Un’infermiera trovata in overdose da morfina e viva per miracolo, un ingente quantitativo di stupefacenti trafugato da una stanza chiusa a chiave, un’indagine dei Carabinieri e il timore che, da un momento all’altro, i Nas possano piombare nel reparto Rianimazione. Come se non bastasse, dall’ospedale ‘Giuseppe Fornaroli’ di Magenta giungono voci insistenti su medici e paramedici che, per reggere turni massacranti in una struttura sotto organico, farebbero ricorso alla droga. Se fosse vero, vorrebbe dire che ci sono sanitari in stato di alterazione durante lo svolgimento del proprio turno di servizio, mentre sono a contatto con i pazienti.
Lo era certamente l’infermiera di 44 anni, residente nel Magentino, lo scorso venerdì 5 luglio. Un esame tossicologico ha dimostrato che la donna aveva assunto, prima di cominciare il turno, un cocktail di sostanze stupefacenti, tra cui morfina e cocaina. Negli ambienti ospedalieri lo chiamano ‘speedball’, un termine inglese che indica la combinazione di morfina (un oppiaceo) e cocaina (un eccitante). Il mix, tramite iniezione o inalazione, serve a potenziare le proprie capacità senza dare l’impressione di essere drogati. Funziona, ma causa una forte dipendenza fisica. Ed è pericoloso. Se l’effetto di una delle due sostanze finisce troppo presto, si va in crisi respiratoria. Questo è successo alla 44enne di Magenta. Viva per puro caso, solo perché una sua collega, prima di iniziare a lavorare, va in bagno per raccogliersi i capelli e sente un rantolo che proviene dagli spogliatoi. Preoccupata, apre la porta e trova l’infermiera stesa a terra, con una fiala di morfina che fa bella mostra nell’armadietto. Scatta l’allarme e un medico le inietta un farmaco ‘antagonista’, che annulla l’effetto della morfina. Lei reagisce subito. Pochi minuti ancora e sarebbe morta.
Ma chi può accedere alla stanza degli stupefacenti? Intorno a metà luglio i responsabili della Rianimazione decidono di svolgere un controllo incrociato sui farmaci pericolosi e sul registro. Tutto deve essere segnato nel dettaglio: chi preleva lo stupefacente, quale medico lo ha prescritto e chi è il paziente che ne deve usufruire. Si scoprono clamorosi ammanchi nell’ordine di 8-12 fiale da 10 milligrammi l’una. E’ un’enormità, se si pensa che la dose da assumere non può superare i 2-3 milligrammi. Inoltre, i controlli riguardano solo gli ultimi mesi e cresce il sospetto che i furti di stupefacenti siano in corso da tempo. “Non appena abbiamo saputo degli ammanchi – spiega il direttore generale della Asst, Fulvio Odinolfi, a Ilfattoquotidiano.it – abbiamo proceduto con una denuncia ai Carabinieri, dalla quale è scaturita un’indagine. Se arriverà un’ispezione dei Nas, saremo pronti. Di sicuro, siamo a completa disposizione delle forze dell’ordine, che avranno la nostra totale collaborazione. Nulla, in questa storia, verrà lasciato al caso”.
La prima denuncia contro ignoti, però, non va a buon fine. L’ospedale spedisce dai Carabinieri di Magenta un’infermiera semplice. E quando i militari si rendono conto che la materia è delicata, chiedono di parlare con un responsabile. Il coordinatore degli infermieri è in ferie. Così la dipendente torna in caserma accompagnata da un medico alcuni giorni dopo, per la precisione il 15 luglio. In quello stesso momento, all’ospedale ‘Giuseppe Fornaroli’, c’è l’assessore regionale alla Sanità, Giulio Gallera, per inaugurare i nuovi poliambulatori. Sopra, in corsia, si tagliano nastri e si brinda a quella che i politici chiamano “l’eccellenza lombarda”; sotto, in Rianimazione, si rimettono assieme i cocci della tragedia e ci si chiede cosa succederà adesso. Il clima è pesante.
