Politica

Pd, tregua dopo la Direzione. Zingaretti: “Governo unito solo da poltrone”. Calenda: “Segretario chiaro sul no al M5s”

Polemiche alla vigilia, con attacchi incrociati tra renziani e nuova maggioranza, interviste contestate (di Dario Franceschini e Giuseppe Sala), accuse al nuovo corso di voler “aprire al M5s” e di voler “epurare” l’area renziana, compreso il caso Faraone con il commissariamento del Pd siciliano. Poi, non è una novità in casa dem, la tregua. Così si è conclusa la Direzione del Partito democraticoche ha approvato la relazione del segretario senza voti contrari e con 24 astenuti. “Il Pd ne esce più forte, unito, ora lanciamo la Costituente delle idee per offrire un’alternativa a un esecutivo che governa sui litigi, unito solo sulle poltrone”, spiega Zingaretti. E se Carlo Calenda aveva chiesto parole chiare al segretario in merito al rapporto con il M5s, ora l’ex ministro dello Sviluppo economico si mostra soddisfatto da quanto emerso in Direzione, tanto da aver ritirato l’ordine del giorno presentato, poi inglobato dalla relazione di Zingaretti. “Se mi sento garantito? Disarticolare non vuol dire fare aperture, ma far emergere le contraddizioni interne al governo. Finalmente c’è stata una discussione politica e il segretario è stato chiaro e preciso: nessuna alleanza con il M5s. E lavoro su scuola, sanità e investimenti. Ma ora serve lavorare, altrimenti anche se il governo va male, noi non prendiamo un voto”. Più scettici i fedelissimi renziani come Anna Ascani: “Servono parole definitive sul rapporto con il M5s: basta con certe uscite di esponente del Pd, altrimenti facciamo il gioco del governo e di Di Maio”, ha tagliato corto