Cronaca

Tav, troncone del corteo rompe i cancelli del cantiere di Chiomonte. “Non ci sono governi amici”

Il corteo - composto da circa 10-15mila persone - si è diviso in due tronconi subito dopo l’abitato di Giaglione: una parte ha imboccato i sentieri che si inerpicano sul fianco di una montagna e a quel punto si è sparpagliato verso le cancellate. Attorno alle 17.30 la zona rossa è stata violata e i manifestanti sono entrati, mentre la polizia ha reagito con l'uso di idranti e lacrimogeni. Quaranta denunciati

La marcia dei No Tav ha almeno in parte raggiunto l’obiettivo che gli organizzatori si erano posti: violare la zona rossa e raggiungere il cantiere di Chiomonte, protetto da 500 poliziotti. Dopo la partenza dal campeggio allestito vicino a Venaus, passando per i sentieri della Val Clarea, le migliaia di manifestanti – 15mila, secondo i No Tav – hanno raggiunto l’abitato di Giaglione, dove il corteo si è diviso in due tronconi: una parte ha imboccato le strade sterrate che si inerpicano sul fianco di una montagna, il resto è rimasto sullo stradone principale. Chi ha proseguito è arrivato fino ai cancelli della zona rossa, dove – incappucciati e vestiti di nero – alcuni attivisti hanno distrutto i cancelli installati per proteggere il cantiere armati di motoseghe e flessibili riuscendo a violare l’area interdetta.

In un primo momento, la polizia ha risposto con l’uso di idranti e lacrimogeni per disperdere la folla: in 48 sono stati denunciati per aver divelto le protezioni al cantiere ed essere entrati nell’area vietata. Tra loro molti esponenti del centro sociale Askatasuna di Torino (tra i denunciati Giorgio Rossetto, 56 anni, uno dei capi) e anche un leader nazionale del movimento No Tav che ha preso parte attiva alla demolizione. Altri manifestanti, ha spiegato la questura di Torino, verranno denunciati per avere violato la zona rossa. Circa 400 persone hanno quindi proseguito verso il cantiere e un centinaio di questi è arrivato a ridosso delle recinzioni. A quel punto, le forze dell’ordine hanno nuovamente effettuato un nuovo lancio di lacrimogeni per evitare che i manifestanti riuscissero a raggiungere i cancelli. Nel tardo pomeriggio, invece, ancora lancio di petardi e bombe carta contro le forze dell’ordine a ridosso del cantiere. Un agente della Digos, colpito da una pietra a una spalla, è rimasto leggermente ferito.

Temendo disordini, erano stati schierati 500 agenti, ma a parte qualche tensione con lancio di pietre e di lacrimogeni mentre gli attivisti tentavano di scardinare i cancelli della zona rossa, quando sono arrivati a poche decine di metri dal cantiere e in serata, la situazione dell’ordine pubblico è sempre rimasta sotto controllo e non si è arrivati mai arrivati a un corpo a corpo. Prima della partenza il leader del Movimento No Tav, Alberto Perino, si è augurato che la manifestazione sia “bella” ma “partecipata” e “fatta con la testa, non con la pancia”. Chiaro il suo messaggio: “Chi oggi tira una pietra, una castagna o qualunque cazzata sappia che lo fa solo per fare un regalo a Salvini, non certo per i No Tav”. “Siamo qui – aggiunge – per ricordare che ci siamo, c’eravamo e ci saremo sempre”.

A metà mattinata, un fuggi fuggi generale si è generato quando un’acquazzone ha colpito il campeggio del Festival Alta felicità e ha convinto tanti campeggiatori a far ritorno a casa e rinunciare alla partecipazione al corteo. Prese d’assalto le navette che vanno e vengono dal campeggio alla stazione ferroviaria Susa. Ma in migliaia si sono comunque messi in marcia verso Chiomonte: bandiere, slogan e striscioni lungo i sentieri.

“Non ci siamo mai fatti prendere in giro, non ci sono governi amici anche se questo non significa che non avessimo sperato che le cose potessero cambiare dopo le parole di chi in campagna elettorale aveva promesso che il Tav non si sarebbe fatto”, dicono dal microfono. “E invece – aggiungono – ci ritroviamo a dover sentire stupidaggini a mezzo stampa su costi e opportunità. Non ci facciamo prendere in giro e a tutti i partiti, M5S in primis, diciamo che i giochi di potere e di poltrone non ci interessano.  Non accettiamo intimidazioni. Fermare il Tav tocca a noi”. 