Agli infermieri viene imposta la consegna del silenzio e viene convocata, per il primo pomeriggio del 22 luglio, una riunione urgente. All’ordine del giorno un solo punto: gestione degli stupefacenti. A presiedere l’incontro Maria José Rocco del Sitra (Servizio infermieristico tecnico e riabilitativo aziendale) e Gabriella Cirrincione (capo area della Rianimazione). Vengono dettate le nuove regole sulla custodia della chiave per accedere agli stupefacenti e sulla compilazione dell’apposito registro. Ma non viene affrontato un problema da sempre irrisolto: le chiavi sono due, l’altra è nella sala medici e i dottori la possono utilizzare senza sottoporsi alle nuove rigide procedure.
Odinolfi, pur chiarendo che “gli stupefacenti non sono alla mercé di chiunque”, ammette che potrebbe esserci una falla nel sistema di sicurezza, garantendo “il massimo impegno per trovarla e debellarla”. Tutto questo al netto dei sistemi, alcuni ineliminabili, per rubare i farmaci custoditi sotto chiave. Non all’ospedale di Magenta, ma in ogni nosocomio italiano. L’elenco è lunghissimo. Il più semplice è dichiarare che una fiala, mentre veniva prelevata, si è rotta ed è stata sostituita con una nuova. Un altro molto diffuso è quello di trattenere il flacone da 10 milligrammi dopo aver iniettato al paziente una dose di 3-4 milligrammi al massimo. L’ordine è quello di buttare via il contenuto inutilizzato, ma non tutti lo fanno. Poi ci sono i furti veri e propri, stando attenti a non farsi vedere oppure attingendo dalle scatole di scorta, quelle collocate sul fondo dell’armadietto, che di fatto non si aprono mai.
Mentre la lunga storia delle sparizioni degli stupefacenti getta un’ombra sinistra sull’ospedale di Magenta, in Rianimazione si ricomincia a lavorare con le stesse difficoltà. Gli infermieri assunti sono 18, ma quelli in servizio 14 a causa di malattie e maternità. Nessuno ha provveduto a integrare l’organico e i turni da svolgere sono 3, oltre agli ‘stacchi’ dopo una notte e al giorno di riposo. Il risultato è che a ogni giro ci sono in servizio solo 3 paramedici. Come sempre, i pazienti abbondano e il personale scarseggia.
Cronaca
Magenta, un’infermiera va in overdose in reparto. Indagine sugli ammanchi di morfina dall’armadio dei farmaci pericolosi
A metà luglio il direttore generale dell'Ospedale Fornaroli ha fatto denuncia ai Carabinieri. Mancavano 8-12 fiale di morfina da 10 milligrammi l’una, quando una dose non supera i 2-3 milligrammi. C'è il sospetto che i furti siano in corso da tempo. E che medici e paramedici usino droga per reggere turni massacranti in una struttura sotto organico
Un’infermiera trovata in overdose da morfina e viva per miracolo, un ingente quantitativo di stupefacenti trafugato da una stanza chiusa a chiave, un’indagine dei Carabinieri e il timore che, da un momento all’altro, i Nas possano piombare nel reparto Rianimazione. Come se non bastasse, dall’ospedale ‘Giuseppe Fornaroli’ di Magenta giungono voci insistenti su medici e paramedici che, per reggere turni massacranti in una struttura sotto organico, farebbero ricorso alla droga. Se fosse vero, vorrebbe dire che ci sono sanitari in stato di alterazione durante lo svolgimento del proprio turno di servizio, mentre sono a contatto con i pazienti.
Lo era certamente l’infermiera di 44 anni, residente nel Magentino, lo scorso venerdì 5 luglio. Un esame tossicologico ha dimostrato che la donna aveva assunto, prima di cominciare il turno, un cocktail di sostanze stupefacenti, tra cui morfina e cocaina. Negli ambienti ospedalieri lo chiamano ‘speedball’, un termine inglese che indica la combinazione di morfina (un oppiaceo) e cocaina (un eccitante). Il mix, tramite iniezione o inalazione, serve a potenziare le proprie capacità senza dare l’impressione di essere drogati. Funziona, ma causa una forte dipendenza fisica. Ed è pericoloso. Se l’effetto di una delle due sostanze finisce troppo presto, si va in crisi respiratoria. Questo è successo alla 44enne di Magenta. Viva per puro caso, solo perché una sua collega, prima di iniziare a lavorare, va in bagno per raccogliersi i capelli e sente un rantolo che proviene dagli spogliatoi. Preoccupata, apre la porta e trova l’infermiera stesa a terra, con una fiala di morfina che fa bella mostra nell’armadietto. Scatta l’allarme e un medico le inietta un farmaco ‘antagonista’, che annulla l’effetto della morfina. Lei reagisce subito. Pochi minuti ancora e sarebbe morta.
