Ricchissimo nelle sue 7 sezioni il programma offre prevedibile eterogeneità con “particolare attenzione all’autorialità”, come è giusto che sia una Mostra d’arte cinematografica
Roman Polanski, Steven Soderbergh, James Gray, Pablo Larrain, Atom Egoyan, Noah Baumbach e l’annunciato Kore-eda in apertura. E ancora l’atteso Joker con Joaquin Phoenix, e gli italiani Pietro Marcello (Martin Eden), il ritorno di Franco Maresco (La mafia non è più quella di una volta) e di Mario Martone (Il sindaco del rione Sanità). Così i principali autori e le “hits” del concorso internazionale della 76ma Mostra Internazionale di Arte Cinematografica (28/8-7/9) annunciati oggi dal direttore artistico Alberto Barbera.
Ricchissimo nelle sue 7 sezioni (Venezia76, Orizzonti, Fuori Concorso, Sconfini, Venezia Classici, Biennale College più un Evento speciale rappresentato dalla riedizione inclusiva di live performance di GoodBye, Dragon Inn di Tsai Ming Liang), il programma offre prevedibile eterogeneità con “particolare attenzione all’autorialità”, come è giusto che sia una Mostra d’arte cinematografica. Con una nuova sigla firmata Mattotti che “lasciamo a voi scoprire sul Lido”, Barbera ha centellinato la selezione operata con il suo team mettendo in evidenza alcuni “trend”: “Anzitutto l’attenzione alla condizione della donna, che emerge da numerosi film sparsi nelle sezioni, anche se è ancora difficile trovare molte opere girate da donne (in effetti in concorso compaiono solo due registe: l’araba Haifaa Al Mansour e l’australiana Shannon Murphy, ndr) quindi molti sono girati da uomini ma con una nuova sensibilità. Quest’anno abbiamo anche diverse vicende legate al passato che lo rivisitano e ripensano costringendoci a riflettere sulla Storia, ma anche una prevalenza di cinema della Realtà senza cadere nella trappola cronachistica e una buona presenza dei generi secondo la visione degli autori”.
Con tre opere firmate Netflix (e nessuna polemica al riguardo) di cui due concorrenti (Marriage Story di Baumbach con Scarlett Johannson e The Laundromat di Steven Soderbergh con Meryl Streep, Gary Oldman e Antonio Banderas sui Panama Papers) e uno fuori concorso (The King di David Michod con Timothée Chalamet sull’Enrico V), il line-up veneziano appare sulla carta di notevole imponenza. Non solo in un concorso ove spiccano fra i 21 titoli (in prevalenza dagli USA e dalla Francia come negli anni passati), come annunciato in incipit, il nuovo lavoro di Roman Polanksi, J’accuse, sul noto “affaire Dreyfus” con Jean Dujardin e Louis Garrel, il fantascientifico (e attesissimo) Ad Astra di James Gray con Brad Pitt alla ricerca del padre peregrino nel cosmo, il prequel di Batman siglato da Todd Philipps concentrato sul Joker a cui dà la maschera un superbo Phoenix accanto a un ritrovato Bob De Niro, e diversi altri. Ma anche nelle sezioni non o diversamente competitive ove troviamo due serie tv nuove di zecca (i primi due episodi dell’atteso The New Pope di Paolo Sorrentino, e di Zerozerozero di Stefano Sollima tratto dal libro di Roberto Saviano), numerosi documentari (Chiara Ferragni Unposted di Elisa Amoruso con la blogger attesa in Mostra, Fellini Fine Mai di Eugenio Cappuccio, Roger Waters Us + Them di Sean Evans e Roger Waters – che presenzierà al Lido incontrando il pubblico – , Citizen K del premio Oscar Alex Gibney sulla Russia contemporanea, 45 minutes of laughter di Tim Robbins girato nelle carceri di massima sicurezza e Never just a Dream: S Kubrik and Eyes Wide Shut di Matt Wells sul celebre capolavoro del 1999 che verrà riproposto restaurato, e il mastodontico Woman di Yann Arthus-Bertrand composto da 2500 interviste a donne in tutto il mondo) e qualche scelta fra l’esotico e l’erotico come Irréversibile – Inversion integral di Gaspar Noé con la ex coppia Bellucci-Cassel, rimontato il film in senso cronologico (“ed è ancora più forte dell’originale”).
Il “capitolo Italia” presenta al solito un buon numero di titoli con alcune conferme rispetto ai rumors ma soprattutto diverse sorprese. Fra le prime, certamente il nuovo film di Pietro Marcello che rielabora in maniera del tutto personale il romanzo di Jack London ambientandolo nell’Italia che va dagli anni ’10 ai nostri: ad interpretarlo è Luca Marinelli. Anche della nuova fatica di Gabriele Salvatores si era parlato per una possibile collocazione veneziana: Tutto il mio amore folle l’ha trovata fuori concorso. Nel cast Claudio Santamaria e Valeria Golino che peraltro ritroveremo (parlante in greco..) nel film di Costa-Gavras, Adults in the Room, ispirato ai diari di Varufakis. Fra le sorprese invece sono il nuovo lavoro di Mario Martone – benché al suo quarto film consecutivo al concorso veneziano – che riprende un suo vecchio testo teatrale rendendolo “puro cinema” (dichiara Barbera), il nuovo dell’inimitabile Maresco e i due concorrenti di Orizzonti, da una parte l’esordiente Nunzia De Stefano (già ex signora Garrone) con Nevia e Sole di Carlo Sironi. Battono bandiera tricolore anche, sempre fuori concorso: Vivere di Francesca Archibugi con Micaela Ramazzotti, il documentario Il pianeta in mare di Andrea Segre e I diari di Angela – capitolo 2 di Yervant Gianikian, oltre al già annunciato per la chiusura The Burnt Orange Heresy di Giacomo Capotondi con un cast internazionale che include Mick Jagger, attesissima superstar al Lido, “come del resto quasi tutti fra cast & crew dei film selezionati”.
Per chiudere una nota sui grandi assenti: “Scorsese non ha finito il film, altrimenti sarebbe al Lido” ha chiosato il direttore artistico, mentre nessuna parola rispetto a Gianni Amelio con il suo Craxi che ci aspettavamo fra i concorrenti e al nuovo, polemicizzatissimo Woody Allen che sarebbe stato un assoluto coupe de maitre. Con una sezione Virtual Reality sempre più espansa sull’isola del Lazzaretto Vecchio (“quest’anno ha pure la corrente elettrica”), dal punto di vista organizzativo, infine, da segnalare una importante mostra fotografica con 300 Polaroid esposte al ritrovato Hotel De Bains, “dove sarà allestita una lounge aperta fino a tarda notte”.