Proprio Perino, a proposito di Cinque Stelle, ha spiegato a chi gli chiedeva se avesse avuto contatti con il fondatore del Movimento: “Non mi interessa sentire Beppe Grillo, mi è bastata la sua dichiarazione – ha detto – Sono deluso perché lo stimavo e ora non lo stimo più. Non ho capito la sua presa di posizione”. La manifestazione arriva a pochi giorni dall’annuncio del via libera di Giuseppe Conte e poche ore dopo la lettera di conferma inviata dal Mit alla Commissione europea.

In giornata, intanto, è tornato a farsi sentire l’ex deputato M5s, Alessandro Di Battista. Condividendo un post del senatore Nicola Morra, Di Battista ha spiegato: “La penso anch’io così”. Nel post si legge che “non è scritto in nessun documento ufficiale che l’Ue finanzierà non più il 40%, bensì il 55% dei previsti 9,6 miliardi di costo” del Tav. “Ci sono proposte generiche” e “non c’è alcuna penale per la rescissione”, afferma. “Il Tav non serve ai cittadini. Potrebbe servire a imprese e banche d’affari. Serve sicuramente al Partito (Unito e senza frontiere, trasversale,transnazionale) delle Grandi Opere. A questo io non ho mai aderito”. Mentre il M5s ha annunciato sul Blog delle Stelle di aver presentato una mozione per dire “no” all’opera alla quale il governo Lega-M5s ha dato il via libera in settimana. La mossa dei pentastellati ha provocato la reazione della Lega e la risposta di Perino. “Ci avete venduti, come tutti gli altri. Non prendeteci in giro: in un anno non avete mai detto una volta No Tav – ha detto dopo la manifestazione lo storico leader del Movimento No Tav – Quello che infastidisce è che signori come la Castelli, come Di Maio, come Carabetta, come altri fanno comunicati incredibili dove si dichiarano ultra No Tav. Adesso che succede? Nulla, non c’è niente di nuovo sotto il sole”.

LA CRONACA

19.55 – Salvini: “Opera si farà, nessuna tolleranza per teppisti”
“46 denunciati, quasi tutti appartenenti ai centri sociali per gli attacchi di oggi con bombe carta, cesoie, martelli e pietre al corteo No Tav, a cui si è risposto con l’uso di idranti e di circa 200 lacrimogeni. Ringrazio a nome di tutti gli Italiani le centinaia di donne e uomini delle Forze dell’Ordine che hanno evitato feriti (ad eccezione di un poliziotto) e incidenti gravi, garantendo a tutti libertà di manifestazione. Non ci sarà nessuna tolleranza per teppisti e delinquenti. La Tav si farà, indietro non si torna”. Lo dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

19.45 – No Tav: “Cantiere è violabile, ora torniamo al nostro festival”
“Abbiamo dimostrato che il cantiere è violabile. Ora possiamo ritornare tutti insieme al festival”. Così uno degli organizzatori della marcia No Tav, che al megafono ha invitato i partecipanti alla marcia a fare rientro a Venaus dove è in corso il festival Alta Felicità.

19.19 – Petardi e bombe carta contro forze dell’ordine
Grossi petardi e bombe carta sono state lanciate verso le forze dell’ordine che presidiano il cantiere della Tav a Chiomonte. L’episodio si è verificato in una zona boschiva a monte del torrente Clarea. Dal fianco della montagna si leva una fittissima coltre di fumo.

18.53 Fitto lancio di lacrimogeni delle forze dell’ordine
Oltre un centinaio di No Tav hanno raggiunto una zona a ridosso delle recinzioni del cantiere di Chiomonte, sotto il viadotto dell’autostrada Torino- Bardonecchia. I dimostranti si sono raccolti in presidio. Dal fronte presidiato dalla polizia sono stati lanciati lacrimogeni per evitare tentativi di danneggiare le reti.