Ma chi può accedere alla stanza degli stupefacenti? Intorno a metà luglio i responsabili della Rianimazione decidono di svolgere un controllo incrociato sui farmaci pericolosi e sul registro. Tutto deve essere segnato nel dettaglio: chi preleva lo stupefacente, quale medico lo ha prescritto e chi è il paziente che ne deve usufruire. Si scoprono clamorosi ammanchi nell’ordine di 8-12 fiale da 10 milligrammi l’una. E’ un’enormità, se si pensa che la dose da assumere non può superare i 2-3 milligrammi. Inoltre, i controlli riguardano solo gli ultimi mesi e cresce il sospetto che i furti di stupefacenti siano in corso da tempo. “Non appena abbiamo saputo degli ammanchi – spiega il direttore generale della Asst, Fulvio Odinolfi, a Ilfattoquotidiano.it – abbiamo proceduto con una denuncia ai Carabinieri, dalla quale è scaturita un’indagine. Se arriverà un’ispezione dei Nas, saremo pronti. Di sicuro, siamo a completa disposizione delle forze dell’ordine, che avranno la nostra totale collaborazione. Nulla, in questa storia, verrà lasciato al caso”.
La prima denuncia contro ignoti, però, non va a buon fine. L’ospedale spedisce dai Carabinieri di Magenta un’infermiera semplice. E quando i militari si rendono conto che la materia è delicata, chiedono di parlare con un responsabile. Il coordinatore degli infermieri è in ferie. Così la dipendente torna in caserma accompagnata da un medico alcuni giorni dopo, per la precisione il 15 luglio. In quello stesso momento, all’ospedale ‘Giuseppe Fornaroli’, c’è l’assessore regionale alla Sanità, Giulio Gallera, per inaugurare i nuovi poliambulatori. Sopra, in corsia, si tagliano nastri e si brinda a quella che i politici chiamano “l’eccellenza lombarda”; sotto, in Rianimazione, si rimettono assieme i cocci della tragedia e ci si chiede cosa succederà adesso. Il clima è pesante.
Agli infermieri viene imposta la consegna del silenzio e viene convocata, per il primo pomeriggio del 22 luglio, una riunione urgente. All’ordine del giorno un solo punto: gestione degli stupefacenti. A presiedere l’incontro Maria José Rocco del Sitra (Servizio infermieristico tecnico e riabilitativo aziendale) e Gabriella Cirrincione (capo area della Rianimazione). Vengono dettate le nuove regole sulla custodia della chiave per accedere agli stupefacenti e sulla compilazione dell’apposito registro. Ma non viene affrontato un problema da sempre irrisolto: le chiavi sono due, l’altra è nella sala medici e i dottori la possono utilizzare senza sottoporsi alle nuove rigide procedure.
Odinolfi, pur chiarendo che “gli stupefacenti non sono alla mercé di chiunque”, ammette che potrebbe esserci una falla nel sistema di sicurezza, garantendo “il massimo impegno per trovarla e debellarla”. Tutto questo al netto dei sistemi, alcuni ineliminabili, per rubare i farmaci custoditi sotto chiave. Non all’ospedale di Magenta, ma in ogni nosocomio italiano. L’elenco è lunghissimo. Il più semplice è dichiarare che una fiala, mentre veniva prelevata, si è rotta ed è stata sostituita con una nuova. Un altro molto diffuso è quello di trattenere il flacone da 10 milligrammi dopo aver iniettato al paziente una dose di 3-4 milligrammi al massimo. L’ordine è quello di buttare via il contenuto inutilizzato, ma non tutti lo fanno. Poi ci sono i furti veri e propri, stando attenti a non farsi vedere oppure attingendo dalle scatole di scorta, quelle collocate sul fondo dell’armadietto, che di fatto non si aprono mai.
