini non ha partecipato.
La Commissione europea ha dichiarato che “questa mattina ha ricevuto dall’Italia una richiesta di svolgere un ruolo di coordinamento attivo per facilitare lo sbarco dei migranti soccorsi che si trovano attualmente a bordo della nave della Guardia costiera italiana Gregoretti”. Lo ha reso noto una portavoce della Commissione precisando che “come già fatto in molti casi simili in passato” Bruxelles “prenderà ora contatti con gli Stati membri“. Mentre la situazione è in stallo Mediterranea Saving Humans ha annunciato che destinerà 10mila euro della raccolta fondi come contributo di solidarietà all’equipaggio del peschereccio siciliano che ha soccorso i 50 migranti: “Lo facciamo – scrive la ong italiana in una nota – perché chi sostiene Mediterranea sostiene in primo luogo un’idea di umanità e oggi quell’idea ha navigato su quel peschereccio, dalla parte giusta della Storia”.
Giovedì in Italia la Camera ha varato il decreto sicurezza bis, che inasprisce le sanzioni per le navi delle ong che operano salvataggi in mare. Sul decreto è intervenuta la vice portavoce capo della Commissione Europea Natasha Bertaud, rispondendo a una domanda sulle sanzioni previste dal decreto per i comandanti delle navi che violino il divieto di ingresso, transito e sosta nelle acque territoriali italiane, divieto che può essere disposto dal ministro dell’Interno per ragioni di ordine pubblico e di sicurezza o in caso di sospetto favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: il decreto Sicurezza bis, ha detto, “è stato approvato dalla Camera, ma deve ancora essere approvato al Senato. Una volta che sarà approvato, ne controlleremo la compatibilità con il diritto Ue“.
Proseguono intanto le ricerche nel Mediterraneo centrale dopo il naufragio del 25 luglio al largo delle coste libiche. “Si temono almeno 115 morti”, ha dichiarato l’agenzia Onu per i rifugiati. Altre 135 persone sono state soccorse e le ricerche proseguono senza sosta. Secondo le testimonianze dei sopravvissuti, principalmente eritrei e sudanesi, una delle barche naufragate, che trasportava almeno 250 persone, si è ribaltata a causa di un guasto al motore. Non si sa ancora, però, quante siano effettivamente le imbarcazioni coinvolte. “Se le cifre stimate sono corrette, si tratta del maggior numero di vittime nel Mediterraneo centrale nel 2019″, ha dichiarato il portavoce dell’Unhcr.