18.37 Il corteo si scinde di nuovo: una parte verso cantiere
Si è nuovamente suddiviso in due tronconi il corteo No Tav lungo i sentieri che conducono al cantiere della Torino-Lione. Circa 300 dimostranti si sono fermati all’altezza del ponte sul torrente Clarea, dove la strada è sbarrata da una grata Metallica e da un dispositivo di agenti di polizia in assetto antisommossa. Altri hanno imboccato un sentiero laterale con l’obiettivo di portarsi il più vicino possibile alle recinzioni del cantiere.

18.02 Manifestanti vicini al cantiere
Sono arrivati sul ponte in prossimità del fiume Clarea i manifestanti No Tav che hanno forzato il cancello, lungo il sentiero Gallo-Romano, e proseguito verso il cantiere. Giunti quasi in prossimità delle reti, la polizia ha effettuato un secondo lancio di lacrimogeni.

17.53 Denunciati in 40 per cancelli divelti e zona rossa
Quaranta No Tav, tra cui esponenti del centro sociale Askatasuna di Torino, sono stati denunciati per avere demolito la pesante cancellata posta a protezione dei sentieri che conducono al cantiere della Torino-Lione. Lo comunica la Questura di Torino. Tra questi c’è anche un leader nazionale del movimento No Tav che ha preso parte attiva alla demolizione del cancello. Altri manifestanti verranno denunciati per avere violato la zona rossa.

17.45 Salvini: “Ovviamente cantano ‘Bella Ciao’…”
“Manifestanti incappucciati stanno tentando di forzare i cancelli del cantiere Tav, ovviamente con sottofondo di ‘Bella Ciaò e ‘Fuori gli sbirri!'”. Matteo Salvini, posta una diretta dalla val di Susa, dove è in corso la manifestazione no Tav. “… I soliti”, conclude il ministro dell’Interno.

17.23 Attacchi dei No Tav su più fronti
A quanto si apprende gli attacchi di gruppetti di manifestanti no Tav si starebbero verificando in più punti della valle, anche sui sentieri di montagna posti più in alto rispetto ai cancelli, e avverrebbero con le stesse modalità, lancio di pietre e oggetti vari. Le forze dell’ordine stanno rispondendo con lacrimogeni. Intanto il grosso del corteo sta lentamente tornando indietro battendo le mani e scandendo lo slogan “La Valsusa paura non ne ha”.

17.18 Aperto un cancello, violata la zona rossa
I manifestanti No Tav hanno aperto con il flessibile un varco nel cancello posto dalle forze dell’ordine sul sentiero Gallo Romano a Giaglione e lentamente molti dei partecipanti al corteo stanno ritornando sui loro passi per passare attraverso il varco.

16.58 Lancio di lacrimogeni per disperdere gli attivisti
La polizia ha iniziato un fitto lancio di lacrimogeni per disperdere i manifestanti che si erano assiepati davanti ai cancelli ed erano ormai sul punto di rompere le porte d’ingresso con flessibili e motoseghe. Alcuni di loro sono riusciti ad aggirare la cancellata per pochi istanti

16.51 La polizia attiva gli idranti
Mentre il gruppo di attivisti arrivato fino ai cancelli prosegue nel tentativo di scardinare i cancelli con l’uso dei flessibili, un reparto di poliziotti – dall’altro lato dei cancelli – di tanto in tanto usa gli idranti per provare a far desistere i manifestanti dal loro intento di violare la zona rossa.

16.34 Primo tentativo di superare i cancelli
Armati di motoseghe, flessibili e martelli, alcuni No Tav stanno provando a smantellare uno dei cancelli installati dalle forte dell’ordine lungo i sentieri. Incappucciati e vestiti di nero, gli attivisti fino a questo momento stanno agendo indisturbati. Le forze di polizia seguono a distanza dall’altro lato della cancellata.

16.33 Manifestanti ai cancelli della zona rossa
I primi manifestanti No Tav che partecipano alla marcia partita da Venaus e diretti al cantiere Tav di Chiomonte sono arrivati al cancello di Giaglione mentre il grosso del corteo si trova ancora lungo il percorso.

16.10 Il corteo si divide in due
Si è diviso in due tronconi il corteo dei No Tav diretto al cantiere di Chiomonte, in Valle di Susa. Subito dopo l’abitato di Giaglione una parte ha imboccato i sentieri che si inerpicano sul fianco di una montagna. Il resto intende restare sullo stradone principale. I manifestanti sono alcune migliaia. Uno speaker ha detto ‘Siamo 15000’.