Mentre la lunga storia delle sparizioni degli stupefacenti getta un’ombra sinistra sull’ospedale di Magenta, in Rianimazione si ricomincia a lavorare con le stesse difficoltà. Gli infermieri assunti sono 18, ma quelli in servizio 14 a causa di malattie e maternità. Nessuno ha provveduto a integrare l’organico e i turni da svolgere sono 3, oltre agli ‘stacchi’ dopo una notte e al giorno di riposo. Il risultato è che a ogni giro ci sono in servizio solo 3 paramedici. Come sempre, i pazienti abbondano e il personale scarseggia.
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Trump mette alla porta Zelensky: incontro finito dopo venti minuti. “Giochi con la terza guerra mondiale. Torna quando sei pronto per la pace” | Testo integrale
Politica
Meloni: “Vertice Usa-Ue-alleati per parlare di sfide come l’Ucraina”. Salvini: “Forza Trump”. Da Tusk a Macron, i leader europei con Kiev
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La rottura – Zelensky chiede agli Usa garanzie di sicurezza per Kiev: salta l’accordo sulle materie prime
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - "Il bullismo di Stato di Trump&Vance nei confronti di Zelensky rappresenta il punto più basso della storia degli Usa. Il mondo libero e l’Europa agiscano senza tentennamenti: non è più tempo di giocare a nascondino e anche per Giorgia Meloni è il momento di dire da che parte sta". Lo scrive la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno, sui social.
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - “Dopo quanto di inaudito è accaduto oggi nello studio ovale della Casa Bianca e il trattamento profondamente ingiusto riservato da Trump e Vance nei confronti del Presidente Zelensky, occorre che la Ue e l’Italia, con misura ma con assoluta fermezza, ribadiscano il sostegno pieno e leale all’Ucraina che si difende dall’aggressione putiniana". Lo afferma il deputato di +Europa, Benedetto Della Vedova.
"Se Trump abdica al ruolo americano di difesa della democrazia e della libertà di una paese sovrano e democratico, forse pensando che l’Ucraina sia lontana dai confini americani, l’Europa non può sottrarsi. Ne va del nostro futuro, del futuro della nostra sovranità. A questo punto, però, la presidente Meloni non potrà sottrarsi dal confronto con il Parlamento per chiarire qual è la posizione del suo governo, visto che sostiene giustamente la resistenza ucraina, ma che contemporaneamente cerca di coltivare un rapporto privilegiato con Trump”.
Milano, 28 feb. (Adnkronos) - La denuncia presentata dalla difesa di Fares Bouzidi - l'amico alla guida dello scooter su cui è morto Ramy Elgaml - ha come conseguenza (come atto dovuto) l'apertura di un fascicolo 'parallelo' in procura a Milano che vede come indagati i due carabinieri alla guida dell'auto protagonista dell'inseguimento dello scorso 24 novembre lungo le strade del centro di Milano.
Da quanto si apprende il militare alla guida è indagato di lesioni e falso, solo di falso deve rispondere il collega che viaggiava sulla stessa gazzella. Entrambi hanno firmato il verbale in cui hanno dichiarato che non c'è stato nessun urto tra l'auto di servizio e lo scooter.
La procura - dopo la relazione cinematica che dovrà ricostruire le fasi dell'incidente attesa per la prossima settimana - dovrà quindi decidere quale strada percorrere: l'altro fascicolo vede indagati per omicidio stradale Fares e il carabiniere alla guida, una tesi (in contrasto con il fascicolo sulle lesioni) che ipotizza una responsabilità del ventiduenne nell'incidente avvenuto in zona Corvetto, all'incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta.
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - "Conosco bene la questione dell’energia nucleare, molti giornalisti mi stanno incalzando per avere un parere critico sul ddl approvato dal Consiglio dei ministri questa mattina. Ho sempre detto e pensato che nessuno può porre limiti alla ricerca sul nucleare sostenibile e questo provvedimento la garantisce. Sarà secondo me più difficile giungere al micro nucleare da fissione che più razionalmente alla fusione, che invece risolve più problemi di quanti ne crei. Ma non possiamo dare noi il verdetto, staremo a vedere cosa ci riserverà la scienza". E' quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia.
"Il ddl è gravido di vincoli di sicurezza, è un testo completo e molto rispettoso della salute dei cittadini, cita perfino il rispetto dell’art. 9 della Costituzione sulla tutela del paesaggio. Se fosse stato applicato per parchi fotovoltaici ed eolici oggi non produrremmo un solo kw da queste fonti. Tutti auspichiamo che ci sia una strada possibile per avere energia pulita, sovrana, rinnovabile, programmabile, immediatamente disponibile, ad alto potenziale e a basso costo. E non è un sogno. Questa energia esiste ed è l’idroelettrico".
"Da un lato negoziando in Europa, per espungere la messa a gara della gestione dei nostri bacini idrici primari dalle condizionalità del Pnrr volute da Draghi, dall’altro recuperando almeno il 35% dell’acqua piovana (siamo al 4%), investendo sulla manutenzione dei grandi bacini idrici, sulla riattivazione di quelli dismessi nonché sullo sviluppo di un micro idroelettrico a conduzione forzata che appare molto più concreto e tempestivo degli Smr. L’acqua è pragmaticamente il presente, da cui possiamo trarre il 40% del nostro fabbisogno di energia prodotta, risorsa italiana e pulita con cui alimentare anche l’industria pesante, superando il gas e invertendo la tendenza. Sul futuro si vedrà, senza pregiudizi".
Roma, 28 feb. (Adnkronos/Labitalia) - Btm 2025 si conclude con una conferma del successo della manifestazione, che ha ribadito la sua centralità nel panorama turistico nazionale. Oltre 500 gli espositori, inclusi comuni, associazioni di categoria e aziende dei vari segmenti, su 16mila metri quadrati di area espositiva, la partecipazione di 80 buyer nazionali e internazionali, più di 100 eventi e 400 relatori hanno animato tre giorni intensi di incontri, approfondimenti e opportunità di business che hanno visto 49.950 ingressi alla Fiera del Levante di Bari, con numeri in leggero aumento rispetto al 2024.
Il tema di questa edizione, 'Il viaggio nel viaggio', ha riscosso grande interesse, portando alla luce nuove prospettive sul concetto stesso di viaggio e sulle trasformazioni che stanno investendo il settore. Mary Rossi, responsabile eventi Btm, ha sottolineato il valore di questa riflessione: "Da Btm 2025 ci portiamo a casa tante interessanti riflessioni. Uno degli aspetti chiave che volevamo far emergere con il tema 'Il viaggio nel viaggio' è il percorso verso la destinazione scelta, perché crediamo che sia proprio il cammino a generare emozioni, sensazioni e pensieri che ci fanno crescere. Abbiamo affrontato il tema in molteplici declinazioni, spingendoci anche oltre i confini terrestri con il turismo spaziale. Btm è stata un’occasione di confronto che ha arricchito operatori e professionisti con nuovi strumenti da applicare nel loro lavoro".
L’edizione 2025 ha messo al centro argomenti chiave come digitalizzazione, sostenibilità, intelligenza artificiale, turismo esperienziale, extralberghiero e wedding tourism. Tra i momenti più apprezzati, i panel su smart destination, big data per il turismo, nuove strategie di marketing e il ruolo della narrazione nella scelta delle destinazioni. Numerosi gli interventi istituzionali e dei principali protagonisti del settore. Il ministro del Turismo, Daniela Santanché, ha aperto la manifestazione con un intervento in streaming sulle strategie nazionali per la crescita del turismo, sottolineando l’importanza dell’innovazione e della sostenibilità per il futuro del settore. Tra i tanti interventi, l’onorevole Gianluca Caramanna, il senatore Gianmarco Centinaio, la presidente di Federturismo Confindustria, Marina Lalli, Alessandro Callari, Regional Manager di Booking.com, Antonio Laveneziana,Territory Manager Italy di Airbnb, Valentina Sumini, Architetta dello spazio e Roberta Milano, marketing strategist.
Tra le novità più apprezzate di questa edizione, il focus sul turismo extralberghiero, che ha visto una grande partecipazione da parte di operatori e property manager, e il T-Trade, ampliato con un’area business dedicata al turismo organizzato e alle destinazioni internazionali che ha visto ampia vivacità durante i tre giorni grazie alla presenza di espositori di spicco come Msc Crociere, Azemar, Croazia, Malta, Polonia, Seychelles, Visit Brussels e Repubblica Ceca. Confermata l’ottima accoglienza per le sezioni Btm Gusto, che ha valorizzato il turismo enogastronomico, e Btm Say Yes, dedicato al wedding tourism, con un proprio programma buyer. Grande fermento anche per l’Apulia Tourism Investment, che ha ospitato il Forum della Tornanza, un momento di confronto sulle nuove opportunità di investimento e sviluppo per il turismo in Puglia.
Nevio D’Arpa, Ceo & founder di Btm, ha espresso soddisfazione per il successo dell’evento e ha voluto ringraziare le istituzioni: "Un plauso particolare va all’assessore al Turismo, Gianfranco Lopane, per il supporto che ha dato alla manifestazione e per la visione strategica sul futuro del turismo in Puglia. La differenza che rende Btm unica è il nostro investimento nei contenuti: qui non ci limitiamo a mettere in mostra prodotti e destinazioni, ma costruiamo un dibattito di qualità che aiuta gli operatori a comprendere e anticipare i cambiamenti del settore. Il Comitato scientifico di Btm ha lavorato con grande attenzione per costruire un programma ricco di spunti e soluzioni. I numeri ci vedono in una leggera ma costante crescita, segno che il format funziona e che BtmM continua a rappresentare un punto di riferimento per il turismo del Sud Italia".
Gaetano Frulli, presidente della Fiera del Levante, ha sottolineato il valore strategico dell’evento: "La grande partecipazione e l’alta qualità degli operatori presenti hanno ribadito l’importanza di questa manifestazione".
L’assessore al turismo di Regione Puglia, Gianfranco Lopane, ha aggiunto: “I progressi fatti da Btm negli anni sono sotto gli occhi di tutti, già oggi è uno dei più importanti eventi fieristici del turismo e ci auguriamo che questa crescita prosegua in futuro per il bene del turismo e della Puglia”
Luca Scandale, direttore generale di Pugliapromozione, ha evidenziato il valore della collaborazione tra pubblico e privato per lo sviluppo turistico della regione: "La proficua sinergia tra gli operatori del turismo realizzata a Btm, in collaborazione con il Buy Puglia Meet & Connect a cura di Pugliapromozione, rappresenta una solida base per la crescita qualitativa del turismo in Puglia. E per questo motivo la collaborazione tra pubblico e privato resta essenziale".
Dopo il successo di questa edizione, l’organizzazione di Btm è già al lavoro per l’edizione 2026, con l’obiettivo di ampliare ulteriormente l’evento e offrire nuovi spunti di riflessione sul turismo del futuro.
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - “Nello studio ovale è andata in scena la rappresentazione plastica del bullismo diplomatico con cui la nuova amministrazione americana intenderebbe governare il mondo. Trump bullizza e umilia Zelensky e attraverso di lui il popolo ucraino che da tre anni resiste alla violenta aggressione russa, difendendo i confini e con essi i valori dell’Europa. Cosa ne pensa Meloni dell’atteggiamento indegno del suo amico Trump verso Zelensky? La premier condannerà l’atteggiamento del presidente americano o fuggirà anche stavolta facendo finta di nulla?”. Lo afferma il segretario di Più Europa Riccardo Magi.
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - "Bulli che aggrediscono nello studio ovale, davanti alla stampa, un leader coraggioso che guida un popolo che difende la sua libertà dall’aggressione di un dittatore assassino. A questo sono ridotti gli Usa oggi. I leader europei dovrebbero mostrare meno compiacenza e più forza. I bulli si affrontano così. #StandWithUkraine oggi e sempre". Lo scrive Carlo Calenda.